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A bordo del KC-767, il tanker dell’Aeronautica militare frutto della partnership con Boeing

Non avrà le linee di un caccia, né l’appeal di un convertiplano, ma il KC-767 è una macchina straordinaria, un tanker di grande versatilità estremamente apprezzato dai nostri militari e soprattutto un velivolo essenziale per diversi compiti assolti dall’Aeronautica militare italiana, dall’Islanda all’Iraq. In occasione del press tour organizzato all’aeroporto di Pratica di Mare, abbiamo avuto il piacere di salirci sopra, volando per due ore nei cieli “a sud di Ponza”, e assistendo a esercitazioni di rifornimento in volo. Prima, l’approccio di un C-27J verso il sistema di rifornimento rilasciato dall’ala di un altro KC-767. Poi, un volo quasi sincronizzato tra i due tanker, una sorta di corteggiamento aereo tra due bestioni di 50 metri dotati di un’inaspettata leggiadria.

I QUATTRO TANKER ITALIANI

La flotta italiana si compone di quattro KC-767 Tanker, con compiti di aerocisterna e trasporto strategico. I velivoli sono tutti in dotazione al 14esimo Stormo dell’Aeronautica militare con sede a Pratica di Mare, l’aeroporto alle porte di Roma che rappresenta, per grandezza, la seconda base aerea in Europa. Il 14esimo Stormo, che opera anche i P.180 e il nuovo Caew per la sorveglianza aerea, “è un piccolo reparto con meno di 400 unità: un piccolo team orientato agli aspetti operativi”, ha spiegato il suo comandante, il colonnello Antonio Caruso, aprendo la visita. La flotta di KC-767 rappresenta “l’ossatura delle capacità di trasporto strategico e refueling dell’Aeronautica militare”, ha aggiunto il comandante. Le sue qualità sono ben note alle nostre Forze armate, e non è dunque un caso che i velivoli abbiano avuto “un impiego intensivo”. I Tanker del 14esimo Stormo sono stati impiegati in Libia e in Afghanistan, e più di recente in Islanda, a supporto delle operazioni di air policing della Nato, e in Kuwait, presso la base di Abdullah al Mubarak, nell’ambito del supporto alla coalizione per la lotta al Daesh.

IL KC-767

Costruito da Boeing, il velivolo deriva dall’aereo commerciale 767-200 ER ed è stato acquistato dall’Aeronautica per sostituire i Boeing 707 pensionati per motivi di obsolescenza operativa. Entrato in operatività a partire dal 2011, spinto da due motori di General Electric (CF6-80C2), i suoi compiti sono principalmente il rifornimento in volo e il trasporto logistico (di passeggeri e/o cargo), attività che può svolgere simultaneamente. La sensazione, salendoci sopra, è che sia un velivolo di estrema versatilità. Il rifornimento in volo può infatti essere effettuato tramite il “boom” (un’asta rigida con capacità di flussaggio pari a 900 galloni al minuto) o tramite i tre pod (sistemi flessibili a tubo e cestello) situati alle estremità delle ali e sul ventre del velivolo. Lo stesso Tanker, in caso di necessità, è dotato di un punto di rifornimento (sul dorso) che gli permette di essere receiver oltre che donatore. A tutto questo si aggiunge la capacità di trasporto. Il velivolo può imbarcare fino a 200 passeggeri con relativi bagagli (versione full pax) o 19 pallet militari (versione cargo). In alternativa, c’è la versione combi, quella su cui abbiamo avuto il piacere di volare, che può imbarcare 100 passeggeri e 10 pallet militari. In altre parole, per fare un esempio, il KC-767 può eseguire una trasvolata oceanica portando con sé quattro caccia (che rifornisce periodicamente) e con a bordo un pieno carico di passeggeri e merci.

IL RAPPORTO TRA BOEING E L’AERONAUTICA

A dimostrazione delle capacità del velivolo ci sono i dati relativi alla sua efficienza operativa. Dal 2013 ad oggi, il Tanker ha fatto registrare un grado di successo nelle missioni pari al 98,9%, volando per oltre 22.700 ore e completando quasi seimila missioni. A tenere il conto c’è anche Boeing, che oltre a fornire gli aerei si occupa di una serie di servizi di manutenzione, addestramento (non solo iniziale), ingegneria, pubblicazioni tecniche e così via. Per farlo, il costruttore americano ha una propria struttura all’interno dell’aeroporto di Pratica di Mare, con tecnici e ingegneri che lavorano a stretto contatto con il personale dell’Aeronautica. Tutto questo, ha spiegato il site manager della struttura di Boeing, Sergio Parisi, accade in virtù del contratto denominato Performance based logistic (Pbl) che l’azienda ha siglato con l’Aeronautica. Il costruttore non si è limitato cioè a vendere l’aereo, ma ha esteso la fornitura a una serie di servizi che sono legati al raggiungimento di determinate performance. Nel caso in cui le stesse non venissero raggiunte, l’industria paga una penale, assumendosi dunque il rischio e dotandosi di incentivi a supporto del successo operativo del mezzo. L’idea di Boeing è “creare una relazione con il cliente completamente diversa rispetto ai tradizionali rapporti transazionali”, ha detto l’ingegner Parisi. Un obiettivo che sul KC-767 sembra raggiunto. “Il rapporto con Boeing è molto molto stretto e auspicherei che fosse esteso ad altre linee”, ha detto il comandante Caruso. “Esso – ha aggiunto il colonnello – è proficuo e improntato a una collaborazione che ci consente di rispondere con flessibilità alle richieste della missione”.

IL MERCATO DEI SERVIZI IN ITALIA

L’obiettivo dell’azienda che opera in Italia da quasi 70 anni con oltre 150 dipendenti è instaurare “nuovi format di partnership su rapporti a lungo termine”, ha spiegato il presidente di Boeing Italia e managing director per il sud Europa, Antonio De Palmas. “Il Fleet support center a Pratica di Mare – ha aggiunto De Palmas – rappresenta un modello avanzato che pensiamo possa essere esteso ad altre flotte e ad altri aerei”, non solo a quelli costruiti da Boeing. “È d’altronde lo stesso Libro Bianco della difesa del ministro della Difesa Roberta Pinotti a dare un’attenzione importante alla pianificazione e al finanziamento della logistica, da realizzarsi insieme all’acquisto della piattaforma”, ha detto ancora il manager.

Il costruttore americano ha da tempo puntato forte sul mercato dei servizi, un settore che nei prossimi anni (2017-2026) potrebbe arrivare a valere 2,6 trilioni di dollari, poco inferiore al settore commerciale (2,8 trilioni) e nettamente superiore a quello della difesa (2,2 trilioni). A tal scopo, nel luglio del 2017 è nata la Boeing Global Services (BGS), una nuova business unit pienamente operativa che punta a conquistare il mercato dei servizi, offrendo soluzioni globali, personalizzate (proprio come i servizi offerti per i KC-767 italiani) e competitive.



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