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Che succede in Libia dopo la morte del generale Haftar?

Libia, haftar

Arriva da Twitter la notizia della morte del generale Khalifa Haftar. Lo ha riferito sul proprio account il sito d’informazione Libya Observer. L’uomo forte della Cirenaica era ricoverato presso un ospedale militare parigino dopo un ictus.

Tuttavia altre fonti continuano a confutare la notizia, come l’esercito nazionale libico. Addirittura il capo dell’amministrazione politica dell’Esercito nazionale libico, Hussein al-Obeidi, si è spinto a dire che Haftar aveva lasciato la Francia e che sarebbe rientrato a Bengasi, aggiungendo di aver incontrato personalmente il feldmaresciallo al suo ritorno in Libia, trovandolo in ottimo stato fisico. Il funzionario ha anche negato che Haftar abbia subito un ictus, definendo tali informazioni “voci diffuse dai media supportate dall’Islam politico”.

CHI ERA

Il 75enne Haftar, considerato vicino a Mosca e Il Cairo, è stata figura dominante nella parte orientale della Libia, per un lungo periodo in predicato di assumere il potere nel Paese in contrapposizione a Al-Serraj, sostenuto dall’Onu e dall’occidente.

Haftar a capo dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) si è caratterizzato per una doppia azione operativa: da un lato si è opposto al governo rivale di Tripoli sostenuto a livello internazionale nella capitale, e dall’altro ha avviato una serie di bonifiche di siti Isis in Cirenaica. In contatto diretto e costante con i servizi italiani, ha incontrato più volte il ministro dell’interno Marco Minniti nell’ambito delle interlocuzioni sul dossier migranti e sul tentativo di giungere ad una normalizzazione istituzionale della Libia.

In passato è stato molto vicino a Muammar Gheddafi dopo il golpe del 1969. Poi fino al 1987 capo di Stato Maggiore delle forze libiche ma dopo la guerra in Ciad ecco il divorzio dal Colonnello. Decide quindi di cambiare tutto e si trasferisce negli Usa dove secondo alcuni analisti avrebbe avuto stretti rapporti con Langley. Nel 2011 ecco il suo ritorno a Tobruk dove diventa il comandante in capo dei ribelli nell’est, con lo scorso 5 luglio l’annuncio della liberazione di Bengasi.

SCENARI

Dal giorno dell’annuncio dell’ictus al generale Haftar è di fatto iniziata la sua successione, dal momento che nessuno può permettersi uno scacchiere in Libia che rifletta il “modello” Siria. Il capo dello Stato maggiore libico Abdul Razek al-Nadori ha negato di essere stato promosso capo di stato maggiore (il più alto incarico militare della Libia), in sostituzione del generale Khalifa Haftar.

I profili sono quello di al-Nadori e quello di Awan al Farjan. Il primo è sponsorizzato dagli Emirati Arabi, mentre il secondo dal Generale Al Sisi in persona, perché è plastica continuazione di Haftar a cui era legato da un legame di parentela (erano cugini).

Entrambi sono stati convocati al Cairo per incontrare capi tribù e alti funzionari al fine di essere “valutati” anche in riferimento alle possibili alleanze che intenderanno stringere, ma si fa sempre più insistente la voce che alla fine decideranno sauditi ed egiziani, con questi ultimi che si fanno portavoci delle posizioni russe.

Il figlio di al-Nadori lo scorso dicembre era stato protagonista di una “promozione” a sorpresa: assieme ad altri 38 ufficiali appartenenti ai gruppi armati controllati da Haftar aveva ricevuto un improvviso avanzamento di carriera da parte del presidente della Camera dei rappresentanti (HoR), Aqila Saleh, nella sua veste di “comandante supremo” delle forze militari nella Libia orientale.

Oltre al figlio di Nadori anche il figlio di Haftar, Khaled. Quest’ultimo, assieme a suo fratello Saddam sono civili che non erano mai entrati prima di allora in collegi militari o di sicurezza, ma da quattro mesi sono in possesso di gradi militari e guidano le due più grandi brigate militari nell’est del paese.

twitter@FDepalo



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