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Il nuovo momento americano. Ecco cosa ha detto Trump nel suo Stato dell’Unione

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Un discorso sullo Stato dell’Unione durato 80 minuti, il primo di Donald Trump. Spirito bipartisan, almeno nella retorica, accompagnato dalla rivendicazione delle promesse elettorali già realizzate. Un gigantesco fenomeno social capace di battere in termine di interesse mediatico gli interventi pronunciati dal precedente inquilino della Casa Bianca, Barack Obama.

IL MOMENTO AMERICANO

“Questo è il nostro nuovo momento americano. Non c’è mai stato momento migliore per cominciare a vivere il sogno americano”. Questo il principale leit motiv del discorso di Trump. “A tutti coloro che ci stanno guardando da casa – ha detto – non importa dove siete stati o da dove venite, questo è il vostro momento, se lavorate sodo, se credete in voi stessi, se credete nell’America, potrete sognare tutto ciò che volete e diventare tutto ciò che desiderate. E insieme possiamo conseguire assolutamente qualsiasi cosa”.
Il presidente non dimentica neppure il suo slogan “America great again”. “Meno di un anno è passato dalla prima volta che sono salito su questo podio, quella sera la nostra amministrazione aveva già mosso i suoi passi e un’ondata di ottimismo stava già diffondendosi per il nostro Paese e da allora ogni giorno abbiamo portato avanti la nostra visione, di rendere l’America di nuovo grande, per tutti gli americani”. “Insieme – ha proseguito- stiamo costruendo un’America sicura, forte e orgogliosa”. “Vogliamo – ha aggiunto Trump – che ogni americano conosca la dignità di una giornata di duro lavoro; vogliamo che ogni bambino sia al sicuro nella sua casa di notte, e vogliamo che ogni cittadino sia orgoglioso della sua terra che amiamo”.

APPELLO A UNITÀ

“Questa sera, voglio parlare del tipo di futuro che avremo e del tipo di nazione che saremo. Tutti noi, insieme, come una sola squadra, un solo popolo, una sola famiglia americana”.
In un clima di entusiasmo repubblicano e di freddezza democratica, il presidente degli Stati Uniti si appella allo spirito bipartisan, forse per la prima volta da quando è alla Casa Bianca. “Stasera sto allungando una mano aperta per lavorare con i membri di entrambi i partiti, democratici e repubblicani, per proteggere i nostri cittadini, di qualsiasi estrazione, colore e credo”. Donald Trump ha invitato gli americani a “mettere da parte le loro differenze” e a “cercare un terreno comune”. La radice del potere nella politica di Trump risiede nella centralità del “popolo” contrapposto agli interessi di Washington. “Lo stato dell’Unione è forte perché il nostro popolo è forte”, ha detto non a caso il presidente.

IL PRIMATO DELL’ECONOMIA

È l’economia con i suoi successi il fiore all’occhiello della sua presidenza. Donald Trump ha vantato “il più grande taglio fiscale della storia” ricordando che “da quando abbiamo approvato il taglio delle tasse circa tre milioni di lavoratori hanno già ottenuto bonus, molti dei quali di migliaia di dollari. Apple ha appena annunciato il suo piano per investire un totale di 350 miliardi di dollari in America e assumere altri 20 mila lavoratori”.
“Dalle elezioni abbiamo creato 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro, compresi 200.000 soltanto nel manifatturiero. Dopo anni di stagnazione, finalmente vediamo i salari aumentare”. “Le richieste di disoccupazione – ha spiegato- hanno raggiunto livelli minimi da 45 anni. È qualcosa di cui sono molto orgoglioso: la disoccupazione fra gli afroamericani è ai minimi mai registrati. Anche quella fra gli islamici ha raggiunto livelli minimi nella storia”.
Nel citare un caso di successo Trump sceglie quello delle auto e cita anche la Chrysler ora parte del gruppo FCA. “Molte case automobilistiche stanno costruende ed espandendo i loro impianti negli Usa, cosa che non vedevamo da decenni. Chrysler sta spostando un grande impianto dal Messico al Michigan; Toyota e Mazda ne stanno aprendo uno in Alabama. Presto impianti apriranno in tutto il Paese. Queste sono tutte notizie che gli americani non sono abituati di sentire da anni. Aziende e lavoro se ne andavano, ma adesso stanno tornando, vogliono essere dove c’è l’azione”.

LE INFRASTRUTTURE…

Il presidente americano Donald Trump ha invitato il Congresso ad approvare in modo bipartisan una legge che generi almeno 1.500 miliardi di dollari per il suo piano di infrastrutture. Uno sforzo finanziario da sostenere insieme a governi statali e locali, ma anche con investimenti privati. “Chiedero’ ad entrambi i partiti di unirsi per darci le infrastrutture sicure, veloci e affidabili di cui la nostra merita ha bisogno e il nostro popolo merita”, promette. “L’America e’ una nazione di costruttori. Abbiamo costruito Empire State Building in un solo anno, non e’ una vergogna che ora possono essere richiesti dieci anni per ottenere l’approvazione di un permesso per una semplice strada”.

