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Tutti i dettagli sul lancio di questa sera di quattro satelliti del programma Galileo

Tutto pronto per il lancio di altri quattro satelliti di Galileo, il programma europeo di navigazione satellitare che affrancherà il Vecchio continente dal Gps americano. Tra il compleanno di Cosmo-SkyMed e il prossimo ritorno di Paolo Nespoli (previsto per giovedì), il nuovo lancio arriva in una settimana intensa per lo Spazio italiano che, anche con il programma europeo, dimostra le proprie capacità.

IL PROGRAMMA

Galileo è il programma di navigazione satellitare frutto della collaborazione tra la Commissione europea e l’Agenzia spaziale europea (Esa). Concepito per uso civile, il sistema consentirà di ottenere un’accuratezza nel posizionamento mai raggiunta prima, senza le limitazioni e le interruzioni di altri sistemi a uso duale, come il Gps. I quattro satelliti che verranno lanciati stasera porteranno a 22 una costellazione che, in piena operatività, ne conterà 24 più 6 di riserva. Nell’estate 2018 è previsto poi il prossimo lancio, con altri quattro. Intanto, però, il sistema è entrato in operatività già a dicembre 2016. Da quel momento, mentre la costellazione è cresciuta, “nuovi servizi sono stati testati e resi disponibili”, spiega l’Esa. Nel 2020 è previsto il completamento del sistema.

IL CONTRIBUTO ITALIANO

Fin dalle origini del programma, il ruolo italiano è notevole, sia con l’Agenzia spaziale italiana (Asi), sia con l’industria nazionale, soprattutto con Leonardo e le due joint venture Thales Alenia Space e Telespazio. La prima è responsabile delle attività di supporto industriale relative a progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema. La seconda ha realizzato presso il Centro spaziale del Fucino uno dei due centri di controllo (Gcc) che gestiscono la costellazione e la missione Galileo. Attraverso Spaceopal (50% Telespazio, 50% DLR) è inoltre responsabile delle operazioni e della logistica integrata dell’intero sistema. La Divisione sistemi avionici e spaziali di Leonardo, infine, fornisce il PHM, il primo orologio atomico all’idrogeno costruito per applicazioni spaziali che equipaggia tutti i satelliti della costellazione, e il sensore all’infrarosso Ires-N2 per il controllo dell’assetto dei satelliti.

GLI ULTIMI PREPARATIVI

Con questi componenti italiani, i quattro satelliti della costellazione pronti a partire sono ormai posizionati nella parte superiore del razzo Ariane 5 che avrà il compito di portarli nell’orbita prestabilita. “La messa a punto finale di Ariane 5 si è svolta in modo nominale nel Final Assembly Building che ospita l’ultima fase della preparazione dei payload”, ha spiegato l’Agenzia spaziale italiana (Asi). “Qui i tecnici dell’Esa, hanno collegato i satelliti al dispenser di Ariane, il supporto posizionato nell’ogiva del razzo che si occupa del rilascio dei payload in orbita”.

IL LANCIO

Il volo VA240 partirà dalla base spaziale di Kourou, in Guyana francese, alle 15:36 ora locale (in Italia saranno le 19:36). I satelliti 19, 20, 21, e 22 saranno portati in orbita da un Ariane 5 in versione Evolution Storable (ES), che sarà così utilizzata per la seconda volta per trasportare componenti della costellazione Galileo. Il volo, dal decollo alla separazione dei satelliti, impiegherà quasi quattro ore per raggiungere l”orbita terreste media (Meo), a un’altitudine di circa 23mila chilometri. Una volta rilasciati, i satelliti dovranno collocarsi autonomamente nella loro orbita di lavoro, situata a un’altezza superiore a quella iniziale. Per Ariane 5, il più grande lanciatore della famiglia europea, si tratta del sesto lancio del 2017 a cui partecipa, anche in questo caso, un bel pezzo di Italia. Avio, l’azienda di Colleferro specializzata in vettori, realizza la turbopompa a ossigeno liquido del motore criogenico Vulcain e i due motori laterali a propellente solido del lanciatore. Oltre a realizzare il più piccolo Vega, di cui la controllata ELV (partecipata al 30% dall’Asi) è capocommessa, il Gruppo guidato da Giulio Ranzo è inoltre impegnata nel nuovo lanciatore Vega C e parteciperà al nuovo lanciatore Ariane 6 con i nuovi motori a solido e le turbopompe ad ossigeno liquido Vinci e Vulcain.

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