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Legge di Bilancio 2018: novità per il welfare aziendale

Legge di Bilancio 2018_novità welfare

La Legge di Bilancio 2018 introduce alcune novità in materia di welfare. Le spese per tram, metro, autobus e treni regionali diventano deducibili fino a un massimo di 250 euro l’anno. I lavoratori potranno detrarre il 19% del costo degli abbonamenti al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale fino a un massimale di 250 euro. La detrazione potrà essere effettuata anche dallo stesso datore di lavoro, nel caso sostenga queste spese per i lavoratori o per le loro famiglie. La Legge di Bilancio 2018, inoltre, conferma alcune importanti misure di welfare pubblico introdotte negli ultimi anni, in particolare il bonus asilo nido e il bonus mamma domani, il contributo di 800 euro per le future mamme.

La Legge di Bilancio 2018 mostra la crescente sensibilità delle istituzioni verso il tema del secondo welfare, che rappresenta una leva economica positiva per il Paese. La Legge di Stabilità 2016 e la Legge di Bilancio 2017 hanno incentivato in modo considerevole lo sviluppo del settore, ampliando la platea di lavoratori coinvolti e il paniere di servizi offerti. Il risultato di queste politiche è sotto gli occhi di tutti: oggi il 20% dei contratti attivi prevede misure di welfare aziendale, contro il 10% del 2014. Il welfare, infatti, si va sempre più configurando come una leva economica positiva, in grado di integrare e sostenere il reddito dei lavoratori e delle loro famiglie. Il lavoratore che decide di convertire il premio di produttività in servizi di welfare, difatti, riceve circa il 20% in più in busta paga grazie all’abbattimento del cuneo fiscale.

Non solo le istituzioni e le imprese, ma anche i sindacati hanno un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura del welfare. Basti pensare al rinnovo del CCNL metalmeccanico, che permette a tutti i lavoratori del comparto – circa 1,3 milioni di persone – di fruire di un contributo di 100 euro in benefit di welfare, che diventeranno 150 a giugno 2018. Il rinnovo del contratto metalmeccanico, inoltre, ha aperto la strada all’introduzione del welfare anche nei CCNL degli altri settori. Penso ai 45.000 lavoratori del comparto orafo – che proprio a partire da gennaio 2018 possono usufruire di un contributo di 100 euro in servizi di welfare – e ai dipendenti che lavorano nel settore delle telecomunicazioni, per i quali l’erogazione dei benefit avverrà a partire da questo luglio.

Il welfare aziendale sta quindi attraversando un vero e proprio boom, ma la sua forza innovativa va indirizzata, per far sì che il suo potenziale non si disperda. La legislazione statale in materia, infatti, è frammentata e disaggregata. Un fatto, questo, che costituisce un ostacolo alla piena diffusione della cultura del welfare. Per questo, di recente, è stata creata WelfareImpresa, un’associazione che aderisce a Confindustria Federvarie e si propone sul panorama nazionale come punto di riferimento confederale per tutti coloro che operano nell’ambito dei servizi di welfare aziendale. L’associazione – costituita da 9 aziende fondatrici, tra cui Welfare Company, Poste Welfare Servizi, Unisalute Servizi, QUI! Group, Repas, Più Buono, Assiteca, Pulsar Risk, Olimpia Agency – cercherà di stimolare il Governo a completare e integrare la normativa vigente in materia di welfare, per rilanciare ulteriormente il settore e diffondere la conoscenza degli strumenti di welfare anche tra le PMI, che da sole costituiscono il 95% del tessuto imprenditoriale del Paese.

Il welfare aziendale sta rivoluzionando il mondo del lavoro e nessuno deve rimanere indietro. Questa è la sfida che siamo pronti a cogliere.

 


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