…I FARMACI

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente ha invitato il Congresso a sostenere il diritto per i malati terminali a provare terapie sperimentali non approvate dalla Food and drug administration (Fda).
Donald Trump ha quindi indicato come una delle sue “priorita’ top dell’anno” la riduzione dei prezzi dei farmaci, che in Usa generalmente sono molto piu’ alti che nel resto del mondo. “E i prezzi andranno giu’ in modo sostanziale, controllate”, ha assicurato il presidente americano.

LA POLITICA ESTERA

È uno dei nodi più controversi della presidenza Trump: la modalità diretta, e assai poco diplomatica, con cui approccia i temi delle relazioni internazionali. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, Trump non ha mai affrontato il tema delle interferenze russe nelle elezioni Usa ne’ quello delle indagini relative note come Russiagate. Ha invece scelto di citare i casi della Corea del Nord e dell’Iran non mancando di fare affermazioni sull’armamento nucleare che faranno discutere non poco.
“Come parte della nostra difesa dobbiamo modernizzare e ricostruire il nostro arsenale nucleare, nella speranza di non doverlo mai usare, ma rendendolo cosi forte e potente per fare da deterrente a qualsiasi atto di aggressione”. “Forse un giorno in futuro ci sara’ un momento magico – ha detto Trump – in cui i paesi del mondo si uniranno per eliminare le loro armi nucleari. Sfortunatamente non ci siamo ancora”.
D’altronde, basta guardare al “carattere depravato” del leader nordcoreano per capire la natura della minaccia nucleare per gli Usa e i suoi alleati. “Non farò gli errori delle precedenti amministrazioni “, ha ammonito il presidente.
Stesso ragionamento vale per Teheran. “Quando il popolo iraniano si è sollevato contro i crimini della sua corrotta dittatura, non sono stato in silenzio. L’America e’ al fianco degli iraniani nella loro coraggiosa lotta per la liberta’”. “Chiedo al Congresso di affrontare le pecche sostanziali nel terribile accordo sul nucleare iraniano”, ha rilanciato.

IL TERRORISMO

“Resta ancora molto da fare nella lotta contro l’Isis”.
“Continueremo la nostra battaglia sino alla sconfitta dell’Isis”, ha promesso Donald Trump, vantando i risultati della coalizione che in Siria e in Iraq ha liberato quasi il 100% dei territori in mano ai militanti.
Il presidente americano ha annunciato nel suo discorso sullo stato dell’Unione di aver firmato un ordine esecutivo per “riesaminare la nostra politica della detenzione militare e per tenere aperta Guantanamo”, mantenendo un'”altra promessa”. “In passato abbiamo stupidamente rilasciato centinaia di pericolosi terroristi, solo per ritrovarli poi di nuovo nel campo di battaglia, incluso il leader dell’Isis al-Baghdadi”, ha detto.

L’IMMIGRAZIONE

Donald Trump ha fustigato le “frontiere aperte” che sono costate “numerose vite” e ha rilanciato il suo piano per regolarizzare 1,8 milioni di illegali, “tre volte il numero della precedente amministrazione”, in cambio dei fondi per il muro col Messico, l’aumento di agenti, la fine della lotteria dei visti e la limitazione della ‘catena migratoria” al coniuge e ai figli minorenni. “Unitevi e ottenete il risultato”, ha chiesto al Congresso.
“È mio dovere proteggere gli americani, perche’ anche gli americani sono dreamers”. Il presidente degli Stati Uniti, chiamando i cittadini americani ‘dreamers’, ovvero sognatori, ha voluto fare riferimento al modo in cui vengono definiti quegli immigrati irregolari che sono entrati negli Usa illegalmente da minori e la cui regolarizzazione e’ al centro de braccio di ferro politico in corso sulla riforma dell’immigrazione.

IL RECORD “SOCIAL”

Quattro milioni e mezzo di tweet per il discorso sullo stato dell’Unione di Donald Trump. A fare i conti alla fine dell’atteso intervento in Congresso è Twitter, che gia’ mentre il presidente Usa ancora parlava al Congresso aveva incoronato il suo discorso sullo stato dell’Unione come il piu’ twittato di sempre.
Ed il discorso sullo stato dell’Unione del presidente americano Donald Trump è stato il più ricercato della storia su Google. Secondo Mountain View, il discorso di Trump è stato più ricercato di quello di Barack Obama nel 2010. La classifica pubblicata da Google vede quindi Trump al primo posto, seguito da Obama del 2010 al secondo e sempre Obama nel 2011 al terzo. Il quarto posto va ancora a Obama per il 2015 mentre il quinto a George W Bush per il 2006.


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