La riforma della governance spaziale italiana è finalmente legge. La commissione Attività produttive della Camera, presieduta da Guglielmo Epifani, ha approvato oggi, in sede legislativa, la proposta di legge sulla riforma della governance spaziale italiana.
I COMMENTI DI PURI E BATTISTON
“È un successo per tutto il Paese, per il mondo industriale, per quello amministrativo e per la politica”, ha detto ad Airpress il generale Paolo Puri, autorità nazionale responsabile per il Prs di Galileo e ideatore della riforma tramite l’esperimento, pienamente riuscito, della Cabina di regia. “Con la legge – ha aggiunto – ci poniamo al pari delle nazioni con le quali ci confrontiamo nel contesto internazionale, dotandoci di uno strumento legislativo che finalmente ci permette di parlare di politica nazionale spaziale”. Con questa nuova governance, l’Italia si dota di “una configurazione, richiesta e necessaria da tempo, del rapporto tra potere politico centrale di governo, l’Agenzia spaziale in quanto architetto di sistema, l’insieme dei ministeri coinvolti, la filiera dell’industria, della ricerca e degli utilizzatori”, ha rimarcato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston (in foto).
L’ITER LEGISLATIVO
Superata la paura che l’iter potesse essere bloccato dal fine legislatura, l’approvazione rappresenta una vittoria per il Paese che, dopo anni di discussione, trova così un maggiore coordinamento della propria politica spaziale, diventato ormai imprescindibile. L’esame in commissione alla Camera era iniziato il 5 ottobre scorso, dopo che il Senato, a fine maggio, aveva approvato il testo del disegno di legge denominato “Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia spaziale italiana”. Già allora, nella camera alta del parlamento, dopo tre anni di dibattito, il consenso delle forze politiche era stato pressoché unanime, vista l’esigenza di un rinnovamento dell’assetto istituzionale per un settore così rilevante date anche le importanti ricadute sul potenziale di crescita del Paese.
UN IMPEGNO POLITICO TRASVERSALE
“L’Italia si va a dotare dello strumento normativo più idoneo e tra i più avanzati in Europa per guidare, coordinare e condividere le politiche del settore”, ha scritto su Airpress Gianluca Benamati, membro della X Commissione della Camera e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sullo spazio. Nel lungo percorso di approvazione, “si è potuto giungere a una formulazione finale condivisa da tutti gli attori istituzionali e industriali interessati, e da tutte le forze politiche”, ha aggiunto il deputato Pd. “Si è arrivati alla riforma con un lavoro corale come capita di rado”, ha rimarcato Catia Polidori, anche lei membro della X Commissione della Camera, sull’ultimo numero di Airpress. “Il legislatore – ha ricordato l’onorevole in quota Forza Italia – ha ritenuto di dotare un settore tanto composito e complesso di una normativa più organica e di concorrere al coordinamento delle politiche dedicate”.
DALLA CABINA DI REGIA AL COMITATO INTERMINISTERIALE
Nello specifico, la riforma attribuisce al presidente del Consiglio dei Ministri i compiti di indirizzo governativo e il coordinamento delle politiche concernenti il settore spaziale e aerospaziale. Per questo scopo, viene introdotto un Comitato interministeriale che rappresenta l’istituzionalizzazione di quella “Cabina di Regia” nata grazie all’azione del generale Paolo Puri, già consigliere militare di Palazzo Chigi e ora autorità nazionale responsabile per il Prs del programma Galileo, e istituita dall’allora consigliere militare del presidente del Consiglio Carlo Magrassi, oggi segretario generale della Difesa. “Raramente – ha spiegato il generale Puri – succede che una legge venga preceduta da una sorta di best practice; con la Cabina di regia abbiamo anticipato gli affetti della legge e vederla ora ufficializzata è un fatto raro che dovrebbe essere replicato anche su altri fronti”. Il Comitato, ha aggiunto Puri, “consentirà all’Italia di dotarsi di un nuovo e innovativo strumento di governance per far fronte alle sfide tecnologiche, industriali e commerciali che mettono a dura prova la competitività delle nostre aziende, portando all’attenzione di un organo collegiale interministeriale le competenze oggi relegate a un solo dicastero”.
Altri Paesi, come la Francia, ha detto ad Airpress il presidente dell’Asi Roberto Battiston, “hanno già una struttura simile a questa, proprio perché l’investimento nel settore spaziale richiede grandi risorse, strategie di medio-lungo termine e una capacità di rispondere a esigenze strutturali del Paese”, che riguardano tutti gli attori coinvolti. È perciò “corretto – ha aggiunto – che sia gestito con linee di indirizzo più fortemente condivise e identificate in un contesto in cui il governo sia presente”. Tra le novità introdotte dal testo, c’è anche la modifica dello statuto dell’Asi, tesa ad attribuirgli un ruolo sempre più rilevante. “La partecipazione dell’Asi al comitato interministeriale – ha spiegato il presidente –, consoliderà il suo ruolo in termini di governance del sistema, come agenzia governativa che coordina il sistema industriale e della ricerca interfacciandosi con tutte le istituzioni nazionali e internazionali”.
I PROSSIMI PASSI
Nell’attesa dei prossimi passaggi per l’attuazione della legge, non si può non notare un impegno trasversale da parte di tutte le istituzioni coinvolte e delle maggiori forze politiche. Ora, la questione riguarda l’individuazione di due ruoli chiave che la nuova legge introduce. Primo, un sottosegretario della presidenza del Consiglio con delega allo spazio, che avrà il compito di coordinare il Comitato interministeriale espletando le funzioni per conto del presidente del Consiglio. Secondo, l’ufficio di supporto al Comitato che rappresenta il vero elemento di continuità politica sulla materia (ruolo svolo in passato dalla Cabina di regia) e che dovrà essere istituito dal presidente del Consiglio entro 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.