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​L’Italia c’è. Gentiloni frena i bollori europei contro i dazi di Trump

Di Rino Moretti
Donald Trump, Paolo Gentiloni

L’effetto domino alla fine è arrivato. In Europa si è levata una prima importante voce contro la filosofia dell’occhio per occhio dente per dente. Quella dell’Italia, che gioca la carta della persuasione sulla commissione europea, affinché faccia un passo indietro e congeli la sua reazione ai dazi di Donald Trump. Forse è l’onda lunga della preoccupazione che sta contagiando il sistema industriale e produttivo italiano e della paura di una guerra commerciale su scala planetaria, vista la rabbiosa reazione della Cina, pronta a rispondere pane al pane a Trump.

Fatto sta che alla fine l’Italia ha rotto gli indugi e ha fatto il primo passo ufficiale verso l’Ue, invitandola a riconsiderare la sua posizione. Troppo pericoloso andare allo scontro frontale con Trump e troppe le variabili di una guerra dove i pesi sono troppo differenti tra loro. Pochi minuti fa il premier Paolo Gentiloni ha telefonato al presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker che con l’Italia non ha sempre avuto rapporti idilliaci. “I dazi non sono la via da seguire”, ha detto il premier, sottolineando quanto sia “importante proseguire nel dialogo con gli Stati Uniti”. Anche per questo “nel prossimo Consiglio Europeo valuteremo una posizione da assumere in comune”. Il messaggio è chiaro: fermi tutti, con Trump bisogna dialogare, non mordere. Si rischia di farsi male.

Anche perché la posta in gioco, per l’Italia soprattutto, è alta. Trump potrebbe reagire malamente a una rappresaglia europea. Per Armando Siri, braccio destro di Matteo Salvini, addirittura “una reazione europea è quanto meno prematura”. Ma l’ennesimo altolà arriva da Debora Bergamini, deputata toscana di Forza Italia, che ha portato l’esempio della Toscana, regione con sbocchi industriali strategici negli States. “Se da un lato è giusto difendere gli interessi commerciali dalle pratiche commerciali scorrette con misure antidumping, dall’altro non posso non essere preoccupata per misure che rischiano di danneggiare il tessuto economico italiano con conseguenze imprevedibili su investimenti e occupazione”, ha detto.

“Un terzo della produzione made in Toscana è destinata all’America del Nord e gli Usa sono il principale mercato di riferimento anche per il settore agroalimentare. Mi auguro per questo che di fronte ad uno scenario di assoluta irrilevanza del governo italiano, l’Unione Europea sappia scongiurare un conflitto commerciale di cui non beneficerebbe nessuno”. Ancora un messaggio chiaro. Attenzione, o qualcuno, l’Europa, si farà male.

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