Raccomandazioni e linee guida per usare in modo sostenibile e responsabile l’Intelligenza artificiale (Ia) nella Pubblica amministrazione. È questo l’intento del primo Libro bianco ‘L’Intelligenza artificiale a servizio del cittadino’, a cura dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Il documento, presentato ieri a Roma (qui il testo completo), vorrebbe “delineare le prospettive di sviluppo dei servizi pubblici digitali e le sfide che il Paese dovrà affrontare per implementare e adoperare le nuove tecnologie nel rispetto dell’etica e delle leggi mettendo il cittadino al centro di questo percorso evolutivo”.
Il Libro bianco, si è detto, è il primo tipo di testo indirizzato alle Pa italiane a contenere suggerimenti e azioni per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’Intelligenza artificiale, riducendone i problemi correlati e consentendo così di sviluppare servizi pubblici all’avanguardia per i cittadini. Tra le sfide contenute nel Libro c’è, soprattutto, l’applicazione dell’Ia e la sua relazione con l’essere umano.
L’Agid ha inoltre annunciato di aver messo a disposizione cinque milioni di euro per lo sviluppo di progetti pilota di Intelligenza artificiale per le pubbliche amministrazioni.
LE PAROLE DI SAMARITANI
“All’interno del volume”, ha spiegato il direttore generale dell’Agid, Antonio Samaritani, “si raccomanda di utilizzare i sistemi di intelligenza artificiale nel rispetto dei principi di privacy, trasparenza e sicurezza a tutela dei cittadini”, argomenti che proprio in questi giorni sono oggetto di cronaca per le vicende Facebook-Cambridge Analytica. In particolare, ha aggiunto, “si condivide la necessità di rendere pubblici i meccanismi di funzionamento degli algoritmi e le logiche di costruzione dei database e di elaborare linee guida per il security by design nell’utilizzo dell’Ia, di sviluppare percorsi di preparazione ad hoc all’interno della Pa, per formare esperti di Intelligenza artificiale e di creare una piattaforma nazionale per testare e sviluppare le soluzioni Ia”.
OBIETTIVI DELLA TASK FORCE IA
La task force si prefigge l’obiettivo di analizzare le potenziali applicazioni dell’Ia nei servizi pubblici; studiare le implicazioni economiche, sociali e culturali sull’introduzione dell’Ia nei servizi pubblici; definire rischi e opportunità strategiche per le amministrazioni italiane; mappare il lavoro avviato dalle pubbliche amministrazioni e dai principali centri di ricerca italiani e internazionali; realizzare delle raccomandazioni sull’Ia al servizio del cittadino destinate alle pubbliche amministrazioni.
I PROGETTI
I progetti individuati dal Libro bianco riguarderanno i chatbot, ossia i robot che rispondono in tempo reale alle domande degli utenti, i sistemi automatici di diagnostica in grado di individuare velocemente la patologia di un paziente, le piattaforme automatiche per supportare gli insegnanti nella valutazione dei compiti scolastici, i sistemi avanzati di elaborazione dei dati per contrastare l’evasione fiscale e altro ancora.
AGEVOLARE LA NASCITA DI UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE AI READY
Il Libro Bianco propone l’agevolazione della nascita di una Pubblica Amministrazione AI ready, ovvero pronta a cogliere le opportunità delle nuove tecnologie di Intelligenza artificiale a servizio dei cittadini.
Sono infatti molteplici i campi di applicazione dell’Ia nel settore pubblico: dalla prevenzione dei disastri ambientali, dove è possibile operare simulazioni delle conseguenze dei fenomeni naturali, alla scuola, dove sono già disponibili assistenti didattici artificiali in grado di seguire gli studenti singolarmente.
“Nel mondo si moltiplicano gli esempi di intelligenza artificiale applicata ai servizi al cittadino: in Giappone, il personale degli uffici pubblici risponde in maniera personalizzata a tutte le richieste dei cittadini, servendosi di strumenti di Intelligenza artificiale adeguatamente istruiti. In Uk è al vaglio una tecnologia wearable per monitorare e combattere i sintomi del Parkinson” ha detto Maria Grazia Mattei, direttore di Meet the Media Guru.
“Agli indubbi benefici fanno da contraltare rischi che vanno adeguatamente affrontati a livello internazionale perché, come è sempre più evidente dalla cronaca di questi giorni, le informazioni che riguardano i nostri gusti e comportamenti possono essere utilizzati a scopi che esulano dalla nostra volontà. I governi dovranno affrontare questi delicati aspetti e sfruttare l’enorme potenziale di questo ‘cervello umano aumentato’ per affrontare seriamente i grandi problemi dell’umanità. Tutti questi sviluppi implicano la cessione di autonomia e di informazioni da parte del cittadino e quindi la prima sfida a cui siamo chiamati è quella di sviluppare queste tecnologie in una prospettiva umano-centrica che tenga conto della tutela della privacy, della reputazione e della proprietà individuale del pensiero. È fondamentale non perdere di vista questi aspetti e rafforzare in ogni cittadino la consapevolezza di questi diritti”.