È composta da cinque capitoli per aiutare tutta la Chiesa a promuovere il desiderio della santità l’esortazione “Gaudete et Exsultate” uscita oggi, in cui papa Francesco ha affrontato il tema della chiamata alla santità nel mondo contemporaneo. “Il mio umile obiettivo – si legge nell’introduzione – è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità”. Uno sguardo ai giovani, ai deboli, ai migranti a cui guardare con discernimento e spirito cristiano.
I CINQUE CAPITOLI
L’esortazione apostolica comincia con la “Chiamata alla santità”, trattata nel primo capitolo, in cui papa Francesco ha sipiegato chi sono i “santi della porta accanto” e quale missione ognuno di noi può avere, mentre nel secondo capitolo si descrivono i “due sottili nemici” della santità: lo gnosticismo e il pelagianesimo. Nel terzo capitolo, “Alla luce del Maestro”, arriva la risposta alla domanda su come essere, davvero, un buon cristiano, mentre nel quarto capitolo si prendono in esame “alcune caratteristiche della santitaà nel mondo attuale” e si indicano anche “alcuni rischi e limiti della cultura di oggi: l’ansietà nervosa e violenta che ci disperde e debilita; la negativitaà e la tristezza; l’accidia comoda, consumista ed egoista; l’individualismo, e tante forme di falsa spiritualità senza incontro con Dio che dominano nel mercato religioso attuale”. Nel quinto capitolo, “Combattimento, vigilanza e discernimento”, si sottolinea come la vita cristiana sia “un combattimento permanente”, in cui si richiede “forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta eèmolto bella – rimarca Francesco -, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita”. “Spero che queste pagine – si legge in conclusione – siano utili perché tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità. Chiediamo che lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere”.
I GIOVANI E LO ZAPPING DELL’ESITENZA
“Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercè delle tendenze del momento”. Non è la prima volta che papa Francesco volge lo sguardo ai giovani, e anche nel documento “Gaudete et Exsultate” dedica loro un’attenzione particolare. Alla superficialità con la quale molti rinunciano a dare uno scopo alla propria vita, il Pontefice replica indicando “la santità della porta accanto”, l’esempio diffuso, cioè di una vita impegnata e consapevole. “Il discernimento – spiega – è necessario non solo in momenti straordinari, o quando bisogna risolvere problemi gravi. Ci serve sempre. Molte volte questo si gioca nelle piccole cose”. Secondo Francesco, del resto, “il consumismo edonista può giocarci un brutto tiro. Anche il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli”. Il Papa in particolare mette in guardia dalle “ideologie che mutilano il cuore del Vangelo” e descrive “la grande regola di comportamento”: “Quando incontro una persona che dorme alle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che – scrive il Pontefice – questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso, un ostacolo sul mio cammino, un pungiglione molesto per la mia coscienza, un problema che devono risolvere i politici, e forse anche un’immondizia che sporca lo spazio pubblico. Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità, una creatura infinitamente amata dal Padre. Questo è essere cristiani!”.
LA DIFESA DEI DEBOLI
“Non si tratta dell’invenzione di un Papa o di un delirio passeggero”, difendere i non nati, i poveri, i migranti, scrive Papa Francesco in Gaudete et Exsultate. Alcuni cattolici affermano che la situazione dei migranti, “di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale”, un tema “secondario ispetto ai temi ‘seri’ della bioetica”, si legge ancora. Ma queste ideologie “mutilano il cuore del Vangelo”. “Purtroppo a volte le ideologie ci portano a due errori nocivi. Da una parte, quello dei cristiani che separano queste esigenze del Vangelo dalla propria relazione personale con il Signore, dall’unione interiore con Lui, dalla grazia”. “Spesso si sente dire che – scrive il Papa -, di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, per esempio, la situazione dei migranti. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto ai temi ‘seri’ della bioetica”.
I SANTI DELLA PORTA ACCANTO
“Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità”. Questa chiamata, scrive Francesco, con “i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”, può riguardare tutti. Non bisogna, ricorda il Pontefice, accontentarsi di “un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente”. “Non è il caso di scoraggiarsi quando si contemplano modelli di santità che appaiono irraggiungibili”, scrive il Papa che sottolinea l’esistenza dei “santi della porta accanto”. Non bisogna pensare “a quelli già beatificati o canonizzati” ma alla “classe media della santità”. “Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali”, scrive Francesco.
SEGUIRE IL VANGELO, NO AI GRUPPI ECCLESIALI CHIUSI
“Molte volte, contro l’impulso dello Spirito, la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi. Questo accade quando alcuni gruppi cristiani danno eccessiva importanza all’osservanza di determinate norme proprie, di costumi o stili”. “In questo modo – prosegue il pontefice -, spesso si riduce e si reprime il Vangelo, togliendogli la sua affascinante semplicità e il suo sapore. È forse una forma sottile di pelagianesimo – precisa il Pontefice -, perché sembra sottomettere la vita della grazia a certe strutture umane. Questo riguarda gruppi, movimenti e comunità, ed è ciò che spiega perché tante volte iniziano con un’intensa vita nello Spirito, ma poi finiscono fossilizzati… o corrotti”.