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I Cavalli di Troia del Cremlino e l’influenza russa in Spagna. Report Atlantic Council

La Russia influenza non solo lo scenario politico americano (come svela la vicenda del Russiagate), ma anche l’Europa meridionale. Recentemente il ministro di Difesa spagnolo, María Dolores de Cospedal, e il collega agli Affari esteri, Alfonso Dastis, hanno dichiarato che ad aumentare la crisi catalana sono state le fake news diffuse dai media russi. Il Cremlino nega le accuse, però gli indizi sembrano esserci. Un accurato report elaborato dall’Atlantic Council valuta il peso del Cremlino nelle politiche di Grecia, Italia e Spagna, con l’obiettivo di destabilizzare l’Unione europea e la partnership transatlantica. Attraverso diversi canali, la Russia cerca di guadagnare forza nella politica europea e per riuscirci stringe i rapporti con partiti e leader politici e il mondo imprenditoriale e commerciale. Intitolato “I Cavalli di Troia del Cremlino: L’influenza russa in Grecia, Italia e Spagna”, lo studio analizza organizzazioni e individui che sostengono gli interessi russi, a sfavore dell’unione in Europa.

UNA VISIONE FILTRATA DA STEREOTIPI 

La parte spagnola del report è stata curata Francisco de Borja Lasheras, analista e direttore dell’ufficio a Madrid dell’European Council on Foreign Relations (ECFR), e di Nicolás de Pedro, ricercatore del Barcelona Centre for International Affairs (CIDOB). Gli analisti sostengono che la Spagna non è stata un obiettivo strategico della politica estera di Mosca, come lo sono stati Germania, Italia e altri Paesi del centro europeo. Tuttavia, nell’opinione pubblica spagnola, la visione sulla Russia è sempre stata filtrata da stereotipi che rendono il Paese iberico più vulnerabile all’influenza russa: “La maggior parte degli spagnoli sembra trovare in Putin e nella Russia quello che considerano una miscela di autoritarismo, omofobia e militarismo”.

UNA POSIZIONE – IN APPARENZA – EQUILIBRATA 

“La posizione di Madrid – si legge nel report dell’Atlantic Council – può essere inquadrata su tre posizioni che cercano l’equilibrio: 1) Una posizione pro-europea e pro-occidentale, che vede una Spagna pro-UE aderire alle sanzioni contro Mosca e alle posizioni della NATO, allontanandosi dalla Russia; 2) Un impegno a favore dei rapporti bilaterali con la Russia, cauto con le misure che potrebbero aumentare le tensioni reciproche; 3) Una posizione geo-economica che domina l’attuale governo del Partito popolare (conservatore), che si concentra sulla crescita economica e vede la diplomazia come strumento per promuovere l’impresa all’estero”. Il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, d’altronde ha sempre cercato di evitare scontri con il governo russo, e soltanto con la crisi tra Russia e Ucraina il governo aveva allentato i rapporti con Mosca.

I VERI FAN DI MOSCA

Sebbene in Spagna non ci sono ancora “Cavalli di Troia” russi come in altri Paesi, molte organizzazioni e individui simpatizzano e promuovono la visione geopolitica del Cremlino, rischiando di fare da cassa di risonanza nel resto del paese. “Sono un gruppo eterogeneo – si legge nello studio di De Borja Lasheras e De Pedro – che comprende studiosi, funzionari pubblici, politici di quasi tutte le fazioni ed esperti che sottolineano principalmente la necessità di comprendere le azioni della Russia in Siria, in Ucraina o altrove, come inevitabili o giustificabili”. Secondo gli analisti, queste persone e organizzazioni credono che la Russia si comporti come un potere ostile perché una forma di contenimento è necessaria. Sono “veri credenti” che giustificano le azioni di Mosca e lo guardano come l’unico partner efficiente contro minacce comuni, ad esempio, quella del terrorismo.

CHI SOSTIENE MOSCA IN SPAGNA

Nello scenario spagnolo dei partiti politici, ci sono formazioni che tendono ad aderire alle posizioni dell’Unione europea e della Nato; e altri, come il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe), che tendono a prendere le parti della Russia. In Spagna non c’è ancora un equivalente al leader della Lega Nord in Italia, Matteo Salvini, o all’ex leader del Partito Socialdemocratico di Germania, Gerhard Schroeder – entrambi molto vicini A Putin. Tuttavia, ci sono figure politiche apertamente pro-russe, esponenti maggiormente della destra e dell’estrema destra, ma anche altri della sinistra. Secondo il report dell’Atlantic Council, “a sinistra, la Russia è vista attraverso il prisma della nostalgia ideologica sovietica; nel frattempo, la destra ammira la Russia e Putin perché sono nostalgici dell’imperialismo e apprezzano il marchio di Putin sul conservatorismo sociale”. Lo studio individua le posizioni del Movimento Sociale Repubblicano (MSR), della Plataforma per Catalunya (PxC) e anche della formazione Vox, che per ora non ha rappresentanti in Parlamento. Per tutti loro, Putin è il vero difensore del cristianesimo in Europa davanti alla minaccia del terrorismo islamico. Dunque, “quando si tratta della Russia, in Spagna le forze di destra e di sinistra si trovano sullo stesso lato”.

E IL PARTITO PODEMOS?

Un parentesi è dedicato a Podemos, il partito di sinistra di Pablo Iglesias: “Podemos guarda principalmente al modello russo come una forma di una narrazione contro l’Occidente, che mette sul tavolo l’ipocrisia e gli abusi dell’ordine liberale”, scrive l’Atlantic Council. La formazione politica, che sta crollando nei sondaggi degli ultimi mesi, cerca di non essere associata direttamente con Putin, ma è l’unico partito spagnolo che chiede un immediato e incondizionato ritiro delle sanzioni sulla Russia, anche se alcuni leader di Podemos hanno condannato occasionalmente determinate azioni di Mosca.

LE CONCLUSIONI

Gli analisti concludono che la Spagna svolge il ruolo sia il ruolo del poliziotto buono che di quello cattivo, riguardo alla Russia: “Per il momento la posizione di Madrid non cambierà radicalmente, rimarrà un Paese che mescola messaggi amichevoli verso la Russia con incrementi dei suoi contributi militari nell’Europa orientale e repressioni legali sulle reti mafiose locali che mantengono legami con il Cremlino”. Avvertono però che bisogna stare attenti ai complimenti che arrivano da Mosca periodicamente grazie a questa posizione di equilibrio, e avvisano del fatto che, comunque, la Russia vedrà sempre la Spagna come un paese Nato impegnato in azioni ostili, nonostante le parole amichevoli. Come per tanti altri aspetti, tutto dipenderà dal futuro delle forze politiche spagnole e dalla polarizzazione su questioni interne (ad esempio, la crisi catalana), dall’influenza degli Stati Uniti nelle scelte delle politiche di sicurezza in Spagna e dalle decisioni della stessa Russia.



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