“Non pagheremo”, “sì pagheremo”, “forse pagheremo”, “i soldi ce li abbiamo, ma chissà se paghiamo”. Da settimane il Venezuela di Nicolás Maduro è sull’orlo del default (tecnicamente parlando, perché i venezuelani soffrono gli effetti concreti della bancarotta del Paese ormai da anni). Nonostante il governo socialista abbia affermato che le risorse per pagare il debito estero sono arrivate dagli alleati russi e cinesi grazie alla riorganizzazione dei titoli di Stato e dei titoli della petrolifera statale Pdvsa (qui l’articolo di Formiche.net), l’Associazione di Swaps e Derivati (ISDA) ha dichiarato giovedì che il Venezuela è in una situazione di violazione dei pagamenti. La scorsa settimana tre bond del debito pubblico sono scaduti (anche nel periodo di grazia) per un valore di circa 280 milioni di dollari. Le autorità economiche venezuelane hanno detto che si era provveduto al pagamento, ma gli investitori non hanno ancora ricevuto nulla.
LA QUALIFICAZIONE NEGATIVA DI S&P
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha emesso per la seconda volta un giudizio negativo del default parziale, questa volta per il mancato pagamento dei titoli sovrani venezuelani del 2025 e del 2026: “Il Venezuela non ha pagato 237 milioni di dollari”. S&P Global Ratings mantiene così la prospettiva negativa del Paese rispetto alla situazione di mora. “Il governo venezuelano – ha aggiunto – potrebbe incorrere in nuovi mancati pagamenti o chiedere uno scambio del debito, il che si traduce in un default nei prossimi tre mesi”. Il governo di Maduro ha ribadito che alcuni pagamenti sono stati fatti e che nei prossimi giorni si faranno gli altri. Attualmente, il Venezuela è nello stesso livello finanziario di rischio del Mozambico, secondo S&P.
CITGO VERSO IL PIGNORAMENTO?
Secondo Eurasia Group, in caso di non rispettare gli obblighi, la filiera di Pdvsa negli Stati Uniti, Citgo, potrebbe essere pignorata. César Aristimuño, esperto di debito, ha detto all’agenzia di notizie Afp che la crisi finanziaria venezuelana “tende ad aggravarsi. Il governo deve chiarire rapidamente. La mancanza di una dichiarazione ufficiale genera incertezza”.
LA STRATEGIA DI PERDERE TEMPO
L’economista Milton Guzmán sostiene che la situazione registrata la scorsa settimana in Venezuela è “soltanto l’inizio di un lungo processo d’intendimento rispetto all’interesse che ha il governo venezuelano con relazione al tema del debito internazionale”. In un articolo pubblicato su Miami Diario, l’esperto ha detto che tutto indica che il governo ha come “obiettivo guadagnare tempo o cercare di persuadere il governo degli Stati Uniti, la comunità internazionale e anche l’opposizione venezuelana perché si eliminino o ‘alleggeriscano’ le sanzioni economiche imposte, incluse le transazioni dei titoli venezuelani, che secondo la nostra opinione ha poche probabilità di succedere. Anzi, quasi pari a zero”.
PREOCCUPAZIONE PER GLI ITALIANI IN VENEZUELA
La crisi in Venezuela preoccupa anche agli italiani. Il Consiglio generale degli Italiani all’estero (Cgie) ha lamentato la “perdurante drammatica situazione di pericolo” in cui versa il Venezuela, “con particolare riferimento alla nostra numerosa e vitale comunità” ed auspica una “prossima soluzione della crisi”. Il segretario generale della Cgie, Michele Schiavone, ha sottolineato durante l’Assemblea plenaria alla Farnesina “la mancanza di generi di prima necessità e la privazione della libertà” in Venezuela.