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Si apre il dopo Merkel. Ecco i possibili successori alla guida del partito

Deutsche Bank, bund

Tra quattro settimane Angela Merkel tornerà a essere cancelliere della Germania per la quarta e ultima volta. E ci sono già quattro nomi di membri della Cdu che potrebbero prendere le sue redini, stavolta sciolte e un po’ imbrigliate. Per ora Merkel non ha indicato nessun successore per le elezioni del 2021 ma i nomi in lizza sono verosimilmente quelli che, tra qualche anno, potrebbero cavalcare il cavallo nero della Germania.

IL LIBERALE

Uno dei grandi favoriti alla successione è Daniel Günther, 44 anni e presidente del Land tedesco Schleswig-Holstein, il più settentrionale dei 16 Stati federati della Germania. Stretto collaboratore di Angela Merkel –  “abbiamo bisogno di lei a capo del governo e del partito”, aveva detto durante la fase delle negoziazioni -, ma anche sostenitore di una politica di ringiovanimento della Cdu. – “Nella seconda e terza fila abbiamo bisogno di nuove facce” -. Günther è capo di un governo federale grazie a una coalizione giamaica, che quindi comprende anche i Verdi e i Liberali, e nel corso delle negoziazioni tra Spd e Cdu si era mostrato fortemente contrario a una rinnovata grande coalizione, definendola “un’assurdità totale”. Favorevole ai matrimoni gay prima che venissero legalizzati, firmatario di una legge per l’integrazione degli immigrati – perché a suo parere in Germania questa ha fallito – e contrario a una limitazione dei contratti di lavoro imposti dalla Spd, perché fortemente liberale, Günther si profila essere il candidato meno conservatore di tutti.

LA VETERANA

Primo ministro del piccolo Land della Saar, Annegret Kramp-Karrenbauer è soprannominata da molti “la mini-Merkel”. 55 anni e un passato tra le fila della Cdu sin dai primi passi mossi nella sua carriera politica, Kramp-Karrenbauer non sta saltando una tappa per riuscire ad arrivare al vertice dei cristiano democratici tedeschi. Prima donna ad aver ricoperto il ruolo di ministro degli Affari Interni in un Land tedesco, membro della Cdu che ha avuto grande peso nei negoziati per la formazione di governo nelle scorse elezioni, Kramp-Karrenbauer proviene da una famiglia cattolica conservatrice. Nel periodo della crisi migratoria si è detta più volte favorevole a una politica di accoglienza più dura, soprattutto verso i richiedenti asilo che spesso “ingannano sulla loro età”. Kramp-Karrenbauer ha dichiarato che “lo stato deve utilizzare tutti i mezzi possibili per scoprire di più su chi entra nel nostro Paese, perché spesso i documenti dei richiedenti asilo vengono distrutti appositamente”.

LA BELLA

Se Kramp-Karrenbauer è chiamata la “mini-Merkel”, lei è invece la vice di Merkel. La numero due della Cdu Julia Klöckner è nata 45 anni fa in una famiglia di conservatori cattolici di un piccolo paese del Land Rhineland-Palatinate. Klöckner è appassionata di vino, mercato nel quale opera la famiglia, e sarà molto probabilmente il futuro ministro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura. Dal 2002 al 2011 membro del Bundestag, dal 2010 presidente per la Cdu del parlamento della Renania-Palatinato, dal 2012 eletta vice presidente federale della Cdu, Klöckner è senza dubbio una delle favorite a prendere l’eredità di Merkel. La possibile direzione di un ministero le consentirebbe di mettersi alla prova nel primo vero ruolo di responsabilità della sua carriera politica. Sull’immigrazione Klöckner, nel 2016, affermo che “l’accoglienza dei rifugiati deve essere possibile solo attraverso centri di confine”. Nell’ultima elezione in Turchia era tra chi aveva esortato apertamente i turchi residenti in Germania a boicottare le elezioni che portarono nuovamente al potere Recep Erdogan.

IL CATTIVO

Il più giovane dei quattro candidati, 37 anni, è stato anche il più giovane parlamentare eletto al Bundestag nella storia della Germania. Jeans Spahn è cresciuto a Ottenstein, una piccola città a pochi chilometri dal confine olandese, e si è fatto conoscere negli ultimi anni perché ha ricoperto il ruolo di vice ministro dell’Economia del governo uscente. Gay e fortemente liberale sui temi sociali, Spahn è un convinto conservatore su economia e migrazione. A un modello multiculturale preferisce quello di un’integrazione che segue una cultura di riferimento, tanto che si dice contrario anche al burqa, e per questo è stato anche accusato di essere populista. Ma la sua risposta è stata la seguente: “L’Europa ha lottato per un secolo, se non per un millennio per i suoi valori, ma oggi spesso li lascia mettere in discussione”. Ultimamente, rimanendo in tema, Spahn si è detto favorevole all’idea di un ministero per la Patria. Su Horst Seehofer come ministro dell’Interno ha dichiarato: “Renderà la Germania più sicura e attuerà la limitazione concordata dell’immigrazione, e come Ministro della Patria potrà rafforzare la coesione nella società”.

Günther deve dimostrare di poter governare con successo uno stato federale, cosa ha già dimostrato Kramp-Karrenbauer, vincendo con una larga maggioranza il suo secondo mandato. Spahn e Klöckner, invece, devono rispettivamente dimostrare di avere la stoffa per poter reggere ruoli di responsabilità. L’ala conservatrice, dopo uno spostamento a sinistra della Cdu, sembra dunque predominare.


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