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Cairo e il compleanno de “L’economia” del Corriere

Urbano Cairo_-Assemblea azionisti Rcs
Urbano Cairo_-Assemblea azionisti Rcs

Oggi si parla tanto di startupper.
Del fenomeno, a suo modo, Urbano Cairo è stato un precursore.
Ho seguito il suo percorso imprenditoriale da quando si è “messo in proprio” su PrimaComunicazione (giornale che da sempre leggo con avidità per conoscere protagonisti e vicende del mondo della comunicazione, del marketing e dell’editoria), prima ancora che assurgesse agli onori delle cronache.

Per capire che è un grande, basta rileggere la storia di come è riuscito a farsi assumere da Berlusconi: lo raccontava bene L’Espresso in questo servizio:
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/03/04/news/chi-e-cairo-nuovo-capo-de-la7-1.51409 .

Eccone alcuni stralci:
“L’ascesa al pantheon televisivo di Cairo del resto è il coronamento di una carriera avvolta nel mito, fin da quando nel 1981, da poco laureato alla Bocconi, legge un’intervista rilasciata a ‘Capital’ da Silvio Berlusconi. “Se qualche giovane ha una buona idea, mi chiami”, diceva tra l’altro al mensile il fresco fondatore di Canale 5.
Detto fatto, Urbano si presenta negli uffici del Biscione e si piazza davanti alla segretaria di Sua Emittenza finché non riesce a farsi ricevere. Scoppia il colpo di fulmine e Urbano, a 24 anni, diventa l’assistente personale del futuro premier.
Per il ragazzo di Alessandria è l’inizio folgorante di un’epopea fininvestiana che durerà 14 anni, sempre al fianco di Berlusconi tanto nelle fatiche degli affari quanto nelle notti di baldoria della Milano da bere”.

Perché ripercorro la storia di Cairo?
Perché, ha creato dal nulla un impero nel mondo dell’editoria. Perchè è riuscito a rilanciare La7.
E soprattutto perchè è ha saputo rilanciare Rcs e Il Corriere della Sera, valorizzando le grandi professionalità giornalistiche interne al gruppo. A saputo scegliere una grande squadra, a partire dal direttore Luciano Fontana. E’ il primo editore puro italiano nell’epoca multimediale.

Il suo interesse è chiaro. Fare soldi con i media e pagare dividendi agli azionisti.
Sembra banale ma non lo è, in un Paese fatto di mille conflitti di interesse, in cui ci sono eccelsi imprenditori che hanno le mani nell’editoria solo per poter contrattare meglio le proprie posizioni con i poteri nazionali o locali in grado di influenzare o decidere il destino dei loro business principali.

Nei giorni scorsi ho rincontrato Cairo a Milano in Borsa Italiana per il “primo compleanno” de “L’Economia” de Il Corriere della sera.
Una bellissima giornata. Chi ha organizzato l’evento non ha sbagliato un colpo.
A partire dalla scelta di accendere i riflettori sulle Pmi e di invitarne alcune centinaia di rappresentanti in una sala gremita.
Un clima simile lo avverti solo in occasione delle presentazioni delle nuove classi di Elite.

Cairo è stato il vero protagonista della giornata. Ha aperto e chiuso l’evento con suoi interventi e ha voluto dare il giusto onore al team del direttore Luciano Fontana, che in pochissimo tempo ha fatto diventare L’Economia, guidata da Massimo Fracaro, un punto di riferimento importante nel mondo dell’informazione economica.
“Il rilancio de L’Economia è stato un passaggio centrale per tutto il Sistema Corriere”, ha spiegato Urbano Cairo. “Un modello virtuoso che ha portato una nuova idea di informazione economica nel panorama editoriale italiano. A un anno dal lancio ci premiano i lettori, gli investitori e tutti i volti cui abbiamo dato voce e spazio per raccontare le grandi storie dell’eccellenza italiana”.
A margine dell’incontro, un imprenditore gli ha chiesto quanto e in che modo interveniva nella vita quotidiana del giornale anche rispetto a temi di recente attualità. Cairo gli ha spiegato che non entra nella vita quotidiana del giornale e non fa ingerenze nella gestione giornalistica, perché per lui conta la qualità del prodotto.
Visti i risultati penso sia proprio vero….



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