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Perché Twitter dice no alle pubblicità di Kaspersky Lab

Di Michele Pierri e Rebecca Mieli

Twitter dice stop agli annunci pubblicitari di Kaspersky Lab. La notizia, che alimenta di nuova tensione i rapporti tra la società e gli Stati Uniti, si aggiunge a quelle che negli scorsi mesi hanno visto più volte contrapposti gli apparati di sicurezza di Washington alla compagnia di cyber security russa.

LA LETTERA DI KASPERSKY

Con una lettera inviata alla società moscovita, il social network fondato da Jack Dorsey ha comunicato che l’azienda russa non sarebbe compatibile con le regole pubblicitarie del media ‘cinguettante’ e, pertanto, non potrà più comprare spazi di promozione sulla piattaforma. In particolare, spiega la missiva, la messa al bando dell’advertising sarebbe dovuta al modo in cui opererebbe Kaspersky, “usando un modello di business che è in conflitto con le pratiche accettabili per le pubblicità su Twitter”.

I TIMORI DI TWITTER

Tuttavia, in una dichiarazione inviata a vari mezzi d’informazione americani, i portavoce del social network hanno anche citato il decreto del Dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) dello scorso settembre, trasformato in legge a fine anno, che ha ordinato alle agenzie federali di rimuovere dalle loro reti e di non utilizzare i prodotti della società.

L’ATTENZIONE DI WASHINGTON

Il quartier generale di Twitter ha indicato soprattutto una frase del Dipartimento che parla della preoccupazione “per i legami tra certi dipendenti Kaspersky e l’intelligence russa e altre agenzie governative”, e del fatto che “per la legge russa, le agenzie di intelligence possano chiedere assistenza a Kaspersky per intercettare comunicazioni che transitano sulle reti nazionali”.

LA CRISI IN ATTO

Twitter non è l’unico social network che sta tagliando i ponti con Kaspersky. Facebook, ad esempio, ha già rimosso i prodotti della società dagli elenchi dei prodotti anti-virus pubblicizzati sui profili degli utenti.
I due si aggiungono a Epb, una società statunitense ad azionariato diffuso attiva nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni, e a molte utility, inclusa almeno una società nucleare, che hanno reciso privatamente ogni legame commerciale con la ditta russa. Così come due giganti americani del retail, Best Buy e Staples, hanno rimosso i prodotti Kaspersky dai loro scaffali.

LE PRECISAZIONI DEL DHS

Il divieto di utilizzare software firmati Kaspersky Lab. è già presente nelle istituzioni e nelle agenzie governative americane per ragioni di sicurezza. Ma, ha sottolineato Jeanette Manfra dell’Homeland Security, il dipartimento non avrebbe mai forzato le aziende statunitensi a non pubblicizzare o utilizzare i prodotti Kaspersky.

LA RISPOSTA DI KASPERSKY

Non si è fatta attendere la risposta del fondatore della compagnia, Eugene Kaspersky, secondo il quale l’azienda “non ha violato alcuna regola scritta o non scritta e il nostro modello di business è semplicemente lo stesso utilizzato nell’intero settore della sicurezza informatica: forniamo agli utenti prodotti e servizi per i quali veniamo pagati”. Ma nonostante le parole del Ceo, la contesa sembra lontana dal concludersi.

LA PRESENZA IN ITALIA

Kaspersky Lab è presente anche sul mercato italiano, dove fornisce soluzioni software a diverse realtà pubbliche che operano nel settore della sicurezza o che maneggiano informazioni ad alta sensibilità.

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