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L’Italia è da ricucire. L’appello del card. Bassetti (Cei) all’impegno politico

Di Gualtiero Bassetti

La grande questione che oggi si pone dinanzi ai nostri occhi non è solo il riconoscimento degli indubbi meriti storici di De Gasperi quanto, ed è cosa forse ancor più importante, della sua eredità nel mondo di oggi […]. Mi permetto di evidenziare due suggestioni. La prima riguarda la sua vocazione nazionale. Ho definito De Gasperi come un autentico italiano e l’ho fatto perché consapevole della sua origini di uomo di confine e delle accuse di essere filo-austriaco che gli sono state spesso rivolte. Egli è stato suddito dell’Impero Asburgico, ha conosciuto l’esperienza di essere una minoranza, ha saputo lottare per l’autonomia e ha saputo integrarsi. Ha poi conosciuto il carcere e la persecuzione di un regime che aveva una particolare concezione della nazione. E infine, al termine della sua vita, ha ricostruito l’Italia e ha svolto la sua ultima battaglia politica nel costruire una nuova Europa unita e in pace. Da questo punto di vista, dunque, De Gasperi ci insegna ancora oggi a declinare sempre la giusta vocazione nazionale assieme ad altri tre preziosi concetti: integrazione, libertà ed Europa.

Il quadro concettuale su cui si muove De Gasperi è dunque straordinariamente attuale. Proprio oggi quando stanno sorgendo venti di guerra in Medio Oriente, quando il Mediterraneo è al centro di una guerra silenziosa sulla pelle dei migranti, quando tante piccole Italie emergono nel dibattito pubblico e quando il processo europeo viene messo in discussione da un’altra Europa che sembra stia sorgendo a Visegrad, ecco, in questo contesto, il messaggio di De Gasperi sull’Italia e sull’Europa è straordinariamente importante. La seconda suggestione riguarda il rapporto tra la dimensione spirituale e la dimensione politica. Un rapporto cruciale nella sua biografia. Tuttavia un rapporto laico. Senza cedere a tentazioni integraliste, senza ricorrere a scorciatoie propagandistiche e senza mai ridurre i simboli religiosi ad amuleti acchiappaconsensi. De Gasperi ha il totale rispetto per la dimensione del sacro e trae la sua vocazione politica da un’ispirazione spirituale che condensa insieme l’esigenza di giustizia sociale con quella di carità. De Gasperi fa politica come “una missione” e con una sobrietà che oggi è clamorosamente carente nel dibattito pubblico di tutti i grandi Paesi del mondo occidentale.

Mai come oggi si avverte l’esigenza di questo slancio missionario, di questa carità politica, di questo autentico anelito verso il bene comune che è la condizione più importante affinché un semplice politico diventi poi un vero statista al servizio della propria comunità. L’Europa e l’Italia hanno urgente bisogno di quelli che una volta si chiamavano “cavalli di razza”, di un ceto politico preparato e coraggioso che abbia un’idea e una visione del futuro del nostro continente. Non si avverte l’esigenza di un partito confessionale, ma è auspicabile l’impegno di tutti quegli uomini e donne di buona volontà che hanno la passione, il talento e il desiderio autentico per costruire nuovi percorsi di impegno sociale e politico per l’Italia di domani. Un’Italia da ricucire, che superi le divisioni ideologiche e territoriali e che sia più giusta verso i giovani, verso chi non ha lavoro, verso le famiglie e verso chi desidera essere parte di questa nazione.

C’è un cammino ancora tutto da percorrere, e una storia ancora tutta da scrivere. Ma l’importante, come scrisse De Gasperi, è che tutti gli “uomini di buona fede” distinguendosi da gli “uomini di preda” e dagli “uomini del piacere” si incamminino verso il futuro rimanendo fedeli “alla propria stella”. Una stella il cui fulcro è contrassegnato dal valore incalpestabile della dignità umana che va difeso sempre in ogni momento della vita.



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