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Leonardo tra il nuovo Centro in Cile e il riassetto delle attività in Regno Unito e Usa

Mentre prosegue la trasformazione in One Company anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti (per un aumento del capitale fisso che nel 2017 è stato pari a 1,9 miliardi di euro), dal salone Fidae arriva la notizia di un nuovo Centro di servizi per la flotta degli elicotteri di Leonardo in Cile.

LE ULTIME DAL SALONE IN CILE

Dopo il debutto sul mercato cileno dell’elicottero leggero AW109 Trekker e l’annuncio del contratto con il ministero della Difesa del Regno Unito per fornire una suite di protezione elettronica agli Apache AH-64E dell’Esercito britannico, è arrivata oggi la notizia di un nuovo Centro di servizio autorizzato per gli elicotteri di Leonardo in Cile. Il nuovo annuncio arriva dal salone Fidae, in scena fino a domenica a Santiago, a cui il campione italiano ha portato un’ampia gamma di prodotti. Con l’intesa odierna, la compagnia cilena Aerocardal Limitada fornirà supporto completo e servizi di manutenzione agli operatori dell’AW109 e dell’AW119 dalla propria base presso l’aeroporto Benitez della capitale. Aerocardal opera due AW109 Grand per servizi di emergenza medica e fornisce da otto anni servizi di manutenzione per i modelli Power, Grand e Grandnew. Ora, con l’accordo sottoscritto al Fidae, la compagnia estenderà le proprie attività ad altri modelli, compreso l’AW109 Trekker che ha appena debuttato nel Paese.

IL SUPPORTO AL CLIENTE

“Quest’ultimo accordo – spiega l’azienda italiana –fornisce un’ulteriore prova dell’impegno di Leonardo nell’espandere la propria gamma di servizi vicino agli operatori di tutto il mondo, in corrispondenza della crescita di flotta e clienti”. D’altronde, il supporto al cliente è proprio uno dei punti individuati dall’ad Alessandro Profumo per rilanciare Leonardo sui mercati internazionali. Già prima della presentazione del nuovo Piano industriale 2018-2020, era stato svelata la pianificazione di cinque o sei hub logistici, nei prossimi tre anni, per offrire supporto al cliente per l’intero range di prodotti offerti dal campione italiano.

IL RIASSETTO IN REGNO UNITO E STATI UNITI

Nel frattempo, il processo di trasformazione in One Company prende forma anche in Regno Unito e Stati Uniti. Come si evince dalla Relazione finanziaria annuale che il cda sottoporrà all’assemblea degli azionisti del prossimo mese, la riorganizzazione in questi mercati ha prodotto un aumento del capitale fisso che nel 2017 ha raggiunto, i 10,3 miliardi di euro, rispetto agli 8,5 dell’anno precedente. Ciò, si legge nei documenti, “per effetto delle capitalizzazioni operate nelle partecipate Leonardo MW Ltd, nell’ambito del processo di creazione della One Company nel Regno Unito, e della Leonardo US Holding Inc. negli Usa”. Ne consegue inoltre il decremento della voce “Attività possedute per la vendita”, che includeva principalmente la partecipazione in AgustaWestland Ltd oggetto di trasferimento nel 2017 alla controllata britannica Leonardo MW Ltd. Il riassetto vale dunque un aumento di capitale di circa 1,9 miliardi di euro, che ha riguardato in particolare proprio Leonardo MW (per 1.044 milioni) e la controllata statunitense Leonardo US Holding (per 822 milioni).

LA ONE COMPANY BRITANNICA

Per quanto riguarda il Regno Unito, in particolare, il processo punta alla concentrazione delle attività detenuta dall’azienda di piazza Monte Grappa in un unico soggetto giuridico. In tal senso, “a inizio 2017 Leonardo ha ceduto a Leonardo MW Ltd la propria partecipazione in AgustaWestland Ltd. Inoltre sono state cedute ad Agustawestland Holding Ltd le partecipazioni detenute in Agusta Aerospace Services SA, AgustaWestland do Brasil, AgustaWestland Malaysia e AgustaWestland Portugal”. Le operazioni hanno generato complessivamente una plusvalenza, “rilevata direttamente a patrimonio netto senza transitare dal conto economico”, pari a 131 milioni di dollari.

TRA RICAVI E OPPORTUNITÀ

Nel Regno Unito, dove Leonardo conta oltre 6.700 dipendenti (secondi solo ai quasi 29mila in Italia), il 2017 ha fatto segnare una leggera flessione nei ricavi (1,33 miliardi di euro rispetto ai 1,5 del 2016). Negli Stati Uniti, dove lavorano più di 5.800 dipendenti, i ricavi sono invece rimasti stabili (oltre 2,9 miliardi). Per entrambi i “mercati domestici” traspare un certo ottimismo. Nel Regno Unito il governo dovrebbe allocare nei prossimi dieci anni “12 miliardi di sterline addizionali per procurement militare”, sebbene essi vadano inseriti “nel contesto del processo Brexit, che sta entrando nel vivo e che potrà avere dei riflessi significativi anche nel settore della Sicurezza e Difesa, sia in ambito operativo, sia sotto il profilo industriale”. Negli States, l’aumento del budget per la difesa predisposto dall’amministrazione Trump apre opportunità allettanti.



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