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Ancora scontri contro Tap e due poliziotti feriti. La politica non ha nulla da dire?

Di Rino Moretti
North Stream, gas

Non c’è due senza tre, e a pochi aggiorni dal precedente assalto (qui il focus di Formiche.net) è arrivato un nuovo attacco al Tap, il martoriato gasdotto strategico per l’Italia oggetto di continue proteste da parte degli enti locali, nonché di attacchi di ogni sorta che spesso mettono a repentaglio la sicurezza degli operai. Dopo il blitz di febbraio, si tratta della terza aggressione contro il cantiere del Tap.

Due agenti della polizia sono rimasti lievemente feriti nel corso dei nuovi disordini che si sono registrati nella notte notte con l’ennesimo tentativo di blocco messo in atto dagli attivisti No Tap sulla strada provinciale 145 che collega Lecce a Melendugno, la via che i mezzi Tap percorrono per arrivare al cantiere del gasdotto. Uno degli attivisti, ritenuto responsabile di aver dato fuoco ad un cassonetto,  è stato condotto in questura. La strada è stata poi sgomberata e i camion diretti al cantiere sono passati.

I tafferugli della notte scorsa trovano origine dall’avvio di un nuovo cantiere da parte di Tap all’interno di un’azienda agricola, a circa un chilometro e mezzo dalla località Masseria del Capitano dove si trovano gli ulivi espiantati dall’area del cantiere e messi a dimora in attesa di essere rimpiantati. Nella nuova area-cantiere i cui lavori sono appena iniziati dovranno essere messi a dimora circa 400 ulivi di fusto giovane che si trovano lungo il percorso del gasdotto.

Il 9 aprile i vertici del consorzio Tap avevano denunciato l’ennesima aggressione. “La scorsa notte la strada di accesso al cantiere è stata nuovamente ostruita con pietre, massi e altri ostacoli per impedire il passaggio degli operai che ogni mattina si recano al lavoro. Rinvenuti anche chiodi a tre punte lasciati sull’asfalto. Al loro arrivo, resisi conto della situazione, gli operai hanno provveduto a liberare la strada con le ruspe”.

Intanto proteste, urla, slogan e striscioni, sono in corso da parte di una cinquantina di attivisti No Tap davanti alla Questura di Lecce dove si trova ancora Savino Pellegrino, il manifestante che è stato arrestato in seguito ai tafferugli avvenuti nella notte nel cantiere del gasdotto, a Melendugno. “Fuori i nostri compagni”, c’è scritto su uno degli striscioni. Gli attivisti hanno bloccato il traffico in viale Otranto, davanti alla Questura.

Sull’avversità del territorio al gasdotto si era espresso anche Michele Mario Elia, ex numero uno di Ferrovie e oggi country manager di Tap, in un’intervista a Formiche.net. “L’opposizione al progetto è legata principalmente alla scelta dell’approdo. Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano si dice favorevole al gasdotto, ma in una zona più industrializzata e meno turistica. Ma la scelta dell’approdo è avvenuta al termine di una lunga fase di studio che ha analizzato più di venti alternative concludendo che San Foca è il punto dove si ha il minore impatto ambientale, una scelta accolta e validata anche dalla commissione tecnica nazionale per le procedure di via”.

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