Il campione americano della difesa, Lockheed Martin, è pronto a sviluppare per il Giappone un aereo da combattimento “ibrido” tra il caccia F-22 Raptor e l’F-35, entrambi velivoli stealth di quinta generazione. La notizia arriva al termine della visita di due giorni del premier Shinzo Abe in Florida. Un incontro, quello con il presidente Donald Trump, che non ha prodotto risultati sui complessi dossier commerciali, ma che potrebbe avere aperto la porta a una nuova intesa sul fronte della difesa. La spinta all’export militare statunitense di Trump sembra infatti aver incontrato il desiderio nipponico di rafforzare i propri assetti, con uno sguardo che resta preoccupato per l’assertività della Corea del Nord, nonostante l’atteso vertice tra i due leader.
UN NUOVO CACCIA PER IL GIAPPONE
L’indiscrezione su un nuovo caccia, ripresa da Agenzia Nova, arriva da due fonti interne al ministero della Difesa giapponese, citate dal quotidiano Asahi, secondo cui l’azienda statunitense sarebbe pronta ad avanzare una proposta formale in risposta alla richiesta avanzata da Tokyo che, secondo le stesse fonti, si aspetta di ricevere proposte anche da Boeing e dalla britannica Bae Systems. Per diverse ragioni, la notizia è di quelle importanti. Prima di tutto perché conferma l’asse militare tra Stati Uniti e Giappone, un’intesa consolidatasi anche in virtù della comune preoccupazione per la Corea del Nord. Non a caso, è proprio dal vertice a Mar-a-Lago con Abe che Trump si è detto pronto ad abbandonare il colloquio con Kim Jong-un nel caso non prendesse la giusta piega. Poi, perché ribadisce l’impulso della nuova amministrazione Usa all’export militare, addirittura per un derivato dal caccia intercettore F-22, di cui gli Stati Uniti hanno sempre vietato l’esportazione. Infine, perché il programma potrebbe far nascere un aereo da combattimento estremamente avanzato, ibrido tra due caccia che impiegano tecnologie altamente sensibili e all’avanguardia.
IL PROGRAMMA
L’intenzione del Giappone è nota: modernizzare la propria flotta di intercettori sostituendo gli F-2 di Mitsubishi (programma indigeno basato sull’F-16 di Lockheed Martin) e gli F-15J (evoluzione giapponese dell’F-15 Eagle). Tramontate le ipotesi di sviluppare un programma interno di replacement, anch’esso da affidare a Mitsubishi Heavy Industries, il governo di Tokyo ha optato per uno sviluppo congiunto, rivolgendo lo sguardo all’alleato statunitense e avviando un processo di selezione che, ad ora, si trova nella primissima fase di richiesta di informazioni.
SE LA DIFESA METTE D’ACCORDO WASHINGTON E TOKYO
Le indiscrezioni sul nuovo velivolo arrivano non a caso in coincidenza del viaggio del premier nipponico negli States, durante il quale Abe ha dovuto incassare la mancata intesa sulle esenzioni dai dazi americani e sul partenariato trans-pacifico (Tpp). Intanto, in Patria, il primo ministro è travolto da diversi scandali (dai registri scomparsi e poi ritrovati della missione giapponese in Iraq, alla vendita scontata di un terreno statale a un persona considerata a lui vicina), i quali hanno portato ai minimi storici il consenso nei suoi confronti, tra l’altro in vista delle prossime primarie di settembre del partito liberal democratico. Considerando che anche Trump guarda alla prossima scadenza elettorale di mid term, a novembre, è dunque probabile che il dossier militare sia stato l’unico su cui poter trovare un accordo che possa andare a beneficio di entrambi.
GLI F-35 GIAPPONESI
Già approvato l’acquisto di due sistemi di difesa missilistica Aegis Ashore, il Giappone sta d’altronde già valutando di aumentare il numero di F-35, potendo tra l’altro contare su un budget per la difesa in costante aumento negli ultimi anni (oltre 46 miliardi di dollari per il 2018, +1,3 rispetto allo scorso anno). Attualmente la partecipazione di Tokyo al programma Joint Strike Fighter prevede l’acquisto di 42 F-35 A, versione a decollo corto e atterraggio convenzionale. I primi quattro sono costruiti presso lo stabilimento Lockheed Martin di Fort Worth, mentre gli altri 38 saranno assemblati presso la Faco (Final assembly and check out facility) di Nagoya, in Giappone, operata da Mitsubishi Heavy Industries, l’unica del programma al di fuori degli Stati Uniti insieme a quella italiana di Cameri. Proprio la Faco di Nagoya, lo scorso gennaio, ha ricevuto il primo F-35 A operativo.