Quasi 1.500 miliardi. A tanto ammontano i prestiti concessi dalle banche italiane nel terzo trimestre del 2017 secondo i dati diffusi da Via Nazionale su rilevazione della Centrale dei rischi. Dei poco più di 1.489 miliardi – questa la cifra esatta – la parte del leone spetta alle società non finanziarie che sfiorano gli 869 miliardi; seguono, ben distaccate, le società finanziarie con oltre 291 miliardi e le famiglie consumatrici con 221,7 miliardi. Fanalino di coda sono le famiglie produttrici con quasi 56 miliardi e le amministrazioni pubbliche con quasi 50 miliardi.
A livello geografico si nota una forte disparità tra il Nord Ovest e il resto del Paese: a fronte degli oltre 655 miliardi di prestiti accordati in quest’area (di cui oltre 533 nella sola Lombardia), si registrano i poco più di 366 nel Nord est e i 306,2 al Centro (di questi oltre 180 nel Lazio). Chiudono a forte distanza il Sud, che sfiora i 110 miliardi con Campania e Puglia che insieme fanno segnare 80 miliardi di prestiti, e le Isole con 51,1 miliardi.
Per quanto riguarda la classe dimensionale, alle società finanziarie viene concesso un fido mediamente pari a 29,95 milioni. Tutte le altre tipologie di clientela sono ben distaccate: per la Pa la media è di 6,57 milioni, per le società non finanziarie di 1,23 milioni, per le famiglie produttrici di 130 mila euro e per le famiglie consumatrici di 100 mila euro.
TASSO MEDIO D’INTERESSE PRESTITI PER ACQUISTO ABITAZIONI
Altro dato interessante fornito dalla Banca d’Italia riguarda il tasso d’interesse medio dei prestiti concessi alle famiglie consumatrici per comprare l’abitazione. Al 30 settembre 2017 il tasso più basso si registra in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto con l’1,93%, seguiti dal Trentino-Alto Adige con l’1,96%. Tra 2,01% e 2,06% troviamo Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Piemonte e Valle d’Aosta mentre si sale al 2,17% in Basilicata, al 2,23% nel Lazio e al 2,26% in Umbria. Tassi mediamente più alti al Sud e nelle Isole: 2,27% in Campania e in Sicilia, 2,29% in Calabria, 2,3% in Abruzzo e in Molise, 2,33% in Puglia e 2,38% in Sardegna.