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Fitto, Lupi e Tosi allargano il centrodestra. Ecco come

Di Aldo Puthod
centrodestra

Supereremo il 3% e assicureremo il governo del Paese. La neonata quarta gamba del centrodestra è sicura di portare a casa non solo qualche parlamentare nell’uninominale, ma anche un risultato di sostanza nella quota proporzionale, la più importante per l’esito e i futuri equilibri della coalizione.

Il Rosatellum del resto è implacabile: sotto il 3 per cento si diventa solo portatori di sangue per gli altri partiti della coalizione, che si spartiscono quei voti divenuti “improduttivi” per chi li ha raccolti. Sopra ci si può sentire “protagonisti”.

Il compito dei sei fondatori di “Noi con l’Italia” (Raffaele Fitto, Maurizio Lupi, Enrico Costa, Saverio Romano, Enrico Zanetti e Flavio Tosi) non appare facile. Già nel giorno del battesimo appaiono i primi distinguo e le prime prese di distanza. Mancava al battesimo il leader di Idea, Gaetano Quagliariello (e tanto basta a togliere loro l’etichetta evocativa di “Magnifici 7”). E arriva, lo stesso giorno, il no di Stefano Parisi: la sua Energie per l’Italia non sarà della partita, vuole volare più alto.

Ma la porta rimane aperta a chiunque vorrà far parte del progetto, assicura Saverio Romano. Perché l’obiettivo è dare una mano a Berlusconi, e spostare l’asse della coalizione. Cioè – per uscir di metafora – contrastare Matteo Salvini, il suo radicalismo e le sue aspirazioni di leadership dell’area di centrodestra.

L’ambizione, spiega il neo-coordinatore Maurizio Lupi, è di garantire la governabilità del Paese perché, come aggiunge il presidente Raffaele Fitto, “grazie a noi il centrodestra può raggiungere il 40%”. “Con noi – dice un avversario storico di Salvini, Flavio Tosi – il centrodestra può vincere e governare da solo”.

Siamo la quarta gamba, spiega Enrico Costa, perché la coalizione ha bisogno di “equilibrio e stabilità”.

Insomma, dalle dichiarazioni del giorno zero di Noi con l’Italia non emerge alcuna animosità interna. Né con gli alleati meno moderati né con chi per il momento si è sottratto all’appello della nuova formazione.

Ma che la “quarta gamba” sia molto vicina al Cavaliere non sfugge a nessuno. “Non nasce in laboratorio, ma dopo l’apertura di Berlusconi”, come dice Costa.

A questo punto non resta che attendere. E non solo o tanto l’esito elettorale, quanto la risposta degli altri possibili partecipanti e soprattutto l’accoglienza degli attuali protagonisti del centrodestra.

Salvini ha già detto chiaramente come vede certi “ripescaggi” di ex sostenitori dei governi di centrosinistra. E la presenza anche di Tosi di certo non gli farà piacere. Ma intanto Berlusconi guarda e benedice.



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