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Populisti al governo a Vienna, esultano Le Pen e Wilders

Anche una delegazione della Lega Nord era presente ieri al Top Hotel di Chodov, a Praga, al raduno del “Movimento per un’Europa di nazioni e libertà”, l’internazionale dei partiti populisti e di estrema destra del Vecchio Continente. Un summit che si è tenuto alla presenza di star come la leader del Front National Marine Le Pen e il capo del Partito della Libertà olandese Geert Wilders. E che si è tenuto in concomitanza con il raggiungimento a Vienna di un’intesa per la formazione del nuovo governo di coalizione guidato dai popolari di Sebastian Kurz, in cui il Partito della Libertà (Fpö) di Heinz-Christian Strache ha ottenuto una serie di ministeri chiave, tra cui gli Interni, affidati ad Herbert Kickl, la Difesa, che va a Mario Kunasek, e gli Esteri, gestiti da Karin Kneissl.

Una svolta, quella austriaca, salutata da Le Pen come una “ottima notizia per l’Europa”. L’ingresso in un esecutivo europeo di un “partito fratello” è un segnale importante, dice Wilders, perché finalmente il populismo “viene preso sul serio”.

Le parole d’ordine che risuonano a Praga sono quelle di sempre: no all’islam radicale, no all’immigrazione incontrollata, lotta senza quartiere contro Bruxelles. “Ci opponiamo all’Unione Europea”, sostiene Le Pen, “perché crediamo che sia un’organizzazione catastroficamente disastrosa”. “L’immigrazione sta diventando insopportabile”, aggiunge Marine, “le nostre culture vengono distrutte”.

L’ospite, a Praga, è Tomio Okamura, padre giapponese-coreano e madre ceca, il cui partito – Democrazia Diretta e Libertà (SPD) – ha registrato alle ultime elezioni un vero e proprio exploit, con il 10,6% dei consensi. La sua visione del mondo è chiara e riflette la Weltanschaung di tutti i movimenti populisti: “Ci piace la diversità. Mi piace che gli olandesi siano olandesi, mi piace che i cechi siano cechi, mi piace che i francesi siano francesi, mi piace che gli italiani siano italiani”.

I populisti europei guardano a Donald Trump come campione della propria causa. “Dobbiamo avere il coraggio”, dice Wilders, “di introdurre un travel ban come ha fatto il presidente Trump negli Stati Uniti. Dobbiamo avere il coraggio di rispedire indietro ogni barcone di immigrati illegali, come sta facendo l’Australia da molto tempo. Dobbiamo avere il coraggio di limitare l’immigrazione illegale invece di aumentarla. Anche se questo spesso vuol dire costruire muri, come hanno fatto i coraggiosi ungheresi. A loro va il mio plauso. dobbiamo avere il coraggio di rimpatriare gli immigrati irregolari”.

Tutti guardano a Vienna con speranza. Il governo in cui Strache sarà vice-cancelliere è il primo, in Europa, in cui un partito di ultra-destra entra nel palazzo. A guirdarlo sarà però un uomo, Kurtz, che ha fatto voto di europeismo, rigettando ogni ipotesi di referendum alla Brexit – come invece avrebbe sperato Strache. Per il resto, in ogni caso, i popolari dell’Övp e i populisti del Fpö andranno d’amore e d’accordo, uniti come sono nella volontà di condurre la “lotta all’islam radicale” e nel contrastare chi, come il primo ministro italiano Paolo Gentiloni e la cancelliera tedesca Angela Merkel, vorrebbe un’Europa accogliente nei confronti dei migranti.


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