C’è Emma Bonino con gli occhiali scuri e il cartello di +Europa. Attorno a lei, gli esponenti e i fondatori del movimento nato dalla convergenza tra Radicali italiani e Forza Europa. Insieme si sono ritrovati sotto le finestre di Palazzo Chigi per un sit-in contro il numero di firme troppo elevato da raccogliere per la presentazione delle candidature alle politiche del 2018. Tra slogan e cartelli colorati, oltre a Bonino erano presenti il segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi, il presidente di Forza Europa, Benedetto Della Vedova, il presidente della Commissione affari costituzionali, Andrea Mazziotti, il tesoriere e il presidente dei Radicali, Silvja Manzi e Antonella Soldo, e i promotori di Forza Europa, Carmelo Palma e Piercamillo Falasca. Tra tematiche sociali ed economiche, possibili alleanze col Pd di Matteo Renzi e una stima reciproca col presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per la lista +Europa, al momento, la priorità è la modifica di modi e tempi della raccolta dei nominativi per presentarsi alle urne. “Durante la manifestazione”, ha affermato Falasca a Formiche.net, “abbiamo invocato una norma che consenta non tanto a +Europa di presentarsi alle elezioni, ma che permetta a tutti di giocare con le stesse regole. Oggi, per presentarsi alle urne, i soggetti che non hanno gruppi parlamentari devono raccogliere 50mila firme autenticate e distribuite nei 63 collegi plurinominali in cui è diviso il Paese. Bonino raccoglie le firme legalmente e non ricorrendo a elenchi di vivi o morti trascritti da qualcuno. Per questo, mettere insieme i nominativi necessari è pressoché impossibile”.
L’INCONTRO CON RENZI
“Nel 2013”, ha proseguito Falasca, “le firme da raccogliere erano 30mila, e potevano essere raggruppate nei principali centri urbani per circoscrizioni. In Toscana, per esempio, era sufficiente Firenze. Ora, invece, l’attività è più capillare e, ripeto, così diventa impossibile. O meglio: ci si potrebbe riuscire se avessimo tutti i sei mesi che la legge mette a disposizione di chi vuole presentarsi alle elezioni. Però, dato che si voterà a marzo e siamo a dicembre, e non ci sono ancora collegi e moduli ufficiali, anche in questo caso il tempo per le firme non c’è. Ecco perché ci siamo ritrovati di fronte a Palazzo Chigi: per segnalare un principio che vale sia per le politiche, sia per tutte le altre forme di partecipazione elettorale”. +Europa ha intenzione di candidarsi. E non è un mistero che il Pd di Renzi guardi alla nuova formazione politica con interesse. Un primo incontro con l’ex presidente del Consiglio c’è già stato. Sinora, però, non ne sono seguiti altri. “Abbiamo esposto al segretario del Pd i nostri temi”, ha spiegato ancora Falasca che poi ha aggiunto: “Sia per quanto riguarda i provvedimenti di questa legislatura, come lo ius soli temperato e il biotestamento, sia della prossima, soprattutto di natura economica. Dopo questo incontro non ci sono state altre interlocuzioni concrete né con Renzi, né col Partito democratico. Di certo, noi ci sentiamo alternativi all’attuale centrodestra e al M5s, che consideriamo forze antieuropee e sovraniste. I nostri avversari sono loro. Col Pd, invece, c’è un dialogo. Se andrà a buon fine, ci apparenteremo. Se ciò non avverrà, andremo da soli”.
IN MARCIA
Il Rosatellum favorisce alleanze e coalizioni. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui +Europa e il Pd potrebbero decidere di correre insieme. “Bisogna intendersi sui princìpi, ma questa legge elettorale, se mai dovessimo apparentarci, ci lascerebbe liberi di fare la nostra campagna elettorale. Inoltre”, ha continuato Falasca, “col Rosatellum, con ogni probabilità, avremo un governo di larghe intese. Nel prossimo parlamento, quindi, sarà molto preziosa la presenza di una forza che, come noi, vuole mettere le lancette dell’orologio avanti”. Macron, in Francia, vorrebbe lanciare una coalizione paneuropea, vale a dire volta all’unione dei vari Stati del continente, per le elezioni del parlamento dell’Ue, in programma nel 2019. In Italia, il presidente francese osserverebbe con attenzione proprio +Europa. Falasca, nei giorni scorsi, ne ha parlato con Antoine Arel, uno degli animatori di En marche, il partito di Macron. “In questo momento non indicano un partito preferito”, ha sottolineato il fondatore di Forza Europa. “Al contempo, riconoscono che la nostra sia la piattaforma più macroniana che esista in Italia. Tanto che, come Forza Europa, avevamo organizzato una serata per il ballottaggio delle elezioni in Francia. Con Arel abbiamo discusso di quel che vogliamo fare noi qui e di quel che hanno intenzione di fare loro a Parigi. La République En Marche, a tal proposito, sta organizzando un’iniziativa paneuropea, la Grande Marche, con attività di consultazione e d’informazione porta a porta sui temi dell’Europa. Per quanto riguarda l’Italia, con Arel abbiamo parlato della possibilità di organizzare nei prossimi mesi una sorta di Stati generali dell’europeismo che rappresenti la tappa italiana della Grande Marche”. +Europa, all’interno del panorama istituzionale europeo, ha un rapporto consolidato anche con Alde, l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa. “Martedì prossimo riceveremo a Roma una delegazione dell’Alde”, ha svelato Falasca, “per avere qualche consiglio su come impostare la campagna elettorale”. Il primo problema di +Europa, però, sono quelle 50mila firme da raccogliere per la corsa alle politiche. Troppe in troppo poco tempo.