Il risultato è virtuale fino alle ore 8 di lunedì 6 novembre quando comincerà lo spoglio ma la posta in gioco a livello regionale e anche nazionale è reale. Al momento, secondo i primi sondaggi post voto, in vantaggio c’è Musumeci.
IN VANTAGGIO MUSUMECI
Secondo gli exit poll, il candidato di centrodestra Nello Musumeci vince con una forbice tra il 35 e il 40%, seguito dal 5 stelle Giancarlo Cancelleri con il 33-38%. Chiarissima è la sconfitta di Fabrizio Micari, candidato del Pd e di Ap, che sta tra il 16 e il 20, mentre la neonata sinistra unita si conta per la prima volta con Claudio Fava e raggiunge un risultato tra il 6 e l’11.
VINCE IL CENTRODESTRA
A Palazzo D’Orleans, 5 anni dopo la sconfitta, andrà al posto di Rosario Crocetta dunque Musumeci, fortemente voluto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini e accettato da Silvio Berlusconi per evitare una rottura che poteva costare ancora una volta la sconfitta al centrodestra.
COSA SI DICE NEL PD
Anche se ampiamente previsto, non arriva attutito, dentro il Pd, il tonfo in Sicilia. Matteo Renzi ammette con i suoi “il disastro annunciato”, convoca per il 13 la direzione, pronto a cercare un dialogo che eviti una resa dei conti interna esiziale per il Pd a pochi mesi dalle elezioni. Ma non capisce chi, come Andrea Orlando, usa il voto siculo per mettere in discussione la sua premiership: il tema, secondo l’ex premier, non è chi va a Palazzo Chigi ma che ci vada il Pd e per farlo con il Rosatellum serve una coalizione e non il candidato premier.
I CONFRONTI CON LE PRECEDENTI REGIONALI
Alla “sfida gentile” di Fabrizio Micari non credeva di fatto più nessuno così come già il voto a Palermo aveva segnalato che il Pd in Sicilia continua ad arrancare. “Ma dove e’ la novità? – si difendono i renziani – la scorsa volta si è vinto con il 13 per cento del Pd, con l’11 dell’Udc e il 6 della sinistra di Crocetta e perché la destra era divisa”.