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Chi c’era e cosa si è detto a Venezia nella terza tappa dell’Osservatorio Orti di I-Com

Venezia

Terzo appuntamento della terza edizione di ORTI, l’Osservatorio sulle relazioni territorio-imprese di I-Com, l’Istituto per la Competitività presieduto da Stefano da Empoli.

A Venezia I-Com ha presentato il Report “VENETO: l’economia della Regione e i rapporti tra le amministrazioni territoriali e le imprese” (qui il link al Rapporto dell’Osservatorio). L’evento dal titolo “#TAVOLOVENETO. Imprese e istituzioni insieme per lo sviluppo e l’innovazione” è stato realizzato da I-Com, in partnership con Public Affairs Advisors e in collaborazione con Airbnb, Enel, Eni, Terna e Vodafone.

IL REPORT

Curato da da Empoli e da Gianluca Sgueo, il Report I-Com fornisce un outlook aggiornato sulla capacità di attrazione degli investimenti, sul grado di innovazione regionale e sullo stato di reti e infrastrutture. Come molte altre regioni italiane, anche il Veneto non ha ancora recuperato il livello di Pil pro-capite degli anni pre-crisi. Pesa un livello troppo basso di spesa in ricerca e sviluppo e un’innovazione a macchia di leopardo (come testimonia la presenza molto variegata di start-up nel territorio della regione). Anche se certamente il Veneto gode di un ottimo tessuto produttivo che si qualifica tra i più avanzati e complessi tra quelli delle Regioni italiane, come mostrano i dati sull’export e il saldo positivo della bilancia commerciale, più che raddoppiato tra il 2010 e il 2016.

Completano il report I-Com i focus dedicati all’attuazione dei programmi elettorali delle ultime tre giunte regionali, alle norme (nazionali, regionali e locali) su trasparenza e partecipazione e all’evoluzione delle strutture regionali deputate ai rapporti con imprese e cittadini.

IL PUNTO DI VISTA DELLE ISTITUZIONI

Il presidente del consiglio regionale veeto, Roberto Ciambetti, aprendo i lavori, ha dichiarato che l’economia regionale “segna ottimi risultati in tema di occupazione, ma sconta più di altre la lenta ripresa dei consumi interni”. “Per la regione – ha concluso il Presidente – è un momento storico di straordinaria importanza […] Siamo di fronte ad una svolta epocale in cui decisiva sarà la capacità di autonomia della regione. Dobbiamo farci carico di un processo evolutivo complesso, di fonte al quale la capacità di autonomia della Regione risulta fondamentale.”

Dopo l’apertura è toccato al Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Michele Bugliesi, introdurre il primo panel sull’economia del Veneto con il focus sull’innovazione, l’internazionalizzazione e il turismo della regione. Il rettore ha evidenziato come l’università ha acquisito un ruolo nevralgico nel contesto territoriale grazie alla capacità di attrarre capitale umano e favorire processi di interrelazione e crescita. A questo proposito ha aggiunto che “la presenza di centri di ricerca agisce da moltiplicatore dello sviluppo, diventa dunque fondamentale la capacità del mondo accademico di essere responsivo nei confronti delle esigenze del territorio”.

Per accrescere la competitività del territorio veneto il Segretario Generale di Unioncamere Veneto, Gian Angelo Bellati, ha proposto come modello di riferimento la Baviera, “dove accanto all’erogazione dei finanziamenti europei si fornisce l’ausilio di Agenzie regionali che aiutano le imprese nell’organizzazione, e gli Istituti Fraunhofer, punti di diamante del sistema di ricerca tedesco, da poco installati anche in provincia di Bolzano”.

A intervenire al #TAVOLOVENETO è stato anche il presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino, per il quale i porti rappresentano una forte spinta alla promozione del territorio in quanto “la riforma avvenuta l’anno scorso ha fatto diventare Venezia lo sbocco a mare del Veneto, una delle regioni con la più alta vocazione all’internazionalizzazione in Italia”. Infine, per favorire lo sviluppo, per l’assessore di Padova, Antonio Bressa, le parole d’ordine sono “snellire e sburocratizzare per andare incontro a chi fa impresa”.

Se per Donato Leone di Enel “il confronto con il territorio è una grande sfida: la mobilità sostenibile e le reti intelligenti non decollano se non si sviluppano in un contesto multi-stakeholder”, Alessandro

Tommasi ha affermato che “piattaforme come Airbnb possono aiutare le istituzioni e le realtà territoriali a raccontarsi meglio, nonché a gestire picchi di domanda legati alla stagionalità dei flussi turistici o a particolari eventi.”

Ha poi fatto seguito il secondo panel dove accademici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni si sono confrontati sul trasferimento di maggiori competenze dallo Stato alla regione, anche alla luce del referendum consultivo dello scorso 22 ottobre e, in prospettiva, del negoziato con il governo.

A tenere banco il confronto tra Luca Antonini, Professore di Diritto Costituzionale all’Università di Padova e uno dei super-esperti della regione Veneto, e l’ex sindaco di Venezia Paolo Costa, a capo della delegazione istituita dal governo per il negoziato con la regione. Per il primo, è evidente come la questione dell’autonomia sia molto sentita da parte dei cittadini del Veneto e che occorra “rivisitare il paradosso italiano di uno Stato invadente al Nord e assente al Sud”. Il secondo, invece, “secondo l’art. 116 della Costituzione ci sono 23 aree di competenza in cui si può aumentare il peso del ruolo delle regioni in un intervallo di competenze. I problemi di cui discutiamo devono essere ricondotti in questo alveo, lasciando fuori la questione del residuo fiscale”. Entrambi sono comunque concordi nel volere evitare gli estremismi circoscrivendo la richiesta di maggiore autonomia ad aree tematiche specifiche.

Infine sul tema degli investimenti comunali, bloccati dai vincoli statali, è intervenuta il sindaco di Mirano e presidente Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, affermando che “le regioni a statuto speciale non hanno più senso, la soluzione è dare maggiore autonomia sulla base di criteri che valgano per tutte”.


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