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Giulio Ranzo, tecnologia e magia

“Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Non è un nuovo principio della termodinamica, ma la terza legge di Sir Arthur Clarke, scrittore di fantascienza e autore del romanzo “2001: odissea nello spazio”.

Clarke riassume il sentimento che si prova quando ci si imbatte nelle meraviglie della tecnica che, per quanto mi riguarda, comprendono prodigi come premere un pulsante e illuminare una stanza, fino ad accendere un computer (già di per sé un miracolo) e conversare amabilmente, guardandosi negli occhi, con un’amica che vive all’altro capo del mondo.

Ho provato un sentimento simile anche leggendo le parole di Giulio Ranzo, amministratore delegato e direttore generale di Avio Spa, che Marco Sonsini di Telos A&S ha intervistato per il nostro foglio mensile PRIMOPIANOSCALAc. Il mestiere di Ranzo consiste, tra le altre incredibili cose, nel lanciare satelliti nello spazio. Immaginate un bestione di dieci tonnellate di massa che deve acquisire una velocità tale da permettergli di raggiungere le orbite geostazionarie in un tempo di soli tre minuti.

Ma le soprese non finiscono qui. Colpisce il fatto che questa tecnologia spaziale sia italiana. Siamo tutti portati a pensare che i maestri indiscussi delle stelle siano Paesi come gli Stati Uniti e la Russia. Invece noi italiani abbiamo tanto da dire e, ammettiamolo, da insegnare anche in questo campo. E lo starman Ranzo ne è la prova.

Leggi l’intervista a Giulio Ranzo su PRIMOPIANOSCALAc

 


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