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Ecco come il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio si eccita con Pietro Grasso post Renzi

Pietro Grasso

Se fossi Pietro Grasso comincerei a impensierirmi per la fretta con la quale gli estimatori, alcuni dei quali alquanto improvvisati, lo stanno sponsorizzando o direttamente incoronando “capo della nuova sinistra”, come ha titolato Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio. Che ha smesso di rispolverare, come faceva in frequenti rigurgiti, la vicenda dell’arrivo dell’attuale presidente del Senato al vertice della Procura nazionale antimafia rimproverandogli la disinvoltura, a dir poco, di avere usato una legge improvvisata dall’allora governo di Silvio Berlusconi per mettere fuori gioco, usando l’elastico dell’età pensionabile, la candidatura di Gian Carlo Caselli. Cui da certe parti non si è mai grati abbastanza di avere interrotto la carriera politica di Giulio Andreotti, comunque rimasto sino alla morte – va detto – senatore a vita per atto preveggente di Francesco Cossiga al Quirinale.

“Sarebbe da Dio”, ha commentato anche Pier Luigi Bersani, la prospettiva di Pietro Grasso alla guida di un cartello elettorale antirenziano, viste le troppe titubanze dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il quale, per quanto critico con Matteo Renzi, e predicatore pure lui di una necessaria “discontinuità”, come si dice in gergo politico, rispetto alle scelte e allo stile dell’ex presidente del Consiglio, ritiene realisticamente che un centrosinistra senza o addirittura contro il Pd sia una scommessa impossibile.

Ebbene, più cresce il tifo per Grasso in versione Travaglio, Bersani, Gotor e compagni e più lui rimane imperterrito alla presidenza del Senato, essendosi limitato a dimettersi dal Pd per incompatibilità politica, culturale, umana e quant’altro, e più per giunta si cerca di allontanare la data delle elezioni politiche, come si è ricominciato a fare dietro le quinte dopo i risultati delle elezioni regionali siciliane, più temo che crescano le preoccupazioni, a dir poco, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Di cui Grasso – non dimentichiamolo – è supplente sia come capo dello Stato sia come presidente del Consiglio Superiore della Magistratura in caso di impedimento del successore di Giorgio Napolitano.

Prudenza, signori, e rispetto per le istituzioni, ha sentito dire una mosca avventuratasi nelle sale e salette del Quirinale.


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