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Così la Turchia mostra i muscoli su Cipro e Grecia e se ne infischia della Ue

erdogan, turchia, mediterraneo

Il governo turco va su tutte le furie con l’Europa alla vigilia di un importante summit che vedrà Recep Tayyp Erdogan confrontarsi lunedì nella città bulgara di Varna con il presidente UE Donald Tusk e il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.

Il motivo dell’ira turca risiede in una dichiarazione rilasciata dai 28 stati membri al loro ultimo vertice a Bruxelles, dove hanno condannato Ankara per le sue “azioni illegali” contro la Grecia e Cipro. Si citano da un lato l’arresto da parte turca di due soldati greci che il 2 marzo sono entrati in una zona militare turca nella provincia settentrionale di Edirne e che la Turchia ora vuole processare e, dall’altro lato, la minaccia turca di impedire al governo di Nicosia di condurre esplorazioni di gas e petrolio in mare.

Il portavoce del ministero degli esteri turco Hami Aksoy ha detto alla stampa che la dichiarazione dell’UE “contiene commenti inaccettabili contro il nostro paese che vanno a beneficio della Grecia e dei greci ciprioti”. Per Aksoy, l’Europa avrebbe appoggiato le rivendicazioni di Grecia e Cipro solo perché sono membri dell’Unione e “senza considerare se avessero ragione”. “L’Unione Europea”, ha concluso Aksoy, “ha perso la sua obiettività sul tema di Cipro. (..) Ci attendiamo che il consiglio UE eviti dichiarazioni che rappresentano interferenze con la nostra magistratura”.

Dal canto suo, il ministro turco per gli affari europei Omer Celik ha ribadito che Ankara “non può accettare” quella dichiarazione, specialmente alla vigilia dell’incontro di Varna. “Noi consideriamo”, ha detto il ministro, “il summit Turchia-UE del 26 marzo a Varna come un importante opportunità per portare avanti le nostre relazioni. Ci aspettiamo lo stesso approccio costruttivo dall’UE”.

Non è chiaro però come possa essere costruttiva l’Europa con un leader politico iper-nazionalista che agisce arbitrariamente come ha fatto portando a processo i due militari greci o sbarrando l’accesso del Mediterraneo orientale alle compagnie come l’ENI che vorrebbero semplicemente compiere il loro lavoro.

Parlando con il presidente francese Emmanuel Macron, ieri Erdogan ha sottolineato la necessità di “difendere i diritti legittimi della Turchia e della Repubblica Turca di Cipro Nord verso gli idrocarburi nel Mediterraneo Orientale”. Trovare una quadra tra gli interessi turchi e quelli dell’Europa è quanto dovrebbe fare il summit di Varna. In cui però difficilmente si verrò a capo di problemi inveterati come quello di Cipro. Se non altro, però, dal vertice le relazioni bilaterali potranno venire “energizzate”, è l’auspicio di Aksoy.


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