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Così Putin vuole infilarsi in Africa con una base navale, fra Stati Uniti e Cina

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Nel suo sforzo di rafforzare la proiezione di potenza della Russia, Vladimir Putin sta coltivando un ambizioso progetto, rivelato ieri dal quotidiano britannico The Sun: costruire una base navale nel Somaliland. Il giornale ha spiegato come siano in corso colloqui tra funzionari russi e leader della repubblica secessionista per dare il via alla costruzione della base, che ospiterebbe 1.500 uomini, navi da guerra e sottomarini e sarebbe la prima in Africa per la Russia dal tempo della Guerra Fredda.

La mossa di Putin, che si inserisce nell’ambito dello sforzo di modernizzazione delle forze armate del Paese su cui Putin ha costruito parte del proprio allure di gran timoniere della Russia, è anche figlia dalla dottrina navale varata nel 2017, in base alla quale Mosca mira a possedere la seconda marina più potente del mondo dopo quella degli Stati Uniti. Quella in Somaliland è peraltro una manovra oltremodo spregiudicata, perché la nuova base sorgerebbe a breve distanza da quelle americane e cinesi di Gibuti. La base inoltre consentirebbe alla Russia di esercitare anch’essa un controllo sugli ingenti traffici commerciali in transito dal canale di Suez.

Collocandosi in una regione instabile ma strategica da più punti di vista, la base in Somaliland incrementerebbe di non poco l’influenza della Russia sul delicato scacchiere mediorientale. Come ha spiegato al Sun Andrew Foxall, direttore del Russia and Eurasia Studies Centre, “il Corno d’Africa è strategicamente importante per un certo numero di ragioni, non ultimo perché permette di proiettare potenza nel Medio Oriente e di esercitare influenza sul canale di Suez attraverso il Golfo di Aden”.

Alcuni osservatori sospettano che Putin chiederà al governo del Somaliland – al quale ha promesso, in cambio del favore, il riconoscimento ufficiale del Paese – di rescindere l’accordo con gli Emirati Arabi Uniti, che analogamente progettano di costruire una base nel Paese, nella località di Berbera. Ciò confermerebbe l’impressione che la mossa di Putin è stata concepita anche per mettere in difficoltà le potenze rivali, e per effettuare manovre di disturbo nei confronti degli Stati Uniti, della Cina e dei loro partner. La costruzione della base russa inoltre renderebbe il Corno d’Africa una zona quanto mai affollata dal punto di vista della presenza di forze navali di potenze straniere.

Che Putin punti tutte le sue carte sul potenziamento della propria marina lo dimostrano le mosse degli ultimi anni, durante i quali la Russia ha, non solo messo in sicurezza la sua base navale a Tartus in Siria – obiettivo primario dell’intervento di Mosca nella guerra civile che imperversa da sette anni nel Levante –, ma ha anche assicurato libertà di manovra alla propria flotta nel Mar Nero annettendosi la Crimea nel 2014. Qualora si assicurasse un punto di appoggio in Somaliland, Putin potrebbe quindi coronare il suo sogno di fare della marina russa una potenza globale, infastidendo non poco i propri rivali, a partire dagli Stati Uniti e da tutti quei Paesi che, come gli Emirati Arabi Uniti, operano in sinergia con la strategia americana.

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