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Fashion trends al Festival di Sanremo 2018

Fabiola Cinque

Fashion trends al Festival di Sanremo: bando alla volgarità ed alla banalità.

Finalmente è stato un po’ accantonata la banalità del triste total black, qui riproposto in percentuale minore dagli abiti firmati Armani Privè, e di cui avremmo comunque fatto volentieri a meno, che hanno celebrato l’apertura e chiusura del Festival.

Successo scontato per il modello a sirena in nero totale, (illuminato solo da lustrini), in esaltazione della linea perfetta della Hunziker, che ovviamente non emerge per originalità.

Ma che dire quando ieri ci siamo accorti che lo stesso abito nero glitterato, dello stesso stilista ovviamente, era indossato, (per giunta nella stessa serata!), anche dalla florida Laura Pausini? Ma non potevano coordinarsi e confrontarsi per evitare un effetto del “prima e dopo la cura…”?

Per fortuna poi ci ha svegliato, con un energico romanticismo, il look Moschino. Celebrazione del colore in tutte le sfumature del rosa, esaltazione della femminilità in un pantalone più sexy di tutte le scollature precedenti, glamour e allegria annodati in un fiocco gigante che cinge il vitino da vespa della conduttrice.

Va riconosciuto grande merito alla Maison che, nonostante la sua brevissima vita (Moschino è morto a 44 anni nel ’94 per AIDS) ha egregiamente portato avanti il suo estro creativo e ironico come tratto distintivo del suo vulcanico genio creativo. Il brand Moschino qui ha dimostrato ancora una volta che, rispettando, anzi esaltando, la cifra stilistica della Maison, seppur rimanendo fedele al suo ideatore e creatore, dopo quasi 25 anni dalla sua assenza si può sorprendere e sconvolgere vecchi canoni con una ventata di novità e creatività.

Ma che vuol dire creatività? Non certo quella dell’apertura e chiusura del Festival con gli abiti di Armani indossati dalla Hunziker, riproposizione di design già visto, trito e ritrito. Forse ritrovata un po’ di più (seppur classica) nella proposta degli abiti di Alberta Ferretti che ha osato dal perlage dello champagne al rosso vivo (senza farci sentire però la nostalgia del vecchio Valentino style).

moda a SANREMO

Amiamo il suo stile romantico “sottoveste” ma, se proprio vogliamo farle una critica, un po’ troppo simile alla collezione autunno-inverno 2016-17 proposta due inverni fa.

Un altro punto a favore della moda di questo Festival di Sanremo è stato il buon gusto. La Hunziker ha dosato un po’ le tette in primo piano, sfoderandole per fortuna all’ultima puntata del Festival con l’abito nude look di Armani Privè. Ma qui almeno non ha raggiunto il cattivo gusto delle scorse edizioni dove furono assolute protagoniste. Qui il mio articolo sulle tette in primo piano sul BLOG di Formiche.

Sì, c’è stato il bando alla volgarità ed alla banalità proposto da un Carlo Conti, o dalle farfalline inguinali di Belen Rodriguez e altre dive e divette del passato. Ed il preziosismo della semplicità, della linearità delle forme è stato raggiunto, a mio avviso, nell’apparizione dell’imitatrice Virginia Raffaele. Qui l’attrice comica è salita sul palco dell’Ariston vestita di uno splendido abito deep noire, illuminato da preziosi punti luce in Swarovski, che porta la firma della Maison Francesco Scognamiglio. Lo stesso abito che avevo visto sfilare e di cui vi ho raccontato a proposito di AltaRoma ed accanto al quale, indossato da una super model, mi sono fatta fotografare.

moda a Sanremo moda a sanremo

Insomma il 68esimo Festival di Sanremo, a proposito di moda, ci ha fatto dimenticare velocemente il total black proposto, e ci ha fatto sopportare (anche se con fatica) la risatina stridula e fastidiosa di Michelle Hunziker che non stenta a mostrarci i sui 32 denti come lo stendardo della salute. (E qui lo dico con tutta l’invidia avendo portato l’apparecchio fino all’altro ieri, depauperando un’eredità e non raggiungendo il risultato Durban’s style che solo la Hunziker può…).

Merito di un gran signore, il Direttore artistico Claudio Baglioni, che in tutta sobrietà ha gestito ritmi e romanticismi senza abbandonarsi mai alla nostalgia. Merito anche della sua scelta una presentatrice sicuramente attenta e professionale affiancata però da un uomo ironico e istrionico che non ha ceduto ad ammiccamenti, provocazioni e desiderio di protagonismo.

Qui possiamo dire veramente “beata te” Hunziker! Che hai trovato non uno, ma ben due compagni di viaggio!

Due maestri e due compagni, due professionisti e due bambini che ti hanno coinvolto e avvolto con garbo, eleganza, e soprattutto con una buona dose di ironia!

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