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È il giorno del Falcon Heavy, il super razzo di Elon Musk

Elon Musk

C’è grande attesa per il debutto assoluto del super razzo di Elon Musk, in partenza questa sera dalla base di lancio di Cape Canaveral, in Florida. A bordo del Falcon Heavy ci saranno una macchina e un manichino, per un lancio che si preannuncia, nel caso di successo, tra i più spettacolari della storia dell’esplorazione spaziale, oltre all’impatto rivoluzionario che potrebbe avere sul mercato dei lanciatori pesanti.

LA MISSIONE

Il lancio del razzo pesante di SpaceX è previsto alle ore 13:30 (19:30 ore italiane), dalla piazzola 39A del Kennedy space center. Il bollettino meteo è positivo, con l’80% di possibilità di tempo accettabile per il lancio. Qualora tale percentuale dovesse scendere al di sotto della soglia del 70%, potrebbe essere stabilito lo slittamento di un giorno. “Pensavo che qualcosa ci avrebbe sicuramente costretto a posticipare il lancio, qualcosa che avremmo scoperto sul razzo o forse il cattivo tempo; ma il meteo e il vettore appaiono ottimi”, ha detto ieri in teleconferenza Elon Musk, il visionario proprietario di SpaceX. Per il volo inaugurale del suo Falcon Heavy, l’imprenditore non si è smentito, caricando sul razzo la sua Tesla Roadster rossa, a bordo della quale ci sarà un manichino vestito da astronauta, già rinominato “Starman”. Il curioso carico era stato annunciato a dicembre della stesso Musk, che aveva aggiunto l’intenzione di indirizzare la macchina sportiva nella traiettoria di Marte, più precisamente nell’orbita eliocentrica tra la Terra e il Pianeta rosso. Musk non ha specificato quanto vicino al Pianeta rosso arriverà il payload, ma ha detto che la possibilità di impatto è “estremamente bassa”. Sulla Tesla saranno montate anche diverse telecamere, pronte a mostrare “epic views” del viaggio spaziale di Starman.

GLI OBIETTIVI DEL DEBUTTO

“Si tratta di una missione di test, e dunque ci sono molte cose che potrebbero andare storte”, ha tenuto a spiegare Musk ai reporter. In caso di successo, i piani di SpaceX prevedono almeno altri due lanci nel corso dell’anno. Secondo SpaceNews si tratterà di portare in orbita il satellite per telecomunicazioni Arabsat 6A, e di eseguire la missione Space test program 2 dell’Us Air force. Ieri, Musk ha preannunciato che, in caso di esito positivo, il prossimo lancio avverrà nel giro di tre/sei mesi. Nel caso invece di un fallimento, molto dipenderà dal momento in cui si verificherà il problema. Nello scenario peggiore, ha spiegato l’imprenditore, il razzo esploderà nella piazzola di lancio, richiedendo di conseguenza dai 9 ai 12 mesi di riparazioni. La speranza è che, se qualcosa dovesse andare storta, ci vada “più avanti nel corso della missione, così che possiamo almeno apprendere il più possibile”.

VERSO LUNA E MARTE

Musk è sembrato comunque piuttosto ottimista. Nonostante il debutto del Falcon Heavy arrivi ben cinque anni dopo rispetto a quando era previsto secondo il primo annuncio (nel 2011), le speranze di SpaceX sono che possa diventare presto operativo. Nel lungo termine, i piani dell’azienda sono di utilizzare il vettore per condurre l’uomo sulla Luna o addirittura su Marte. In tempi più brevi, l’obiettivo è conquistare una fetta importante del mercato, in cui poter inserire anche il trasporto di persone a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss), per ora prerogativa dei russi con la navicella Soyuz, o comunque per viaggi spaziali.

LA REUSABILITY DI SPACEX

Ad agevolare tali obiettivi, c’è la non marginale questione dei costi, che potrebbero essere effettivamente molto competitivi. “Siamo in grado di offrire capacità di carico elevatissime, a un costo di poco superiore a quello di un Falcon 9”, ha detto Musk. “Se abbiamo successo – ha aggiunto – si chiude la partita per tutti gli altri lanciatori pesanti”. Per la missione di stasera, l’azienda, che ha fatto della reusability una sua caratteristica fondante, punta al recupero di almeno due dei tre booster del primo stadio. Oltre alla riutilizzabilità di questi, a caratterizzare il Falcon Heavy c’è prima di tutto la portata. Il vettore dovrebbe essere in grado di condurre nella bassa orbita terrestre (Leo) un carico da 64 tonnellate, pari a più del doppio della capacità del razzo attualmente operativo che più gli si avvicina, il Delta IV Heavy.

I DUE STADI

Tale capacità di carico è assicurata da due stadi. Il primo è rappresentato da tre booster del Falcon 9, due laterali e uno centrale, ognuno equipaggiato da nove motori Merlin. La potenza generata dai 27 motori sarebbe seconda solo al leggendario Saturn V, il razzo che permise all’uomo di arrivare sulla Luna. “Al decollo – spiega l’azienda – i booster laterali e il nucleo centrale funzionano tutti a piena spinta; poco dopo il decollo, i motori centrali rallentano; dopo la loro separazione, i motori del nucleo centrale accelerano il proprio funzionamento”. Una volta che anche il booster centrale del primo stadio è stato separato, entra in azione il secondo stadio, rappresentato da un motore Merlin che ha il compito di portare il payload all’orbita prestabilita, con la possibilità di accendersi e spegnersi più volte. A preoccupare particolarmente sono “le interazioni tra i tre booster del primo stadio”, ha spiegato Musk. La separazione di quelli laterali dal nucleo centrale non è stato testato in volo, mentre una volta separatosi per intero il primo stadio, ha aggiunto il visionario imprenditore, “entriamo in un terreno che conosciamo molto meglio”.

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