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Vi spiego i passi compiuti dall’Italia nel volo suborbitale. Parla Battiston

“Release… release… release”. Con queste parole i piloti hanno dato il via al primo volo suborbitale di prova della SpaceShipTwo “VSS Unity”, lo spazioplano della Virgin Galactic, portato in quota dall’aereo cargo White Knight Two. Quello del 5 aprile è stato il primo volo con accensione del razzo dopo l’incidente del 31 ottobre 2014 che aveva bloccato i test della società di Richard Branson; dopo anni di test a terra e nell’atmosfera, si tratta di un passo cruciale nella la corsa ai voli suborbitali per scopi commerciali e scientifici. Il test, avvenuto nei cieli del deserto del Mojave dove lo spazioplano ha raggiunto quasi 26 chilometri di quota prima di rientrare con successo a terra, è una bella notizia anche per l’Italia.

L’Aeronautica militare e l’Agenzia spaziale italiana hanno infatti firmato un accordo di collaborazione nel settore del volo suborbitale, un’attività che diverrà sempre più strategica arricchendo un panorama già variegato di opportunità in ambito aerospaziale. Lo spazio oggi richiede un approccio sistemico per identificare e sviluppare servizi innovativi sia per la difesa sia per l’ambito civile (scientifico e commerciale) che vanno dallo sfruttamento dei sistemi satellitari per il supporto e l’assistenza alla navigazione dei droni, al miglioramento delle comunicazioni Beyond line-of-sight fra velivoli di nuova generazione, alla realizzazione di sistemi evoluti di surveillance e reconnaissance fino a sistemi di early warning per l’intercettazione preventiva di missili balistici. Se lo spazio è il dominio per dare forma al futuro, per progettare le tendenze della nostra società e definire le nuove aree di influenza politica, diventa una necessaria responsabilità istituzionale garantire la crescita di un’infrastruttura spaziale funzionale e competitiva per servire i cittadini europei e sostenere uno sviluppo omogeneo dell’Unione europea.

L’accesso alle risorse dello spazio (atmosferico ed extraatmosferico) è quindi un elemento imprescindibile che contribuisce alla supremazia aereospaziale – sia scientifica sia tecnologica – e a utilizzare tale supremazia quale elemento di deterrenza, da un punto di vista militare e di competitività da un punto di vista economico. La distinzione tra spazio militare e spazio civile sta diventando oggi sempre più sfocata: dal controllo dei confini al controllo marittimo, alle telecomunicazioni e alla navigazione, dal monitoraggio del clima e alle produzioni per le applicazioni per l’agricoltura e per l’industria mineraria, l’infrastruttura spaziale è un obiettivo primario anche per Paesi con capacità militari e di influenza geopolitica limitate. Per questi motivi oggi le nazioni maggiormente sviluppate dal punto di vista tecnologico e industriale, stanno manifestando un forte interesse per il volo suborbitale a velocità ipersoniche.

Tra le enormi opportunità che ne possono derivare sia da un punto di vista commerciale sia militare, vi è sicuramente l’evoluzione del trasporto aereo. La capacità di volare a velocità supersoniche a quote immediatamente a ridosso della linea di Karman (100 chilometri di altezza), potrà consentire di trasportare persone e cose da un punto all’altro della Terra nel giro di poche ore, con ricadute interessanti sia dal punto di vista militare sia civile. Inoltre, i voli suborbitali nel prossimo futuro garantiranno un più facile accesso alle risorse spaziali, in quanto questi velivoli potranno essere efficacemente impiegati come piattaforme per lanciare in orbita satelliti, osservare dall’alto la superficie terrestre e compiere esperimenti scientifici in assenza di gravità.

Sarà notevole inoltre l’accrescimento della capacità di addestramento degli astronauti, grazie alle particolari condizioni di accelerazione che si vengono a creare all’interno dei velivoli suborbitali. Missioni di questo tipo hanno l’obiettivo di simulare manovre nello spazio extra-atmosferico e di allenare gli astronauti a operare in presenza di condizioni sia di elevato numero di g sia di micro gravità. Le condizioni di microgravità dei voli suborbitali si estendono per periodi 10 volte più lunghi che nei voli parabolici, creando condizioni utili per la sperimentazione in campo biologico, chimico, medico, fisiologico e fisico. Istituti di ricerca pubblici e privati sono interessati alla realizzazione di payload per lo sfruttamento dell’ambiente suborbitale.

Infine c’è il turismo spaziale, settore in cui i voli suborbitali aprono una nuova èra per i viaggiatori spaziali. Se oggi c’è già una lista di facoltosi clienti pronti a pagare circa 250mila dollari per voli di circa 5 minuti in condizioni di microgravità in orbite sotto i 100 km, nel futuro di medio termine ci potrebbero essere voli intercontinentali ultrarapidi in cui la microgravità e l’osservazione della terra dallo spazio potranno durare un’ora. L’opportunità dei voli suborbitali, benché non nuova – il programma statunitense X15 ha effettuato 199 voli tra il 1959 e il 1968 – è delle tante fornite dalla new space economy ed è un settore dove l’Italia ha deciso di entrare. Nel 2016 Altec (una società partecipata da Thales Alenia Space e Agenzia spaziale italiana) e Virgin Galactic hanno firmato
un accordo per studiare la possibilità di realizzare uno spazioporto in Italia e costruire un velivolo da operare nel nostro Paese e presso il ministero dei Trasporti è al lavoro una commissione per valutare quali siano gli aeroporti più adatti sul territorio italiano. Asi e Virgin Galactic hanno firmato una lettera di intenti per svolgere attività di ricerca su uno dei primi voli suborbitali della Virgin. Inoltre, Asi e Aeronautica hanno firmato uno specifico accordo sul volo suborbitale. Aeronautica ed Enac sono già impegnate nello sviluppo della regolamentazione del settore, nella certificazione dei velivoli e nella definizione delle specifiche degli spazioporti.

Si tratta certamente di un’occasione importante per fornire prospettive alla nostra industria aerospaziale, settore che ha mostrato di avere le competenze tecnologiche per essere protagonista di un ambito ad altissimo valore aggiunto con ricadute crescenti sul nostro sistema economico.


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