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Recupero dell’evasione, il gioco delle tre carte dell’Agenzia delle entrate

Non vincere, stravincere ad ogni costo.

Sembra essere questa ormai la strategia comunicativa adottata dall’agenzia delle entrate quando ad inizio anno mostra i risultati della lotta all’evasione.

Il dato del recupero “complessivo” del 2017 è infatti da record, 20,1 miliardi, superando anche quello dei 19 mld incassati lo scorso anno.

Ma c’è un però.

Proprio su queste pagine (web) lo scorso anno si faceva notare che sì, erano stati effettivamente incassati 19 miliardi, un dato record rispetto ai quasi 15 del 2015, ma che dei 19 conteggiati oltre 4 erano frutto di un condono, la voluntary disclosure che aveva “dopato” il dato dell’effettivo recupero essendo un provvedimento UNA TANTUM.

Nello stesso articolo si faceva notare come il nodo sarebbe arrivato al pettine l’anno successivo che, senza condoni ed incassi “particolari” avrebbe di certo riportato il dato del recupero nella lotta all’evasione nella sua media naturale dei 14-15 miliardi, in crescita lenta ma costante.

Bhè così è infatti accaduto, ma tanto il problema era prevedibile quanto incredibile è stata la soluzione trovata.

Se analizziamo i dati infatti, dei 20,1 miliardi sbandierati ben 4 derivano dagli incassi della ROTTAMAZIONE delle cartelle esattoriali, importi che oltre ad essere “UNA TANTUM” non sarebbero neanche attribuibili all’AGENZIA DELLE ENTRATE ma all’ente RISCOSSORE (ex EQUITALIA).

Tutti ricordiamo però cosa è accaduto a luglio scorso, equitalia è “confluita” nell’agenzia delle entrate dando vita ad Agenzia delle entrate RISCOSSIONE e da qui l’idea, il capolavoro o meglio il gioco delle tre carte, quello di utilizzare gli incassi della rottamazione per enfatizzate non solo i risultati delle entrate (i 20,1 mld) ma anche quelli del riscossore.

Ebbene si, il dato è stato conteggiato sia per il recupero della lotta all’evasione sia per quello della riscossione che ha segnato anch’essa un incremento record +44,3% rispetto al 2016.

Forse l’agenzia dovrebbe focalizzarsi sugli ottimi risultati portati dalla nuova politica di compliance +160% rispetto lo scorso anno e dell’incremento costante del recupero dei versamento diretti + 14,6% rispetto al 2016 invece che dopare dati già di per se ottimi.

I nodi vengono sempre al pettine ed il prossimo anno chi dovrà colmare il gap del gettito mancante dai condoni sarà il nuovo governo.

 


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