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Scuola, perché è importante la firma di Valeria Fedeli sul decreto a favore delle famiglie svantaggiate

Torino scuola

Il 2 marzo cioè 48 ore prima delle elezioni la ministra Valeria Fedeli ha firmato il decreto che trasferisce alle Regioni 103 milioni in favore delle famiglie svantaggiate. Un fondo istituito con l. 448/1998 per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo agli alunni meno abbienti della scuola secondaria di I e II grado.

La firma del decreto è importante anche se non prevede ancora la rivalutazione, che permetterebbe di rispondere alle reali e accresciute esigenze delle famiglie. Ma oggi, dopo le trattenute operate lo scorso anno dalle Regioni, c’è l’impegno per l’intera disponibilità del fondo e, cosa non meno importante, in tempo utile perché le famiglie ottengano gli aiuti e i loro figli i libri di testo all’apertura dell’anno scolastico.

È un tema delicato quello del diritto allo studio. Nell’ordinamento italiano il diritto allo studio è un diritto soggettivo che trova il suo fondamento nei comma 3 e 4 dell’art. 34 della Costituzione nei quali si afferma il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi nonché il dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze da attribuire mediante concorso. Il diritto allo studio si differenzia dal diritto all’istruzione che è il diritto, sancito dai primi due commi dell’art. 34 per i quali “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.

Il diritto allo studio riguarda dunque il percorso scolastico successivo all’obbligo e quello universitario, canali di formazione non obbligatori che il cittadino ha libertà di intraprendere e di concludere e che lo Stato deve garantire attraverso l’erogazione di borse di studio a coloro che si dimostrano capaci e meritevoli ma privi di mezzi economici. La Costituzione italiana ha anticipato la Dichiarazione universale dei diritti umani per quanto riguarda l’istruzione nell’articolo 33 e soprattutto nell’articolo 34, che parla di scuola aperta a tutti e di istruzione inferiore gratuita da impartirsi per almeno otto anni; l’obbligo di frequenza e la gratuità non riguardano, al contrario, l’istruzione superiore e quella di livello universitario. Per quanto riguarda l’istruzione dei gradi maggiori afferma: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

Fino a dicembre 2017 le Regioni avevano segnalato che Il ritardo nel riparto dei fondi per il diritto allo studio aveva messo in serie difficoltà più di una Regione che avevano cominciato a tagliare i fondi e addirittura in alcune regioni del sud devono addirittura ancora essere pagate le borse dello scorso anno. Molti studenti universitari rischiavano di rimanere senza borsa di studio pur avendone pieno diritto. Teniamo conto che Il comma 181 punto f della legge 107 del 2015, conosciuta come “La buona scuola”, lascia in delega al Miur la garanzia dell’effettività del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, sia in relazione ai servizi alla persona, con particolare attenzione alle condizioni di disagio, sia in relazione ai servizi strumentali. Tra i compiti della Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione vi è la fornitura gratuita dei libri di testo a alunni e studenti meno abbienti.

La normativa che regola tali sovvenzioni consiste nell’art. 27 della legge 448 del 23 dicembre 1998. I fondi destinati alla fornitura gratuita dei libri di testo, assegnati al Ministero dell’interno, vengono distribuiti tra le regioni dal Miur con un decreto direttoriale. La distribuzione dei fondi, aggiornata ogni anno, si basa sul numero degli alunni iscritti nelle scuole delle singole regioni e sui dati sul reddito forniti dall’Istat. La Direzione dispone anche dei fondi per l’acquisto di libri di testo ed altri strumenti didattici, anche digitali, per alunni e studenti che rientrano nella scuola dell’obbligo. Tali fondi, stanziati per tre anni (2016, 2017 e 2018), sono previsti dal comma 258 della legge di stabilità 2016, che definisce come base per i criteri di assegnazione del contributo l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee).


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