“Piccole pale” crescono. Secondo il rapporto “II punto sull’eolico” pubblicato dal Gse (il Gestore dei servizi energetici), in Italia, negli ultimi tre anni, i mini impianti eolici, da 20 e 200 kW, sono cresciuti in modo rilevante raggiungendo le 2.178 unità. Crescita che si è registrata soprattutto nel sud del Paese e nelle isole. Nel mercato sono quindi presenti, oltre che colossi del calibro di Vestas o Siemens Gamesa, moltissimi operatori meno conosciuti. Di qui una estrema frammentazione del settore, nonostante siano presenti “mini produttori” con importanti quote di mercato.
Nelle specifico, guardando agli impianti che vanno da 1 a 20 kW primeggia Gaia Wind con una quota del 29% e seguono Tozzi Nord con il 12% e Solar Finance (10%); c’è poi un 31% sotto la voce “altri”. Da 20 a 60 kW c’è Rago Solar Energy con il 14% e subito dopo Northern Power (13%), Tozzi e Espe (6%); il 51% sono “altri”. Da 60 a 200 kW c’è Vestas (15%), Oro Gold (14%), Seva e Simic (6%), mentre il 42% è sotto la voce “altri”; infine tra i big (più di 5 mila kW) troviamo Vestas (46%), Senvior (23%), Siemens (12%), Gamesa (11%), Nordex e Enercon (4%), zero alla voce “altri”.
Una vera e propria costellazione, dunque, dove più si sale di potenza, più il mercato è concentrato con pochi operatori che dominano: dai dati emerge chiaramente che oltre i 5 mila kW ci sono solo sei operatori. Tutto ciò ha portato nel 2016 a realizzare investimenti in nuovi impianti eolici per circa mezzo miliardo di euro. I costi di investimento, in larga parte dovuti agli aerogeneratori, risultano sensibilmente decrescenti all’aumentare della taglia di impianto, con valori compresi tra 1,5 euro milioni/MW e 5 euro mln/MW
L’analisi del Gse si sofferma anche sugli esiti dell’incentivazione prevista nei due provvedimenti di riferimento (dm 6/7/2012 e 23/6/2016), che hanno visto nell’eolico la fonte maggiormente sostenuta. A fine 2016 gli impianti incentivati costituiscono il 92% della potenza eolica totale in esercizio e al 30 giugno 2017 risultano oltre 3.150 impianti incentivati fino a 200 kW. Ad oggi il costo indicativo dell’eolico pesa per circa 1,49 miliardi sul totale di quello cumulato annuo degli incentivi per le fonti non fotovoltaiche, pari a 5,57 miliardi di euro.
Il Gse ricorda che tra il 2017 al 2019 risultano in scadenza 1400 MW di impianti incentivati, con una riduzione attesa del costo di incentivazione intorno ai 230 milioni di euro. Al contempo, entro il 2020 entreranno in esercizio circa 1200 MW di nuove pale, con un costo d’incentivazione di circa 80 milioni di euro. Per la fine di quest’anno si prevede l’incentivazione di circa 440 MW di eolico, con un costo che si aggira ai 40 milioni. Tra il 2018 e il 2020 sono attesi impianti per altri 760 MW, e anche qui il costo di incentivazione totale sarà intorno ai 40 milioni.