La GroKo sta per risorgere, come una fenice, dopo essere stata ridotta in cenere dagli elettori. I leader di Cdu, Csu e Spd si sono infatti incontrati la scorsa domenica mettendo ulteriori basi per le larghe intese. Ma Martin Schulz, se pure dovesse riuscire a convincere gli oltre 400.000 iscritti al partito socialdemocratico ad accettare l’accordo delle larghe intese, potrà festeggiare solamente a metà. C’è un nuovo attore che sta rubando la scena del partito storico della sinistra tedesca: Die Grünen. Ecco perché i Verdi potrebbero mettere all’angolo Schulz e far virare il voto di chi, a sinistra, ha sempre scelto il partito socialdemocratico.
I NUOVI VERDI SONO I VECCHI SPD
Si è a lungo parlato di loro al momento della prima tornata di negoziati avvenuta in seguito alle elezioni dello scorso settembre. Die Grünen era uno dei tre partiti che avrebbero dovuto comporre quella che veniva chiamata la “coalizione Giamaica”. Poi tutto è saltato in aria e Schulz è riuscito a tornare alla ribalta e, per ora, a rimanere al proprio posto. Ma il partito dei Verdi “rischia” di essere tutto quello che l’Spd non è, o non può essere. Politica fiscale, energia verde, Unione europea e migranti sono gli argomenti che hanno portato Verdi e Liberali a non issare la bandiera della Giamaica e, ancora oggi, sono quelli che dividono il partito guidato da Schulz creando così un pesante fronte inteno contro la GroKo. E queste tematiche sono proprio quelle che abbracciano i due nuovi leader dei Verdi, in maniera opposta rispetto a quanto sta facendo l’Spd con la Cdu.
IL DUO STELLARE
Robert Habeck e Annalena Baerbock sono le due nuove stelle della sinistra (verde) tedesca. Lei 37 anni, parlamentare del Bundestag ed esperta di energia verde, lui 48 anni e ministro all’Ambiente del Land Schleswig-Holstein; insieme vengono descritti come un “duo irresistibile”. Nel corso del congresso dei Verdi di Hannover – in cui naturalmente non sono mancati conflitti e toni accesi – sono stati eletti come nuovi leader di partito, riuscendo ricevere un appoggio compatto all’interno e scatenando un forte interesse tra i giornalisti, tanto che alcuni li hanno paragonati, in termini di carisma, a due pop star.
Loro sono la dimostrazione che, nonostante il fallimento dei negoziati di coalizione, i verdi sono andati avanti premendo finanche l’acceleratore. Le loro idee potrebbero essere quelle dell’Spd al netto degli anni trascorsi in compagnia della Cdu. Potrebbero essere la versione moderna della socialdemocrazia post-muro: europeista, assistenzialista e inclusiva. I Verdi capitanati da Habeck e Baerbock potrebbero avere la possibilità di diventare il nuovo partito popolare di sinistra, in grado quindi di superare l’Spd ormai ridotto a “giocattolo usurato“, messo spalle al muro dai nuovi Verdi, ma anche da Die Linke.
UE, MIGRANTI E TASSE: SPD O VERDI?
“Dannazione – grida Baerbock nel corso del proprio interveto ad Hannover – dobbiamo fare di tutto per salvare questi bambini!”, facendo un chiaro riferimento al fatto che l’Spd abbia reso la riunione familiare degli immigrati più difficile a seguito nei negoziato con l’Unione. Fondatrice di un’associazione che aiuta gli immigrati, la giovane leader dei Verdi è fortemente europesita (“l’Ue è cooperazione anziché nazionalismo”), come d’altronde tutti gli altri membri del partito, che nel manifesto elettorale avevano scritto di volere “un’Unione europea più attenta al sociale, rispettosa dell’ambiente e democratica”.
Per quanto riguarda la politica sulle tasse, cara ai critici di Schulz, nel corso del congresso dei Verdi nessuno sembrava preoccuparsi degli ambienti borghesi. Habeck ha fatto di ridistribuzione e tasse più alte per le fasce di popolazione più ricche le colonne portanti del proprio intervento. Nessuno sosteneva il libero mercato e le conseguenze negative dell’immigrazione di massa sono state affrontate solo di passaggio.
I Verdi, insomma, non si sono spostati a destra.
I GIOVANI ZOPPI DELL’SPD
Situazione opposta all’interno dell’Spd. I membri più giovani del partito socialdemocratico sono quelli maggiormenti scontenti del progetto di accordo raggiunto con i conservatori, in particolare per quanto riguarda l’assicurazione sanitaria e il ricongiungimento familiare per i rifugiati, per cui gli “Jusos” vorrebbero che la Germania fosse più generosa. Come scritto in precedenza, gli Jusos sono impegnati a reclutare nuovi membri per il partito nella speranza che questi possano non far decollare l’accordo di larghe intese. Non a caso nelle ultime settimane il numero di nuovi iscritti al partito guidato da Schulz è salito a 7000. Questa situazione interna non fa che aumentare le pressioni sui negoziatori per raggiungere un accordo e porre fine a una grigia Terra di Mezzo che dura da quasi cinque mesi, un caso senza precedenti nel Paese più importante a livello politico ed economico dell’Europa.