È un Silvio Berlusconi ansioso di ridiscendere in campo, anche come padre nobile, quello che ha chiuso #IdeeItalia, la 3 giorni azzurra ideata da Maria Stella Gelmini e da Paolo Romani. Tanti i temi toccati dal fondatore di Forza Italia: dalle tasse al welfare, passando per la politica estera, l’immigrazione e la necessità di arginare i populismi che in Italia, a suo dire, sono rappresentati da Movimento 5 Stelle. Del tutto ignorato, invece, il PD di Renzi che, a quanto pare, non è più considerato come l’avversario da battere alle politiche del 2018.
LA NUOVA RIVOLUZIONE LIBERALE
La ricetta che Silvio Berlusconi propone alla platea di #IdeeItalia è rodata: meno tasse, meno Stato, più garanzie per ciascuno che, spiega, significa un sistema giudiziario meno aggressivo. “Aboliremo il bollo della prima auto” promette ma il suo programma (condiviso dagli alleati con cui comporrà la coalizione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni) è rivolto soprattutto alla terza età.
PENSIONI E WELFARE
“Le pensioni, minime e non solo – scandisce Berlusconi – dovranno essere adeguate al vero cambio lira-euro. Il passaggio alla moneta unica – ricorda l’ex presidente del Consiglio – ha dimezzato le pensioni e il potere di acquisto. Mi impegnai a portare le minime a un milione di lire al mese ma poi, nel 2001, si trasformarono in appena 500 euro. Per questo occorre agganciarle a nuovi parametri”. Il programma di Forza Italia prevede ulteriori aiuti ai pensionati: “Abbiamo allo studio – aggiunge – un nutrito numero di facilitazioni economiche per gli anziani: convenzioni odontoiatriche, convenzioni con gli oculisti, ma anche con i trasporti e con i cinema così da consentire a chi oggi è in pensione di trascorrere qualche pomeriggio in spensieratezza”. Infine “visto che gli studi dimostrano che un anziano che gode della compagnia di un cane è più felice, pensiamo anche di consentire visite gratis dai veterinari a cadenza quindicinale”.
FLAT TAX
“Seguiremo l’esempio tracciato da Hong Kong che ha adottato la flat tax nel 1947 e ha potuto contare sui suoi innegabili benefici” prosegue Berlusconi introducendo il tema della tassazione e, nello specifico, la possibilità di introdurre il modello ideato dall’Istituto Bruno Leoni. “Sarà una imposta – illustra il fondatore di Forza Italia – uguale per famiglie e imprese con una sua no tax area fino a 12 mila euro, dunque ispirata al principio di progressività. Ci aspettiamo che spazzi via l’evasione e incentivi i consumi e la produzione”. “In questo modo – conclude – si rimetterà in moto l’economia e si creeranno nuovi posti di lavoro”.
DOVE TROVA I SOLDI?
Al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti chiamato a moderare l’incontro, che gli chiede dove troverà i fondi necessari per fare tutto ciò, Berlusconi risponde con una battuta: “Finora quando cercavo i soldi mettevo le mani in tasca e li ho sempre trovati”. Poi entra nel merito: “Renato Brunetta se ne sta occupando, ma ho anche intenzione di tagliare le spese dello Stato. Sono convinto che ogni dieci anni si debba fare un tagliando alle infrastrutture dello Stato così come avviene con le imprese, in modo da riorganizzarle e ottimizzarle, riducendo gli sprechi e adattandole alla società che cambia. Io con le mie aziende ho sempre fatto così – spiega – dovremmo applicare lo stesso meccanismo anche a tutti gli enti istituzionali, da quelli locali fino a quelli centrali e di certo riusciremmo a risparmiare molti soldi”.
L’IMMIGRAZIONE
“Anni fa – racconta introducendo il tema dell’immigrazione – mi trovavo nel Congo per costruire infrastrutture. Parlai con un ragazzo del posto, scalzo, con addosso la stessa maglietta logora da 5 anni. Lui mi disse che di fronte a una simile povertà aveva il dovere nei confronti dei suoi famigliari di cercare fortuna in Europa. Io credo invece che i Paesi del benessere abbiano il dovere di aiutare gli Stati meno fortunati a crescere economicamente”. “Ho in mente – annuncia – un grande ‘Piano Marshall’ per gli stati africani. Lo ho già sottoposto a Bush, a Putin e al PPE. Gli Stati ricchi possono contribuire allo sviluppo di quelli in difficoltà stampando 500 miliardi di banconote l’anno e portando là imprese e know-how”
L’ASTENSIONE
Sul problema dell’astensione che ha ripreso a crescere, Berlusconi ha le idee chiare: “Il 90% degli elettori che oggi si astengono sono dei moderati come me. Bisognerà convincerli uno a uno, casa per casa. Capisco il loro disgusto per la politica dato dall’attuale legislatura in scadenza – ammette – ma proprio per questo da domani girerò tutte le regioni del Paese per fare capire loro che una alternativa è realmente possibile”.
MOVIMENTO 5 STELLE
Le sole parole dure Berlusconi le riserva ai 5 Stelle: “Signori senza arte né parte, dominati dal pauperismo, dal giustizialismo e dall’odio sociale nei confronti di chi è riuscito a fare soldi nella vita. L’87% dei parlamentari grillini – prosegue – non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi. Un vecchio comico e un professionista della comunicazione si approfittano della pochezza di queste persone”. “I 5 Stelle – avverte – vogliono una patrimoniale al 10%, ristabilire l’Ici quando per noi la casa è sacra e imporre una imposta di successione al 45%”.
DI MAIO
“Il loro front-man, Luigi Di Maio, ha la faccia pulita, ma – avverte l’ex Cav – se si guarda al suo curriculum si scopre che ha fatto Legge e ha fallito, ha fatto Ingegneria e ha fallito. Il solo lavoro che ha mai fatto è lo steward allo stadio San Paolo per vedersi il Napoli gratis”. “Quando nel ’94 – aggiunge – scesi in campo lo feci per contrastare l’ideologia criminale e disumana dei comunisti. Oggi il vero pericolo è rappresentato da Movimento 5 Stelle. Già adesso – spiega – siamo dominati da una dittatura fiscale e giudiziaria, non immagino con loro cosa accadrebbe”.
LA SUCCESSIONE E IL DOPO-BERLUSCONI
“Occorre puntare sulla società civile se si vuole trovare un candidato che prenda il mio posto” motiva Berlusconi. “Il prossimo governo che ho in mente avrà solo 8 ministri politici: 3 di Forza Italia, 3 della Lega e 2 di Fratelli d’Italia. Gli altri proverranno dal mondo imprenditoriale, manageriale e accademico. Già ora sto sentendo molte persone e spero di trovare prima o poi tra loro qualcuno con sufficiente civismo che faccia come me nel 1994: abbandoni un lavoro che ama per dedicarsi alla cosa pubblica”.