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Ecco la campagna social per donne sempre più in gamba

Arriva la bella stagione, la prova costume e le donne si preparano con accorgimenti estetici ad affrontare il caldo. Ma quello che potrebbe sembrare un semplice inestetismo alle gambe, può nascondere una malattia venosa.

Il senso di gonfiore e pesantezza alle gambe, dolore e indolenzimento, associati alla comparsa di capillari e varici infatti possono anche essere disturbi occasionali per 1 donna su 2, ma dietro può esserci una patologia più importante, ovvero la malattia venosa cronica, che interessa fino all’80% della popolazione, le donne tre volte in più degli uomini, e che può insorgere già a partire dai trent’anni.

Il corretto stile di vita è il primo fattore che aiuta a tenere sotto controllo questa malattia, insieme alla cura dell’endotelio, l’organo più esteso, tessuto che riveste la superficie interna degli oltre 50mila chilometri di vasi sanguigni di cui è fatto il corpo umano, e che interviene nei processi infiammatori alla base della malattia venosa cronica.

È a tutte coloro che hanno vite intense e stimolanti, divise tra studio, lavoro, famiglia e mille impegni che si rivolge la campagna “Donne in Gamba”, un’iniziativa social al femminile che coinvolgerà le piattaforme Facebook e Instagram, per condividere esperienze (#proteggiletuegambe).

E proprio le gambe sono state protagoniste oggi a Milano durante l’evento “Donne in Gamba. Imparare a prendersi cura di sé, a partire dalle gambe”, promosso da Mediolanum Farmaceutici, che si è svolto a Palazzo Giureconsulti.

Già verso i trent’anni, complici anche la gravidanza, la sedentarietà, il sovrappeso, unitamente alla predisposizione genetica, le pareti delle vene cominciano a perdere elasticità e le valvole tendono a dilatarsi, provocando una serie di sintomi fastidiosi – gonfiore, pesantezza, dolori, crampi – che tendono a progredire con la formazione di vene varicose che possono degenerare in edemi, ulcere, fino ad arrivare alla trombosi. Per questo motivo alla presenza di tali disturbi è sempre consigliabile il consulto di uno specialista per una corretta diagnosi della malattia, ha sostenuto Angelo Santoliquido, Responsabile Unità di Angiologia, Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

“La malattia venosa cronica è una patologia causata da disfunzioni nei meccanismi di ritorno del sangue dalla periferia verso i polmoni. Nelle vene degli arti inferiori, il sangue deve compiere un percorso contro la forza di gravità, possibile solo grazie a valvole che si aprono all’arrivo del sangue sospinto dai muscoli e dalla pompa plantare, e si richiudono dopo il suo passaggio per impedire che ritorni verso il basso”, ha spiegato il professore.

“È consigliata anche la somministrazione di terapie specifiche”, continua Santoliquido. “Il trattamento efficace non è quello che riduce soltanto l’intensità dei sintomi – come accade, ad esempio, con gli integratori alimentari – ma che agisce sulla causa del problema, ovvero l’infiammazione, con il duplice effetto sia di limitare la progressione della malattia, sia di migliorare i sintomi. Esistono diversi farmaci di provata efficacia clinica, tra i quali il mesoglicano che, essendo costituito dagli stessi componenti di cui è fatto l’endotelio, lo ‘nutre’ correggendone le disfunzioni e agendo così sul tono del microcircolo venoso”.

Paola Parenti, vice president DoxaPharma, commentando i risultati di un’indagine condotta su oltre 500 italiane tra i 35 e i 45 anni spiega inoltre che “le donne non hanno consapevolezza del significato dei diversi sintomi associati alla malattia venosa: quasi 7 su 10 ignorano che possono essere segnali di una patologia cronica, tant’è che solo il 30% si rivolge al medico per intraprendere un percorso di cura”. “La scarsa conoscenza del problema – ha continuato l’esperta – si scontra però con il peso dei sintomi sulla qualità di vita, anche delle giovani donne: ben 1 donna su 2, tra i 35 e i 45 anni, dichiara di aver sofferto o di soffrire di disturbi alle gambe, in particolare gonfiore (37%), presenza di vene varicose (19%), pesantezza (18%), dolore (13%). Non va poi trascurato che per 1 donna su 2 la malattia venosa ha un impatto psicologico notevole, dovuto soprattutto alla visibilità degli inestetismi (65%) e alle limitazioni nello stile di vita (43%)”.

Se non è possibile agire su fattori di rischio quali la familiarità, il sesso, l’età, è invece possibile fare prevenzione intervenendo sulle abitudini di vita quotidiane: controllare il peso, fare attività fisica, ma anche usare scarpe e indumenti comodi che rispettino l’anatomia e non creino un ostacolo al ritorno venoso.

“Sovrappeso e obesità possono peggiorare i disturbi della circolazione, rallentando il flusso del sangue verso il cuore. Per questo motivo consigliamo di arricchire la dieta con frutta e verdura che, oltre a favorire il controllo del peso, forniscono vitamine e nutrienti ad azione antinfiammatoria e antiossidante che preservano l’integrità dei vasi”, ha detto anche Ambra Morelli dell’Associazione Nazionale Dietisti (Andid) intervenuta al convegno. “Anche l’idratazione – prosegue la dietista – è fondamentale per un buon funzionamento del sistema cardiovascolare. Infine, sarebbe opportuno mantenere il più possibile le gambe in movimento durante il giorno, magari preferendo le scale all’ascensore o scegliendo di andare a piedi per piccoli spostamenti”.

“È importante sensibilizzare le donne a non trascurare i primi campanelli d’allarme della malattia venosa, il primo passo verso una diagnosi corretta e un percorso di cura più tempestivo e consapevole. Il mesoglicano, molecola ‘made in Italy’, frutto della ricerca e sviluppo di Mediolanum Farmaceutici, rappresenta una valida opzione terapeutica che siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione delle donne che soffrono di malattia venosa”, ha dichiarato Alessandro Del Bono, amministratore delegato di Mediolanum Farmaceutici.

Nel corso dell’evento si è anche esibita in una performance di body art dal vivo la pittrice Manuela Iniart che utilizza il corpo femminile come tela su cui dipingere.

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