I missili di Mosca e Pechino fanno davvero paura. Le nuove tecnologie ipersoniche e uno scenario internazionale sempre più complesso riscaldano l’attesa per la revisione della postura missilistica americana, prevista per il prossimo mese. Il documento precedente risale al 2010, in un contesto evidentemente molto diverso rispetto a quello attuale, in cui i timori per Corea del Nord e Iran si sommano alla competizione con i due avversari su scala globale. Intanto, per non rischiare di aumentare il ritardo, l’Aeronautica Usa ha affidato a Lockheed Martin un contratto da 928 milioni di dollari per sviluppare un nuovo missile da crociera ipersonico.
L’ATTESA PER LA REVIEW
Inizialmente, la Missile defense review (Mdr) era attesa per febbraio, in linea con il rilascio progressivo dei documenti strategici degli Stati Uniti, successiva alla National security strategy (Nss) presentata da Donald Trump prima di Natale, alla National defense strategy (Nds) resa nota a gennaio dal segretario alla Difesa James Mattis, e alla Nuclear posture review (Npr) rilasciata poco dopo. Pochi giorni fa, è stato però il portavoce del Pentagono Tom Crosson a spiegare al sito specializzato DefenseNews che “la revisione missilistica è attualmente in fase di sviluppo” e che “ci attendiamo di rilasciarlo il prossimo mese”.
SE MANCA IL “BALLISTIC”
È significativo il fatto che inizialmente il documento fosse denominato Ballistic missile defense review (Bmdr). Ora, l’elisione dell’aggettivazione balistica evidenzia un necessario cambio di visione, teso a contrastare gli sforzi dei competitor globali (soprattutto Russia e Cina) anche nel campo dei missili da crociera, in forte sviluppo soprattutto per quanto riguarda l’ipersonico. Secondo Tom Karako, esperto del Center for strategic and international studies (Csis), “il fatto che l’amministrazione abbia eliminato balistic dal titolo del documento indica che questo adotterà probabilmente una lente più ampia; ciò include uno sforzo robusto per una migliore difesa contro i missili da crociera di Russia e Cina, e contro altre minacce interne all’atmosfera e manovrabili come i veicoli a planata ipersonica (Hgv) e gli avanzati missili balistici a corto raggio”.
I COMPETITOR
Sul documento, che sarà probabilmente unclassified, ci sono già stati segnali da parte dell’amministrazione. La richiesta di budget per il 2019 prevede un aumento di 2 miliardi di euro per la Missile defense agency (Mda), espressamente giustificato con le minacce avanzate dalla Corea del Nord. In realtà, leggendo la review in linea di continuità con i documenti strategici già presentati, appare evidente che essa si concentrerà soprattutto sulla competizione con Mosca e Pechino. Da tempo, infatti, autorevoli esponenti del Congresso notano il ritardo degli Stati Uniti nel campo missilistico, in particolare sul lato delle tecnologie ipersoniche su cui hanno massicciamente investito i due competitor.
I TEST DI MOSCA E PECHINO
Non a caso, negli ultimi mesi, Russia e Cina hanno dato dimostrazione degli avanzamenti tecnologici raggiunti. A inizio marzo, Sputnik ha pubblicato il video di un test del Kinzhal, il potente missile da crociera capace di volare “dieci volte più velocemente del suono” (ma anche di mantenere “manovrabilità durante tutto il volo”) presentato al mondo dal presidente Vladimir Putin poco prima, durante il discorso alle Camere riunite. Secondo i russi, “il pugnale” sarebbe in grado di superare tutte le difese aeree esistenti e future, trasportando testate convenzionali e nucleari in un range di oltre duemila chilometri. A fine marzo, è stato poi testato per la seconda volta l’RS-28 Sarmat (meglio noto come Satan 2), un missile balistico più che intercontinentale, con gittata pressoché illimitata, capace di trasportare testate nucleari multiple e indipendenti (tecnologia Mirv), e anche velivoli a planata ipersonica che, dopo essere rientrati in atmosfera a un angolo più stretto rispetto ai classici missili balistici, volano in planata spostando la parte finale della caduta, il tutto a velocità ipersonica, superiore a Mach 5. Nel frattempo, Pechino non è stata a guardare. Lo scorso novembre i cinesi hanno testato per due volte il DF-17 un vettore balistico Hgv che si stima possa arrivare a duemila chilometri trasportando testate convenzionali e nucleari.
COSA È CAMBIATO
Insomma, rispetto all’ultima revisione della difesa missilistica, risalente al 2010, molto è cambiato. All’epoca, l’amministrazione Obama non intravedeva “nessuna prospettiva di guerra” con Russia e Cina, e invece promuoveva un “dialogo strategico” concentrandosi sulle minacce rappresentate dai programmi di Corea del Nord e Iran. Ora, se Teheran e Pyongyang continuano a preoccupare, Mosca e Pechino fanno tremare le gambe. La Review dovrà difatti affrontare un doppio trend (già emerso nell’Npr): la persistenza di minacce regionali circoscritte, e il ritorno del confronto tra grandi potenze. Ciò rende necessaria una visione olistica e tecnologie diversificate che passino da missili di teatro in grado di superare i moderni sistemi di difesa (di cui si vanta tanto Putin anche per scenari circosctritti) a vettori ipersonici che possano competere con quelli russi e cinesi, nell’ambito della più classica corsa agli armamenti.
LOCKHEED MARTIN A LAVORO PER L’USAF
Un segnale in questa direzione arriva dall’Aeronautica americana. L’Usaf ha infatti selezionato Lockheed Martin per progettare il prototipo di un nuovo missile da crociera ipersonico. Il contratto, per cui non sono specificate tempistiche e quantità, prevede “la progettazione, lo sviluppo, l’ingegneria, l’integrazione dei sistemi, i test, la pianificazione logistica e il supporto all’integrazione su velivolo di tutti gli elementi di un’arma ipersonica, convenzionale, lanciata a distanza da un vettore aereo”. A Lockheed Martin, che ha prevalso rispetto ad altre due offerte, andranno 928 milioni di dollari nel corso dell’intero programma, a cui si deve aggiungere anche il Tactical boost glide program, sviluppato dall’Air force insieme alla Darpa, l’agenzia che si occupa della ricerca avanzata in campo militare. Quest’ultimo è finalizzato ad avere un prototipo di veicolo a planata ipersonica tattica, cioè a corto raggio, nel biennio 2022-2023. L’obiettivo, ha spiegato la portavoce dell’Usaf Ann Stefanek è “portare queste tecnologie ad essere una capacità il più velocemente possibile”.