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Una campagna elettorale a prova di “Filiera futuro”, sostiene Francesco Delzio

lavoro

La luce in fondo al tunnel c’è e le premesse fanno ben sperare. Francesco Delzio, manager, scrittore e docente alla Luiss, ne scrive in un commento su Avvenire riguardo all’iniziativa del quotidiano della Cei che ha chiesto ai leader dei partiti che si affronteranno il 4 marzo proposte concrete sulla priorità delle nuove generazioni. Il titolo dell’articolo da il senso della speranza: “Lavoro e giovani: ecco il ‘ritorno al futuro’ dei partiti”.

In una conversazione con Formiche.net, spiega: “Si tratta di un commento che ha unito mie convinzioni e tesi emerse dalle proposte presentate dai 9 esponenti (Renato Brunetta, Luigi Di Maio, Raffaele Fitto, Pietro Grasso, Beatrice Lorenzin, Giorgia Meloni, Tommaso Nannicini, Stefano Parisi, Matteo Salvini, ndr)”. Delzio  non ha dubbi: “Questa campagna elettorale sta facendo emergere contenuti nettamente migliori rispetto a quella del 2013. Vedo molta luce – prosegue – perché finalmente c’è una forte consapevolezza che il lavoro è il cuore assoluto della produttività dell’Italia, Paese che non può contare sulle risorse naturali. È un bene che il lavoro sia tornato finalmente al centro dell’agenda politica, più attenta peraltro alla progettazione del futuro”.

Lavoro su cui la priorità è quella di “modificare profondamente l’attuale anomalia fiscale: proprio qui infatti viene caricato quasi tutto il peso del fisco. Questo tipo di consapevolezza mi pare che ci sia nelle varie proposte presentate. È un dato fondamentale – insiste – che se non si riequilibra questo squilibrio – mi si passi il gioco di parole – non si creano le condizioni per la crescita” che soffre anche perché “il tasso di occupazione è ancora basso e perché la base demografica si sta restringendo”.

Passiamo così a parlare di un’altra componente della “‘filiera futuro’ ovvero lavoro, giovani, natalità”. “Un’ulteriore bella novità che emerge – dice ancora Delzio – è quella che inizia a farsi strada l’idea di politiche per la natalità, poste come priorità assoluta dalle uniche due leader femminili in campo, Lorenzin e Meloni. In Italia il costo di un figlio è più alto che in Francia o in Germania o in generale della media europea. Per cambiare la curva occorre intervenire sul fisco per esempio con il quoziente familiare. Le attuali detrazioni fiscali per i figli a carico? Ben poca cosa”.

“Un’altra luce importante in generale per tutto il Paese, – continua il docente della Luiss -, è che mi pare stia cambiando il nostro approccio con Bruxelles. Dall’introduzione dell’euro si era diffuso un europeismo di maniera in virtù del quale abbiamo accettato sostanzialmente tutto, anche elementi non favorevoli come il fiscal compact, il più dannoso di tutti. Mi sembra che pressoché tutti i partiti si siano liberati da questa sindrome e che invece emerga un approccio più legato all’interesse nazionale, considerevole anche sul piano economico. Grazie a questo aspetto e al ciclo economico che si è ripreso in modo produttivo si liberano risorse per fare quello di cui stiamo parlando e cioè occuparci della ‘filiera futuro’”.



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