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Il Pd è sotto (cyber) attacco. L’allarme di Bonifazi

La democrazia italiana è sotto (cyber) attacco. Le offensive hacker ai danni dei principali partiti si moltiplicano e, complice la campagna elettorale, sembrano avere cadenza quasi giornaliera. Dopo l’attacco al Pd di Firenze e la nuova offensiva contro la piattaforma pentastellata Rousseau, i dem sarebbero entrati ancora nel mirino degli hacker​.
A dirlo è stato il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, che ha svelato in una nota che la notte scorsa si sarebbe verificato un tentativo di attacco hacker al sito del Pd nazionale.

LE PAROLE DI BONIFAZI

“Questa notte, intorno all’una – spiega Bonifazi – uno dei server che gestisce il sistema di autenticazione unificato del Pd nazionale, ovvero il ‘cuore’ della nostra piattaforma digitale, è stato oggetto di un tentativo di attacco da parte di hacker. A giudicare dagli strumenti e dalle modalità di attacco utilizzate riteniamo che si possa trattare di hacker professionisti. L’attacco è stato bloccato sul nascere dai sistemi di sicurezza integrati del Partito democratico”.

UN SALTO DI LIVELLO

Secondo Bonifazi, uno dei più stretti collaboratori del segretario del Pd, Matteo Renzi, ci si troverebbe di fronte a un’escalation. “Quello di ieri notte – ha aggiunto – non si configura, certamente, come un caso isolato. Gli strumenti impiegati ieri sera, tuttavia, dimostrano che c’è stato un salto di livello. Gli ultimi eventi, che hanno interessato anche i server della Federazione Pd di Firenze, stanno alimentando un clima di intimidazione che riteniamo inaccettabile. Per questo motivo, non ci appare remota la possibilità che si verifichino altri episodi del genere nei prossimi giorni. Provvederemo a inoltrare alla Polizia Postale denuncia formale sull’accaduto, allegando i log raccolti”.

LA FRECCIATA A CASALEGGIO

“Il Pd – ha concluso infine Bonifazi lanciando una ‘frecciata’ a Davide Casaleggio – si rimette all’attività degli inquirenti, auspicando che si possa presto far luce sugli eventi di questa notte. Per il momento”, ha sottolineato, “il Pd non si permette di sollevare ipotesi su eventuali mandanti politici”, come invece aveva fatto il figlio di Gionroberto dopo l’identificazione l’indagine da parte della procura di Milano di Evariste Galois, il giovane hacker etico che lo scorso agosto aveva “bucato” la piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle per poi comunicare ai vertici dei pentastellati le vulnerabilità della piattaforma”.



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