Un appuntamento rimandato più volte, tra le polemiche, quello tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto. Ma nelle prossime settimane, finalmente, Trump visiterà il Paese latinoamericano per parlare di temi di interesse bilaterale e, soprattutto, della costruzione del Muro nella frontiera. E di chi lo pagherà. La notizia è stata confermata dalla Segreteria di Affari Esteri del Messico.
I RAPPORTI TRUMP E PEÑA NIETO
L’incontro tra Trump e Peña Nieto era previsto a Washington poco dopo l’insediamento del magnate statunitense nel 2017. Tuttavia, il leader messicano cancellò il viaggio a seguito delle polemiche dichiarazioni di Trump su Twitter riguardo il finanziamento messicano per la realizzazione del Muro. A luglio si sono incontrati al vertice del G20 ad Amburgo. I due si erano già visti a Città del Messico nel 2016, quando Trump era candidato del Partito Repubblicano alle presidenziali americane. La visita era stata organizzata dal ministro degli Affari esteri, Luis Videgaray (qui il ritratto di Formiche.net), e il genero di Trump, Jared Kushner, molto amico di Videgaray. Peña Nieto è stato alla Casa Bianca a luglio del 2016. Trump invece non è ancora andato in Messico in qualità di presidente.
Secondo il dicastero degli Affari esteri messicano, l’agenda di Trump e Peña Nieto prevede “la revisione dei rapporti tra Messico e Stati Uniti e alcuni temi ancora in sospeso”. Ancora non è stata confermata la data definitiva né il luogo. È sicuro invece che si parlerà di cooperazione in materia commerciale, immigrazione, sicurezza ed energia.
IL RUOLO DI JARED KUSHNER
L’incontro tra Trump e Peña Nieto avviene dopo numerose conversazioni bilaterali sulla revisione del Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord e l’insistenza di Trump di far pagare la costruzione del Muro allo Stato messicano. Luis Videgaray, segretario per gli Affari Esteri e uno degli uomini di fiducia di Peña Nieto, ha incontrato non solo Jared Kushner, di cui è amico personale, ma anche il segretario del Tesoro americano, Tesoro Steve Mnuchin; il segretario del Commercio, Wilbur Ross; il direttore del Consiglio Economico Nazionale, Gary Cohn e il consigliere di sicurezza nazionale, Herbert Raymond McMaster.
IL BILANCIO E LA PARTITA PER IL MURO
Da quanto si legge sul Chicago Tribune, Mick Mulvaney, direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio degli Stati Uniti, ha confermato che il Muro è tra le priorità dell’amministrazione Trump, per cui saranno stanziati circa tre miliardi di dollari per l’inizio dei lavori di costruzione, con una partita iniziale di circa 1,6 miliardi di dollari. “Ci sarà un fondo di contingenza di circa 25 miliardi per le spese del Muro in due anni – ha aggiunto Mulvaney – se il Congresso approva la riforma legislativa dei Dreamers”. Mulvaney ha ammesso che il nuovo bilancio potrebbe provocare un deficit all’anno di 1000 miliardi di dollari.
Nella proposta di Trump per il bilancio del 2019, la richiesta del fondo per la costruzione di 104 chilometri di Muro si giustifica come “un progetto per proteggere la zona del Texas su richiesta delle autorità di migrazione”. Secondo il piano iniziale, circa 18 miliardi saranno destinati alla costruzione fisica del Muro e altri 7 miliardi al miglioramento del sistema tecnologico per il controllo dei flussi migratori.