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Lo sport come strategia diplomatica

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Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato nel suo discorso a fine anno l’intenzione di inviare una delegazione sportiva alle Olimpiadi invernali in Corea del Sud. Una notizia che ha sorpreso il mondo e che denota una possibile apertura tra i due rivali geopolitici. Come ha spiegato Emanuele Rossi in un articolo pubblicato su Formiche.net, la presunta apertura del regime nordcoreano potrebbe evidenziare una posizione strategica. “Non sarà una delegazione enorme (dozzine di atleti e accompagnatori, bensì solo due pattinatori, ma questo è un aspetto tecnico) – scrive Rossi – , però quello che dice Kim significa — in ultima analisi — dimostrare di aver intenzione di iniziare a chiedere a Seul di risolvere insieme i problemi della penisola coreana. Anche se, ovviamente, non c’è nessuna certezza che queste eventuali linee di dialogo possano proseguire oltre il periodo olimpico […] Il senso profondo delle aperture — per ora contingentate — di Kim sulle Olimpiadi è comunque strategico, come detto: il fine è creare un cuneo tra Seul e Washington”.

Alle Olimpiadi di Sidney nel 2000 e alle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006, le due Coree hanno sfilato insieme. Il governo di Seul si è detto aperto alla proposta di Pyongyang ed è pronto ad un incontro di alto livello il prossimo 9 gennaio.

CINA E STATI UNITI SUL TAVOLO DI PING-PONG 

Tuttavia, la Corea del Nord non è l’unico Paese che ha usato lo sport come strategia diplomatica. Nel 1971, una partita di ping-pong ha segnato l’inizio dei nuovi rapporti tra Stati Uniti e la Cina. La squadra nazionale di ping-pong americana si trovava in Giappone per partecipare ad un campionato mondiale quando è arrivato l’invito da Pechino. La partita con la piccola pallina preparò le condizioni per il viaggio in Cina del segretario di Stato, Henry Kissinger, nel 1972, durante la Guerra Fredda.

IL VALORE SIMBOLICO E FISICO DELLO SPORT

Dalla fine del XIX secolo, lo sport ha svolto un ruolo di rappresentazione del potere di una nazione, non solo dal punto di vista simbolico (rituali come l’haka della Nuova Zelanda nel rugby, bandiere ed inno nazionale), ma anche di elemento fisico della crescita, attraverso la costruzione di infrastrutture e la mobilità dei cittadini. Per alcuni storici, lo sport è diventato uno strumento diplomatico con il boicottaggio dei Giochi Olimpici a Mosca nel 1980, dopo l’invasione in Afghanistan dell’Unione sovietica. Nel 1984, alle Olimpiadi di Los Angeles, sono stati assenti invece gli atleti sovietici.

UNA PARTITA DI CRICKET TRA INDIA E PAKISTAN

Al contrario, nel 1947, la passione sportiva ravvicinò l’India e il Pakistan. Protagonista, una partita di cricket. In mezzo alla disputa per la regione di frontiera del Cachemire, sono stati chiusi i rapporti diplomatici, per cui sono stati sospesi anche i tornei di cricket del 1961 e del 1978. Quell’anno però i due governi decisero di riprendere l’appuntamento sportivo e così i dialoghi si sono riaperti. Nel 2005, il primo ministro dell’India, Manmohan Singh, e il presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, hanno visto una partita insieme e dopo dichiararono che un accordo per avviare il processo di pace era possibile. Dopo l’attentato a Bombay nel 2008, sono tornate le tensioni, fino al 2011, quando i leader dei due Paesi si sono incontrati alla semifinale del campionato mondiale di cricket in India.

IL POTERE DEL RUGBY E DEL CALCIO

Nelson Mandela usò i Mondiali di Rugby del 1995 per sconfiggere la segregazione razziale e mostrare al mondo una “Nuova Sudafrica”, proprio attraverso uno sport praticato tradizionalmente dai bianchi.

Anche in Medio Oriente lo sport è servito da ponte tra gli eterni rivali: Turchia e Armenia. Nel 2008, il presidente armeno Serž Sargsyan invitò il presidente turco Abdullah Gül a guardare una partita per le eliminatorie della Coppa del Mondo 2010. Gül è stato il primo capo di Stato della Turchia a visitare l’Armenia. I rapporti diplomatici non si sono ancora ripristinati – il genocidio del 1915 resta un tema delicato tra i due Paesi -, ma quella storica partita di calcio resta un punto d’inizio.

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