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L’esplorazione spaziale tra Luna e Marte. Il punto dell’astronauta Roberto Vittori

luna

Spesso si parla di andare sulla Luna per studiare accorgimenti e soluzioni per poi utilizzarli su Marte. Affermazione sbagliata. Luna e Marte sono due mondi completamente diversi tra loro, in ogni senso. La Luna è un satellite che dista da noi circa 384mila chilometri e la sua oscillazione orbitale varia di poco. Marte è molto più lontano e gira, come la Terra, intorno al Sole. Quindi la sua distanza minima varia da 54 milioni a oltre 300 milioni di chilometri quando si trova dall’altra parte della nostra stella. Di conseguenza parliamo di un viaggio e di un costo completamente diversi.

Sulla Luna ci siamo andati in circa tre giorni a bordo di una capsula di pochi metri cubi. Su Marte è impensabile fare lo stesso. Occorrono grandi astronavi ed equipaggi numerosi e quindi costi moltiplicati per enne volte rispetto alla Luna. Il tempo di viaggio poi è soprattutto sinonimo di dosi di radiazioni assorbite. Verso la Luna sono tollerabili, mentre per il Pianeta rosso le dosi massicce potrebbero far arrivare a destinazione dei cadaveri. Bisogna pensare quindi di schermare l’astronave e anche questo ha costi non indifferenti. E poi, una volta a destinazione, troviamo che la Luna è priva di ogni atmosfera e quindi per scendere al suolo si debbono per forza usare motori. Su Marte, dove esiste una seppur tenue atmosfera, la discesa si può fare utilizzando paracadute e motori.

Sulla Luna, priva di protezione atmosferica, si può affermare che le vere pianure sono pochissime in quanto da miliardi di anni il nostro satellite è bersaglio di ogni meteorite che transita dalle sue parti. Sul Pianeta Rosso invece l’atmosfera fa sì che esistano vere e proprie tempeste di vento che lisciano la sua superficie rendendola più agevole per un eventuale atterraggio. Il tempo per le comunicazioni poi sono di circa un secondo per la Luna mentre di oltre venti minuti (quando si trova nel punto più vicino) su Marte. Un sistema assistito da Terra quindi per il primo, mentre un complesso sistema autonomo per il secondo. Anche la consistenza del terreno sembra essere diversa. Scavare per fare degli hangar dove sistemare gli alloggi per gli esploratori comporta un sistema diverso. Anche l’equilibrio degli esploratori è differente.

Gli astronauti faticano di più sul nostro satellite dove la gravità è un sesto. Si è più leggeri, ma con un terreno butterato di crateri è molto più facile cadere. Questo almeno raccontavano i dodici uomini che hanno camminato lassù. Su Marte, con un terzo della gravità terrestre, paradossalmente potrebbe essere più facile stare in piedi. In ultimo, ma ce ne sarebbero molte altre, affermare che partire dalla Luna si è più agevolati per via della ridotta attrazione rispetto alla Terra è decisamente sbagliato. Portare il materiale e assemblare un’astronave sulla Luna o nella sua orbita richiede comunque che questo materiale debba partire dalla Terra. E poi avvantaggiarsi per meno di 400mila chilometri in un viaggio di oltre 50 milioni di chilometri sembra una cosa un po’ ridicola. Tuttavia, affermare di andare sulla Luna per poi esplorare Marte non è completamente errato.

La cosa saggia è che tornare sulla Luna dopo oltre 50 anni dal primo sbarco farebbe tornare all’uomo la voglia, e soprattutto la curiosità, che serve per andare oltre. Marte è un obiettivo, seppur lontano, ma rappresenta il prossimo passo stellare che l’uomo dovrà prima o poi fare. E se serve andare sulla Luna, facciamolo, ma senza pensare che una volta tornati sulla Luna avremo capito o imparato come fare per esplorare o vivere su Marte. Sono due mondi lontani tra loro. Troppo lontani. L’importante però è fare il primo passo.

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