E così, nell’intervista rilasciata da Shahin Vallée, braccio destro di Macron, la questione di un’apertura verso il M5S è confermata.
Chissà cosa diranno Sandro Gozi e i macroniani di casa nostra, specie quando leggeranno il passaggio dell’intervista che segue:
Come crede che si risolverà questa ambivalenza?
«In Italia, c’è una responsabilità anche degli altri partiti perché cerchino di spingere M5S a essere una formazione di governo ragionevole, invece di mettersi insieme alla Lega per portare l’Italia in un vicolo cieco. Chiamerei questo processo la “syrizazione” di M5S. Non so se accadrà, ma mi pare necessario e in realtà mi pare anche una grande opportunità per l’Europa».
Come si coniuga quindi l’intransigenza della dirigenza PD, con la loro smania di avvicinarsi a Macron, e la richiesta che Vallée esplicita qua? Non si coniuga: Macron non ha interesse verso un PD smantellato e depotenziato. Guarda, con interesse, e pragmatismo, alla prima forza politica italiana, il M5S. Guarda a una forza che non appartiene a nessuna famiglia politica tradizionale, come il PPE e il PSE. Perché? Semplice, Macron vuole creare un terzo polo e ha bisogno di forze nuove, per un certo verso, anche “manipolabili”.
Leggiamo ancora un altro passaggio dell’intervista:
Ma esattamente cosa vuole fare Macron?
«Vuole costruire un’ampia alleanza pro-europea aperta a tutti, in modo da sfidare sia l’ondata dei partiti nazionalisti che l’inerzia di quelli tradizionali. Non sarà facile, perché deve trovare il modo di unire forze europeiste che a livello nazionale possono essere avversarie».
Mi sembra evidente che il piano di Macron non è quello che una certa parte del Partito Democratico si augura.
Infine, ancora un passaggio:
Il presidente francese già chiaro con chi può costruire questa terza alternativa?
«In certi Paesi la ricomposizione del quadro politico è piuttosto avanzata ed è chiaro che tipo di alleanza si possa costruire: Grecia, Spagna e ora anche la Francia. In altri, come l’Italia, il processo di ricomposizione politica è ancora in corso, dunque è difficile per ora capire quali alleanza siano possibili».
Come già scritto, piuttosto di inseguire o scimmiottare posizioni ed esperienze altrui, sarebbe ideale che il PD pensasse a una sua strategia per risollevarsi. Serve una costituente della sinistra in Italia, che metta insieme, di nuovo, PD e tutte le formazioni alla sua sinistra che guardino alla socialdemocrazia europea. Il PD appartiene al PSE e, a meno che non voglia compiere un atto di rottura, ufficiale, è nel solco di quei valori e progetti, che deve muoversi e ripensarsi.