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Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ecco le prossime tappe dell’integrazione

intesa, vicenza

Anche se il perimetro potrebbe cambiare rispetto allo schema iniziale con qualche significativa correzione per la componente dei crediti in bonis traballanti (high risk), la messa in sicurezza delle banche venete dovrebbe tagliare il traguardo entro la prima settimana di dicembre. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’esito della due diligence sugli asset delle ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca è atteso in tempi brevissimi. Inizialmente si era ipotizzata la data di giovedì 23, ma è possibile che il documento finale arrivi nei prossimi giorni certificando i saldi definitivi per Intesa Sanpaolo (per cui hanno lavorato le squadre di Stefano Barrese ed Eliano Omar Lodesani, affiancate dallo studio legale Pedersoli e dall’advisor finanziario Kpmg) e per le ex banche in liquidazione.

LA TEMPISTICA

A parte il ritardo iniziale, l’allungamento dei tempi sarebbe dovuto alla necessità di rivedere il perimetro del salvataggio. Secondo quanto appreso, la situazione di numerosi crediti risulterebbe più critica del previsto, soprattutto per quanto riguarda la componente in bonis ad alto rischio. La riclassificazione potrebbe riguardare posizioni per qualche centinaio di milioni di valore lordo, su cui ancora nei giorni scorsi erano in corso confronti. Il decreto approvato nel giugno scorso dà la possibilità a Intesa di retrocedere alla liquidazione coatta amministrativa i crediti che non risultino in bonis. Operazione che la banca guidata da Carlo Messina (in foto) potrà compiere fino al 31 dicembre 2020. Nel dettaglio, 30 giorni prima della conclusione di ogni trimestre Intesa potrà inviare ai commissari una comunicazione scritta contenente l’individuazione dei singoli crediti ad alto rischio riclassificati e una dichiarazione del revisore legale dei conti. Entro dieci giorni dall’invio della comunicazione la banca procederà alla cessione degli stock in questione, ricevendo in cambio una somma corrispondente al valore lordo di bilancio dei crediti stessi al netto degli accantonamenti.

I PROSSIMI PASSI

Chiusa la partita della due diligence, Intesa si concentrerà sulla migrazione dei sistemi prevista per il fine settimana dell’Immacolata. Già lo scorso week end, però, la banca avrebbe compiuto una prova generale del delicato processo, riportandone un risultato soddisfacente. Se insomma il processo di integrazione appare ormai in discesa per la Ca’ de Sass, più complesso sarà l’iter degli asset deteriorati. Ancora oggi i crediti sono parcheggiati nelle due banche in liquidazione, anche se il governo lavorerebbe intensamente al decreto per il trasferimento nella Società Gestione Attività (Sga).

LE INDISCREZIONI

Il provvedimento è atteso entro venerdì 8 dicembre, anche se il processo potrebbe essere complicato dall’individuazione dei servicer. Come riportato la scorsa settimana da MF-Milano Finanza, il nuovo Codice degli Appalti imporrebbe il passaggio a una gara a evidenza pubblica per la selezione dei soggetti cui affidare la gestione degli npl che non saranno gestiti in casa. La società guidata da Marina Natale dovrà poi affrontare un secondo aspetto molto delicato: la gestione degli unlikely to pay. L’orientamento del Tesoro sarebbe la creazione di una piattaforma di gestione che coinvolga al fianco di Sga diverse banche tra cui la stessa Intesa . Resta da capire quale sarà il trattamento dei contratti di credito vivi: è molto improbabile che le banche ne assumano la proprietà ma è difficile immaginare in questo ruolo Sga, che banca non è.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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