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Lo zampino di Putin sulle mosse della Lega? Il messaggio del Pd a Di Maio

Stefanini, Russia, sanzioni putin

Quanto incide sulla crisi politica di queste settimane l’accordo tra la Lega di Matteo Salvini e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, che prevede uno scambio di informazioni e consultazioni sulla situazione italiana e internazionale? A porre la questione è il sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli, esponente del Partito democratico vicino a Matteo Renzi e a Dario Franceschini, secondo cui questo accordo sarebbe in essere da qualche mese non senza conseguenze. Già nei mesi scorsi il Partito democratico aveva denunciato l’interferenza russa nella campagna elettorale. Le accuse, rimbalzate anche da Washington, riguardavano l’uso di troll e diversi mezzi di propaganda web, attraverso cui il Cremlino avrebbe tentato di agevolare i partiti che si opponevano alle sanzioni, ossia Lega e in misura minore il Movimento 5 Stelle.

Giacomelli, che proprio di comunicazioni si occupa istituzionalmente, ha preso carta e penna e in una nota ha voluto così sintetizzare la situazione: “In queste ore stiamo assistendo ad improbabili sceneggiate da parte di Matteo Salvini, giustificate dal leader leghista con motivi inattendibili, più degni della trama di una recita scolastica o di litigi tra adolescenti che di una seria e delicata fase istituzionale. È legittimo allora chiedersi se non ci sia altro dietro le scelte di Salvini. Ed in particolare – è l’interrogativo del sottosegretario – il rapporto con il partito di Putin ed i reciproci conseguenti impegni”.

“Il testo dell’accordo firmato pochi mesi fa, e già in vigore, prevede – afferma Giacomelli – che Lega Nord e Russia Unita si consultino e si scambino informazioni sia sui temi di attualità che sulla situazione internazionale. Credo che Salvini debba spiegare se tra Lega e Russia Unita vi è stata ‘consultazione’ in queste settimane sulla situazione italiana, sull’intervento in Siria, sul rapporto dell’Europa e della Nato con Mosca, se il partito di Putin ha espresso auspici o formulato richieste, se le scelte che Salvini sta compiendo e le posizioni che sta assumendo sono autonome o se, magari incidentalmente, coincidono con ‘gli auspici’ di Putin”.

“Inoltre – insiste l’esponente del Pd – Salvini deve spiegare con chiarezza al Paese, alle istituzioni ed alle altre forze politiche come intenderebbe conciliare i vincoli e gli impegni di quel patto imbarazzante con eventuali responsabilità di governo sue e del suo partito – ha concluso Giacomelli – La linea scelta dal Pd è chiara e nota a tutti ma se qualcuno immagina che implichi il venir meno dell’attenzione e dell’impegno verso gli interessi fondamentali del Paese, si sbaglia di grosso”. I dubbi su Salvini insomma sono pesanti ma sembrano essere indirizzati più all’attenzione di Di Maio che della stessa Lega. Il Movimento 5 Stelle deve chiarire la sua posizione sulla politica estera. Se la “linea atlantica” espressa dal capo politico è sincera, la conseguenza è chiara: l’unico forno possibile è quello con il Pd.


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