Dopo la produzione e la vendita, ogni piattaforma aeronautica necessita di manutenzione, aggiornamento e supporto. Tutto questo costituisce un mercato particolarmente allettante, generalmente riassunto nel termine “servizi”, un settore in forte crescita e sempre più distinto tanto dal comparto militare, quanto da quello commerciale. Dall’esperienza maturata a Pratica di Mare con i KC-767 dell’Aeronautica militare, l’intenzione di Boeing è estendere la fornitura dei propri servizi anche ad altre piattaforme, sempre in collaborazione con il comparto nazionale. Ne abbiamo parlato con Antonio De Palmas, presidente di Boeing Italia e managing director per il Sud Europa, in occasione della visita al Flight Support Center che il costruttore gestisce presso l’aeroporto Mario De Bernardi e con cui supporta la flotta dei Tanker italiani.
I NUMERI DI UN SETTORE IN FORTE ESPANSIONE
“Il mercato dei servizi è in forte espansione e molto frammentato”, ci ha spiegato De Palmas. Con tali caratteristiche, “puntiamo, come azienda, ad avere una quota di mercato molto più importante di quella che copriamo adesso, che è inferiore al 10% nel mondo dei servizi”, ha aggiunto il manager. Guardando le ultime stime, l’intenzione sembra quella giusta. Tra il 2017 e il 2026 il mercato dei servizi avrà un valore complessivo pari a 2,6 trilioni di dollari, con un aumento annuo del 3,5%, per la maggior parte diretto alle piattaforme commerciali (1,5 trilioni contro l’1,17 per quelle militari). In ogni caso, i numeri indicano la forte emersione di un settore che sempre di più si distingue tanto dal lato commerciale quanto da quello militare, con valori paragonabili ad entrambi. Nello stesso periodo, infatti, il mercato dell’aviazione commerciale crescerà del 3,9% all’anno, con volumi che si aggireranno intorno ai 2,8 trilioni di dollari. Il settore dei sistemi per la difesa e l’aerospazio varrà invece 2,2 trilioni di dollari, con un tasso di crescita annuale dello 0,2%.
UN’ATTENZIONE CHE MANCA
Eppure, nonostante numeri di tutto rispetto, il mercato dei servizi pare ancora sottovalutato. “Nel mondo aeronautico, si da molta attenzione alla piattaforma e meno ai servizi; eppure nel ciclo di vita di un aereo, il valore è del 30% sulla piattaforma (in termini di prezzo di acquisizione) e del 70% sul servizio”, ha rimarcato De Palmas. In altre parole, “un cliente spende nel ciclo di vita di una macchina il 70% per mantenerla e per aggiornarla”. Ne consegue l’esigenza di guardare “con più attenzione” tali attività. “Penso – ha aggiunto il numero uno di Boeing Italia – che nel futuro, per qualsiasi costruttore di piattaforme aeronautiche, siano esse civili o militari, la capacità di focalizzarsi su servizi che assicurino performance e valore per il cliente diventerà essenziale”. Così, “non vedo nei prossimi cinque/dieci anni nessun player mondiale che possa sopravvivere senza avere una forte value proposition sui servizi, e senza riuscire effettivamente ad assicurare quel valore per tutto il ciclo di vita della macchina”.
I PIANI DI BOEING
E Boeing come ha colto la sfida? “Noi siamo sicuramente consapevoli di tutto questo, così come del fatto che sia una prospettiva abbastanza sfidante, trattandosi di un settore piuttosto competitivo”. D’altronde, ha riassunto De Palmas, “è una crescita da fare”, anche nel nostro Paese. “È d’altronde lo stesso Libro Bianco della difesa del ministro Roberta Pinotti a dare un’attenzione importante alla pianificazione e al finanziamento della logistica, da realizzarsi insieme all’acquisto della piattaforma”, ha ricordato il manager. “In Italia notiamo opportunità considerevoli, partendo da quello che abbiamo qui a Pratica di Mare e dal valore che riusciamo a garantire all’Aeronautica militare”. Ciò, nei piani del costruttore, potrebbe estendersi “anche ad altre piattaforme del ministero della Difesa, che siano Boeing come il Chinook (elicottero in dotazione all’Esercito, ndr) o anche non Boeing”.
IL CASO DEL KC-767
Per i quattro KC-767 Tanker in dotazione al 14esimo Stormo, infatti, Boeing non ha provveduto alla sola realizzazione. Il colosso americano segue le flotta italiana con una propria struttura che opera a stretto contatto con il personale dell’Aeronautica militare, fornendo un servizio integrato e completo. Ciò è possibile grazie a un particolare tipo di contratto, il Performance-Based Logistics (PBL) con cui l’industria si è impegnata a garantire, oltre alla piattaforma, una certa performance. Se i livelli convenuti non sono raggiunti, l’industria paga una penale, con un meccanismo che la incentiva a lavorare per massimizzare la qualità delle prestazioni, con effetti su prontezza e capacità operativa. Il PBL libera inoltre l’utilizzatore da una serie di attività che vanno dalla manutenzione all’addestramento del personale militare (non solo iniziale), dall’ingegneria alle pubblicazioni tecniche. Tale dinamica, che capovolge il classico concetto di “attività transazionali”, si inserisce proprio nel settore dei servizi. E non è un caso dunque che il centro di supporto di Pratica di Mare dipenda da Boeing Global Services (BGS), la nuova business unit che l’azienda ha creato nel 2017 per competere al meglio in questa fetta di mercato. BGS ha riunito in sé le aree dei servizi di Boeing Commercial Airplanes e di Boeing Defense, Space & Security, a testimonianza di come il settore stia ormai emergendo come un comparto a sé stante.
LA COLLABORAZIONE CON L’INDUSTRIA NAZIONALE
L’intenzione di espandersi in tale segmento incontra però anche l’esigenza di collaborare con l’industria nazionale. Boeing, che opera in Italia da quasi 70 anni, ha oltre 150 dipendenti nel Paese e arriva a supportare 12.300 posti di lavoro. Il campione nazionale Leonardo realizza a Grottaglie il 14% del 787 Dreamliner. A Cameri, Avio Aero realizza le pale e le turbine dei motori del 777 e del 787 con stampa 3D e additive manufacturing. Sul lato militare, Boeing realizza insieme a Leonardo i CH-47F Chinook per l’Esercito, gli stessi su cui potrebbero estendersi i servizi improntati al PBL. Dalla produzione, la partnership con l’industria locale potrebbe difatti passare anche ai servizi post-vendita come già avviene per il KC-767. “Il programma Tanker, in termini di collaborazione con l’industria nazionale, ha una storia importante e molto interessante”, ha spiegato Antonio De Palmas. Ciò riguarda “sia il supporto logistico, per il quale buona parte del personale che utilizziamo è dell’industria nazionale, sia il ritorno sul comparto italiano”, ha aggiunto. “Il programma ha il 100% del ritorno industriale – ha concluso il presidente di Boeing Italia – con un valore di off-set di circa 1 miliardo di euro investiti in programmi, iniziative e progetti che coinvolgono le aziende nazionali, e spesso si parla di piccole e medie imprese del settore aerospaziale”.