(Domani sarà assegnato il premio Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa, organizzato dall’associazione che prende il nome dello storico vaticanista della Rai scomparso nel luglio del 2010. Formiche.net pubblica di seguito il ricordo di un collega e amico di De Carli, il giornalista Lucio Brunelli, che oggi dirige le testate giornalistiche Tv2000 e RadioInBlu)
Giuseppe De Carli è stato uno dei volti televisivi più noti e apprezzati della Rai. Il telecronista dei grandi eventi papali. Per chi scrive era anche un caro amico e un collega da cui molto ho imparato. Se ne andato, 7 anni fa, com’era nel suo stile di lombardo pratico e anti-retorico: con discrezione e poche parole. Accompagnato, anche in ospedale, negli ultimi giorni, dalle premure delle sue collaboratrici di Rai Vaticano che gli hanno voluto un gran bene. Lavorò sodo fino a poche settimane prima della morte.
La sua ultima fatica fu uno speciale in prima serata su Raidue dedicato a Giovanni Paolo II nel giorno del novantesimo compleanno del papa polacco, il 18 maggio 2010. Giuseppe fu a contatto con i grandi protagonisti della vita della Chiesa nell’ultimo quarto di secolo. In uno dei suoi documentari per me più belli, “Il cardinale Casaroli racconta…”, trasformò le memorie inedite del grande diplomatico vaticano in una pagina straordinaria di televisione e di storia contemporanea. Ebbi l’onore e il piacere di commentare insieme, in diretta per la Rai, alcuni momenti del pellegrinaggio di Benedetto XVI in Terra santa nel 2009. A Nazareth per esigenze di sicurezza fummo costretti a raggiungere la postazione della telecronaca alle 4 mattino. Come al solito arrivò all’appuntanento entusiasta e preparatissimo, con decine di fogli di appunti e notazioni di ordine storico, biblico e politico per meglio contestualizzare la visita del papa.
Amava la chiesa, viveva la professione come servizio, da credente, cercando di non essere mai bigotto o clericale. La sua cura dei servizi per il tg era quasi maniacale, passava ore a cercare in archivio l’immagine più appropriata e suggestiva per illustrare i suoi testi. Non dava mai una notizia senza averla verificata mille volte, e le buone fonti in Vaticano non gli mancavano di certo. Non aveva un carattere accomodante, sapeva impuntarsi e litigare per le sue convinzioni: ne sanno qualcosa i dirigenti di Viale Mazzini. Sarebbe inorridito, oggi, di fronte alle derive di certa informazione sguaiata e faziosa, anche cattolica, soprattutto nel web. Lui maestro di garbo e serietà.