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Un cortile dei gentili al femminile per Emine Erdogan. Chi c’era e cosa si è detto

emine erdogan

Non ci sono stati solo i colloqui con Papa Francesco, con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e con quello della Repubblica Sergio Mattarella, fra le tappe della visita italiana del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e della sua consorte. E non si è parlato soltanto di Gerusalemme, della Siria, dei profughi che scappano e dei cristiani da tutelare, dell’islam e della libertà religiosa in Turchia, oppure degli interessi commerciali delle imprese italiane e turche.

Perché mentre il sultano si intratteneva con le cariche istituzionali italiane e vaticane, sua moglie, Emine Erdogan, (nella foto), incontrava una delegazione della Consulta femminile, organismo permanente all’interno del Pontificio Consiglio della Cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi, per confrontarsi su un tema certamente di non minore rilievo, per quanto riguarda lo scambio di vedute tra la Turchia, e il mondo islamico più in generale che Erdogan ambisce a rappresentare, e l’Italia, l’Europa, e tutto quanto fa riferimento alla cristianità e al mondo occidentale. Ovvero: il ruolo delle figure femminili nella società. Il confronto è avvenuto a partire da una prospettiva centrata sul dialogo interreligioso, interculturale e interetnico. Ma anche, allo stesso tempo, prendendo come riferimento linguaggi come quello dell’arte. “Un dialogo ad ampio raggio in un clima di confronto costruttivo tra le diverse prospettive di donne di Oriente e Occidente”, fanno infatti sapere i media vaticani.

Ed è stata la stessa first lady turca a volere questo incontro, si è sottolineato in più occasioni. Una tavola rotonda, quindi, “tra donne e sulle donne”. Segnale “significativo dell’attenzione al dialogo, in particolare dal punto di vista femminile”, ha commentato il cardinal Ravasi. “Un momento importante, che speriamo possa essere l’inizio di un dialogo tra culture, orientato all’ascolto reciproco”, ha aggiunto la professoressa Consuelo Corradi, coordinatrice della Consulta femminile e prorettore alla ricerca e all’internazionalizzazione dell’Università Lumsa. Appuntamento che in questo modo ha messo sul tavolo un “obiettivo comune”, ha spiegato ancora la docente: quello di “promuovere la figura delle donne nella società, il loro ruolo attivo, il rispetto della loro persona e delle loro scelte”. Così la parola è passata direttamente alla moglie del presidente turco Erdogan, che si è subito premurata di ringraziare il cardinale Ravasi e le 39 donne componenti della Consulta: madri di famiglia, imprenditrici, suore, ambasciatrici, attrici, docenti, funzionarie.

Tra cui la manager di Google Giorgia Abeltino, l’imprenditrice Lavinia Biagiotti, l’attuale capo dipartimento presso il Dicastero per le pari opportunità della presidenza del Consiglio Giovanna Boda. O ancora, l’attrice Nancy Brilli, la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc, le giornaliste Monica Maggioni ed Elisabetta Soglio, l’atleta Fiona May. “Iniziative come questa sono un punto d’incontro tra culture, rappresentano una speranza per il futuro”, ha così affermato Emine Erdogan. Che ha lanciato un appello “contro l’odio e il razzismo, ribadendo la necessità di difendere e coltivare non solo la dignità della donna, ma quella di ogni essere umano, attraverso il dialogo, l’ascolto reciproco, l’educazione dei giovani, la cultura e il progresso scientifico”, si legge nel comunicato. Perché durante l’incontro “gli interventi sono stati molti”, ha spiegato Ravasi. Con al centro quindi la figura femminile, il dialogo interreligioso e interetnico, ma anche il loro rapporto con “l’arte, la scienza e la morale in genere della società”.

“Io penso che in questo senso la donna, col senso della sua maternità e creatività, sia più attenta probabilmente a conservare la dignità delle persone e a impedire che la miseria, la degradazione, e tante volte l’emarginazione, non siano abbandonate a sé stesse e alla loro deriva”, ha così espresso in maniera più approfondita il porporato. “È per questo motivo che dobbiamo cercare in tutti i modi, anche noi come Chiesa cattolica, di far sì che veramente la dualità sia sempre presente, che sia alla pari, e che le voci riescano ad incidere all’interno del tessuto della storia”, ha concluso Ravasi. Non a caso la Consulta femminile nasce nel 2014 sulle indicazioni ribadite in più occasioni da Papa Francesco, vale a dire quelle di dare voce e sostegno alle donne in tutti gli ambiti della vita e della società, e si pone l’obiettivo di offrire proposte operative e di sostegno alle iniziative del Pontificio Consiglio della Cultura. Come quest’ultima, che ha visto la moglie del presidente turco andarsene dall’incontro, per raggiungere di nuovo il marito, con in mano un mazzo di rose gialle e bianche, i colori della bandiera della Santa Sede. Segno di cortesia, ma anche di buon auspicio.



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