Non solo sostenibilità ambientale. La transizione energetica verso le rinnovabili offrirà posti di lavoro e aumenterà la competitività delle imprese nazionali. Parola del premier Paolo Gentiloni, intervenuto questa mattina, a Roma, all’evento promosso da Enel dal titolo “L’Italia e le energie rinnovabili”.
LE OPPORTUNITA’ DEL SETTORE
“Il punto di partenza è la consapevolezza che siamo di fronte a una transizione di portata straordinaria, a lungo attesa, discussa e incentivata dalle politiche pubbliche di mezzo mondo che, da alcuni anni, corre sulle proprie gambe”, ha detto il presidente del Consiglio. Per l’Italia, tale transizione porta con sé due conseguenze: “La realizzazione di energie più pulite per il futuro del Paese, e l’esaltazione della competitività del nostro sistema industriale”. Il passaggio al rinnovabile deve in qualche modo uscire dal ghetto intellettuale della sostenibilità ambientale. Nonostante il trend dell’aumento della porzione rinnovabile sul mix energetico mondiale sia “una buona notizia per il mondo intero”, “non è charity”, ha chiarito Gentiloni. Si tratta “di un vettore straordinario di competitività dei nostri sistemi economici, di una scelta per il futuro e per l’oggi che rafforza il nostro sistema”. Perciò, “il contributo italiano alla transizione mondiale, davvero molto rilevante, va valorizzato”.
UN MOMENTO DI SVOLTA
“Ci troviamo in un momento di svolta”, ha detto il premier. “L’ultimo rapporto sulle tendenze globali dell’Unep (il programma Onu per l’ambiente, ndr) afferma che la capacità installata di rinnovabili è aumentata dell’8% nell’ultimo anno e che la spesa per megawatt, nello stesso periodo, è calata del 10%”. Inoltre, “gli investimenti sono stati il doppio rispetto a quelli in combustibili fossili”. Numeri che “smontano molti pregiudizi”, in particolare l’idea che la “transizione fosse un operazione basata su incentivi pubblici”. Sicuramente, ha spiegato Gentiloni, “c’è stata questa spinta, grazie a scelte politiche e strategiche molto condivisibili”. Eppure, “l’idea di impraticabilità economica è completamente superata dai fatti: stiamo parlando di fonti assolutamente competitive”.
LA QUESTIONE AMBIENTALE
Oltre alle opportunità economiche però, i trend sono “una buona notizia per il mondo e per l’Italia” per l’impatto che hanno in termini di sostenibilità ambientale. Tuttavia, c’è ancora molto da fare. “Gli accordi di Parigi devono essere attuati, con finanziamenti e passi in avanti che si giocano in questi anni”, ha ricordato il premier. “Deve crescere la consapevolezza del fatto che stiamo sempre meno parlando di scenari futuristici ma di realtà che stanno già producendo effetti nel mondo”. Reduce dal recente viaggio in Africa, Gentiloni ha ricordato l’impatto dei cambiamenti climatici sul continente, in termini di siccità, malnutrizione e flussi migratori.
LA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE
In tutti questi aspetti – compreso il piano dell’Unione europea per una Low-carbon economy che ha come obiettivo strategico la decarbonizzazione totale – l’Italia può essere un leader mondiale. “La Strategia energetica nazionale (la Sen, presentata dal governo lo scorso mese, ndr) può essere un benchmark molto positivo”. Agli obiettivi generali di sostenibilità e sicurezza, ha ricordato Gentiloni, seguono target numerici legati a scadenze “sfidanti e ambiziose”. Tra queste, il raggiungimento del 28% di rinnovabili sui consumi complessivi entro il 2030, del 55% su quelli elettrici, la riduzione del 25% dei costi energetici per le imprese e l’uscita progressiva dal carbone nel 2025. “Si tratta di una scommessa importante che si porta dietro 175 miliardi di investimenti” e che parte da una situazione in cui “l’Italia già fa meglio di altri grandi player europei come Francia o Germania”. L’obiettivo è aumentare ancora la competitività del sistema italiano. “Viaggiando dall’America latina all’Africa – ha rimarcato Gentiloni – ho visto quanta domanda di Italia c’è nel mondo”. E la risposta deve avvenire “con un modello avanzato di energie rinnovabili, con un salto verso la digitalizzazione e con l’impegno dell’efficienza energetica”. Così, “sarà un business per le aziende italiane ma soprattutto un risultato straordinario per l’umanità”. Al contrario, ha ammonito, “sarebbe un’assoluta follia ambientale e sociale”.
PIU’ POSTI DI LAVORO
“Non c’è dubbio che la transizione alle fonti energetiche rinnovabili porterà con sé anche un numero molto significativo di posti di lavoro”, ha aggiunto Gentiloni. Per il quale gli occupati nel settore, “passeranno, a livello globale, dai 10 milioni del 2016 ai 24 del 2030”. Per questo e per cogliere le opportunità di competitività internazionale, ha concluso, “occorre lavorare sul capitale umano, sulla professionalità e sulla capacità di innovazione”.